-GATTI E MISFATTI-
Racconto a puntate di Pier Guido Quartero

CAP 17: I DUBBI DI PIETRO

-Sarà anche una cosa da voeggio ma no posso, ma a me l’olio tartufato piace.

Peo, saldamente insediato a capotavola, pontificava. Ada, Pietro, Alberto e Nina, ai due lati del tavolo, erano schierati, sull’argomento, su diverse posizioni. Ada era moderatamente contraria, i due uomini erano possibilisti, Nina aveva la bocca piena.

-Tutti i gusti sono gusti- disse Ada, per chiudere il game –Io il risotto ai formaggi me lo mangio così. Tu mettitici pure il tuo olio…

-Spero che almeno sull’Amarone non ci siano contestazioni- Peo era un po’ seccato per non aver avuto un’approvazione generale al menu che aveva impostato: risotto ai formaggi con olio tartufato e piccioni arrosto con ripieno di fichi secchi, il tutto accompagnato da un ottimo Amarone.

-Buonissimo- Ada aveva colto subito l’occasione per fare la pace –Ma come mai si chiama Amarone? Non è un vino amaro…

-Non lo so per certo, ma forse dipende dal fatto che questo tipo di vino in genere è dolce…

-In che senso?

-Se guardi l’etichetta, vedi che c’è scritto Recioto Amarone. Il primo nome deriva dalla tecnica particolare con cui viene prodotto, analoga a quelle di tanti tipi di Passito. Dopo la vendemmia, si lascia l’uva ad appassire su graticci per aumentarne il tasso zuccherino. Da questo il nome Recioto, perché gli acini, asciugandosi, si piegano un po’: fanno l’orecchia… E’ lo stesso sistema che si usa per lo Sciacchetrà delle Cinque Terre…

Pietro intervenne: -Cvedevo che la facessevo appassive sulla pianta…

-Si usa anche quel metodo, ma per altri tipi di vino, per esempio lo Sfursàt della Valtellina: il vino del vero leghista, vero Nina?

La Nina reagì alla provocazione: -Uè, guarda che non è dètto che solo perché sono nata a Milano devi stare a menarmela con la Lega. Pènsa un po’ a tè: mi sèmbra chè qualcuno ti chiamasse Rosso Antico perché da comunista che eri ormai sei diventato un socialdemocratico fatto e finito…

-Eva la Tevvy, mi pave…

Pietro e la Nina si erano alleati per metterlo in mezzo: la persona evocata era stata una grande passione di Peo, e ogni tanto i due si divertivano a stuzzicarlo sull’argomento. Lui reagì subito.

-Ecco bravo, mettitici anche tu. Aiutala a consumare la sua Piccola Vendetta Lombarda…- Poi cercò di sviare il discorso.

-Abbiamo altri argomenti più interessanti da trattare. Dopo vi racconto la storia del mio cliente autotrasportatore, e Pietro deve aiutarmi a trovare una soluzione; ma prima sentiamo Ada. A che punto è la tua guerra con Peragallo?

Ada raccontò, con dovizia di particolari, tutta la storia del suo conflitto condominiale. Poi fornì gli ultimi aggiornamenti, peraltro piuttosto deludenti:

-Dopo che mi ha rovesciato il vaso, perché non può essere stato altro che lui, ho cominciato, quando sento rumore sul pianerottolo, a guardare dallo spioncino della porta, ma è passato pochissime volte, e non ha combinato più nulla di speciale…

-Peccato- disse Peo –Speravo in qualche novità piccante… Ma sono sicuro che la storia non è ancora finita…

Era venuto il momento degli affari. Raccontò del furto del camion di Passalà. Pietro non era convinto.

-Sei sicuvo che glielo abbiano vubato? Questo fatto che stamattina fosse a letto, che suo cognato non volesse fave la denuncia… Lo sai che sono un sensitivo, e a me questa stovia mi puzza…

-Anche a me è venuto qualche dubbio. E’ così abelinato che potrebbe aver fatto un colpo di testa. Magari ha cercato di nasconderlo per via del fermo amministrativo… Che poi non gli servirebbe a niente… Io domani ci torno e cerco di capire se ha fatto la cazzata… Tu però intanto dimmi: hai pensato a qualcosa per la cancellazione dal Registro? Non si può pretendere che questi paghino a vita per una società che non esiste più da oltre vent’anni!!

-Devo dive che sei stato fovtunato. Sta pev uscive una novma di semplificazione che consente, tva le altve cose, anche la cancellazione vetvoattiva delle società pvive di codice fiscale. Cvedo che tva un paio di settimane potvemo davgli il discavico. Contento?

-Benissimo. Spero solo che non esca qualcos’altro e che la storia del furto in qualche modo vada a posto.

Mentre Peo e Pietro parlavano di lavoro gli altri tre avevano iniziato un discorso per conto loro, naturalmente su cinema e letteratura, che era l’argomento preferito nei colloqui tra Ada e Andrea. A quel punto, nello svolgersi della chiacchierata, Alberto si era ricordato una barzelletta.

-…si tratta di due signore piuttosto in là con gli anni, tutte e due vedove e sole. I parenti quasi non si curano di loro. La prima dice all’altra A mi, pe Natale, m’han regalou solo un pandoce… E la seconda E a mi un belin… Allora la prima Femmo cangio?

Risero di cuore.

Le ossa dei piccioni giacevano, spolpate, nei piatti. Peo portò il tutto in cucina. Poi servì le albicocche di Pizzamiglio e le sfogliatelle napoletane che Ada aveva portato, con una bottiglia di moscato di Mombaruzzo.

Andarono avanti ancora un po’, chiacchierando del più e del meno. Quando i suoi ospiti stavano per andarsene, a Peo venne un’idea.

-Senti Pietro, visto che domani è sabato, perché non andiamo insieme, su a Granarolo? Scognamiglio è una simpatica persona e, visto che hai aiutato lui e suo cognato, sarà contento di conoscerti. Può darsi che ci inviti a mangiare in giardino… e magari ti dà anche due albicocche…

-E tu viaggi in macchina invece che in autobus…

-Due piccioni con una fava, no? Poi, se la tua intuizione fosse giusta, la macchina potrebbe servirci ancora.

-In che senso?

-Nel senso che, se quel belinone ha nascosto il camion, magari andiamo a riprenderlo…

-Allova ci cvedi anche tu eh?

-Eh…. —

[Continua]

Pier Guido Quartero
Opere dell’autore pubblicate da Liberodiscrivere

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