FOGLI SPARSI
Vagabondaggi di riflessioni e ricordi, appuntati senza un ordine preciso,
su fogli sparsi
Rubrica a cura di Grazia Tanzi


Genova è stata proclamata Capitale italiana del Libro 2023, con la seguente motivazione:

«Per l’ampiezza e l’organicità della sua proposta culturale la città di Genova è stata all’unanimità individuata come “Capitale Italiana del Libro 2023” pur in presenza di altri progetti qualitativamente elevati e meritevoli di attenzione. La scelta ha tenuto presenti i programmi di valorizzazione e integrazione tanto dell’articolato sistema bibliotecario del territorio comunale quanto, più in generale, delle collezioni e del patrimonio storico, artistico e letterario attraverso iniziative che vanno dalle visite virtuali delle strutture bibliotecarie alle mostre temporanee, dalle attività formative del corpo docente al coinvolgimento di giovani e anziani nei programmi di lettura. Sono state anche apprezzate iniziative già consolidate – dal Festival della Storia a quello della Scienza fino alle mostre dell’editoria e alle fiere del libro – che contribuiscono a rendere il libro anche strumento di crescita civile e di integrazione sociale. In particolare poi è stata apprezzata la capacità di “fare sistema” attraverso il ricorso ad energie pubbliche e private in grado di contribuire alla realizzazione di un programma idoneo a generare un ritorno per la città sia di immagine sia in termini economici».

Qui la guida a tutte le iniziative che si protrarranno fino a marzo 2024:

ilPONENTINO, nella rubrica Fogli sparsi dedicherà una serie di articoli al variegato mondo dei libri.

Ricordiamo gli articoli già pubblicati sull’argomento:


Si fa presto a dire libro (1)

A prima vista.

Gruppo di fogli, tenuti insieme, contenenti uno scritto.

Etimologia

Libro, dal latino liber,è la pellicola che si trova, nell’albero, fra la corteccia e il legno propriamente detto. Francese livre. Spagnolo libro. Portoghese livro. Sta ad indicare il primo supporto per la scrittura.

Alcuni umanisti italiani, partiti alla ricerca di testi dell’Antichità classica nella biblioteca del monastero di San Gallo, vi scoprono nel 1416  un libro fatto di corteccia d’albero: alcuni tipi di corteccia erano chiamati in latino libri e secondo san Girolamo i libri dovevano a questo il loro nome.  (Frédéric Barbier Storia del libro in Occidente)

 In greco libro – inteso come opera letteraria, come contenuto – si dice biblion (βιβλίον); invece bíblos  (Βίβλος) è il nome dato alla corteccia interna del papiro, materiale usato come supporto per la scrittura; la parola biblos divenne, per estensione, sinonimo di “libro” quale oggetto fisico. Noi usiamo tante parole che derivano dalla radice  biblio- greca: biblioteca, bibliotecario, bibliomane, bibliofilo, bibliologia, bibliografia…

 In  inglese la parola “book” deriva dall’antico inglese “bōc”  a sua volta derivato dalla radice  germanica “*bōk-“, parola che ricorda  “beech” , faggio.  Se ne deduce che le prime scritture delle lingue indoeuropee, probabilmente, venivano incise  su legno di faggio. In maniera analoga, la parola latina codex, codice, col significato di libro nel senso moderno (rilegato e con pagine separate), originariamente significava “blocco di legno”, tavola.

Tanti tipi di libri nella storia

Il  libro di argilla, vecchio di più di 5000 anni.

 I Sumeri inventano il primo sistema di scrittura documentato: la scrittura cuneiforme.

 I segni sono incisi con uno stilo – asticella a punta triangolare, a forma di cuneo – sull’argilla fresca fatta essiccare al sole (argilla cruda) o in forno (terracotta).

La prima lingua scritta in cuneiforme è il sumero; il sistema viene poi usato, con variazioni, dagli Accadi, una popolazione semita. Si diffonde in seguito nella scrittura di diverse altre lingue del Vicino Oriente antico.

https://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_cuneiforme

Il Papiro, usato per 4000 anni.

Circa  2000 anni prima di Cristo, gli Egizi cominciano a scrivere sui  rotoli di papiro, ricavati dal midollo di questa  pianta che cresce lungo le sponde del Nilo.

  Col midollo, pressato, incollato e asciugato, si ottiene un foglio su cui si può scrivere con una canna affilata. I singoli fogli, una sorta di carta, incollati in sequenza, vengono arrotolati e conservati dentro tubi di legno. Questo supporto per la scrittura si diffonde su una vasta area geografica, nel vicino Oriente e in Europa. Rimane in uso per millenni, fino a quando viene sostituito dalla carta ottenuta dalla lavorazione degli stracci, molto meno costosa.

Da papiro derivano alcune parole per indicare la carta: paper, inglese; papier in francese e tedesco; papel in spagnolo. In italiano papiro è usato per alcuni documenti, o in senso ironico e scherzoso.

https://it.wikipedia.org/wiki/Papiro

La pergamena o cartapecora

È  una membrana di pelle di animale essiccata,  pulita e stirata, fino ad ottenere una superficie sottile, liscia, resistente, elastica. Deve il suo nome alla città di Pergamo, nell’Asia Minore nella quale, secondo una tradizione non confermata, viene introdotta  nel II secolo a.C. quando l’Egitto cessa le esportazioni di papiro verso questa città, la cui biblioteca fa concorrenza a quella di Alessandria. Non ha grande diffusione nel mondo antico, il papiro è  molto più abbondante ed economico. Comincia a diffondersi a partire dal V secolo d.C. e diviene il supporto di scrittura principale nel  Medioevo, rimane in uso fino al XIV secolo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pergamena

Le tavolette di cera, gratta e riscrivi    

Nell’antica Roma e in Grecia vengono usate, a mo’ di quaderno, tavolette di cera, tenute insieme da corda o filo di ferro; due tavolette erano dette diptychum, tre (triptychum,  più di tre polyptychum.  Molto più pratiche rispetto alla tavoletta di argilla o al rotolo di papiro vengono ricoperte con più strati di cera e  incise con la punta di uno stilo, possono essere raschiate e riutilizzate.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tavoletta_cerata

Il codice, il libro verso la forma attuale

Una tappa importante verso la forma moderna del libro si ha con il codice, dal latino caudex, poi codex,  un nome che significa tavola, blocco di legno. Originariamente i codici erano le tavolette incerate, sovrapposte e legate fra loro un po’ come i moderni quaderni ad anello. In seguito queste vengono sostituite da fogli protetti da una copertina.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Codice_(filologia)

Il manoscritto miniato, pazienza certosina

Fra il 400 e il 600 d.C. appaiono i primi manoscritti miniati su fogli di pergamena, vergati a mano dai monaci, impreziositi da oro e argento e da illustrazioni di finissima fattura.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Manoscritto

[Continua . . .]

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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