di Antonello Rivano

Nuova diga di Genova: Il Cantiere sul dentino del sesto modulo del porto di Prà si farà, la sua espansione sarà di tre volte il dentino stesso e avverrà non verso mare ma verso terra, sfrattando un terminal container (Nuovo Borgo Terminal Container), facendo una elle verso Pra’ a 400 m dalle dune, per una superficie totale di circa settemila mq.

E’ questa la risposta data da Autorità portuale al Municipio in un incontro tenutosi lo scorso 26 giugno. Risposta solo verbale perchè alla Pec inviata in seguito dall’ente municipale alla stessa autorità non è seguita alcuna risposta.

Questo è’ quanto si apprende dall’incontro che i Comitati del Ponente hanno avuto mercoledi 9 c.m con la giunta del Municipio VII Ponente.

Inoltre Autorità Portuale ha precisato che i lavori non inizieranno senza un preavviso al Municipio. Nel Cantiere “non dovrebbero” esserci né impianti di frammentazione né di betonaggio. Si “dovrebbero” realizzare “solo” blocchi di cemento con materiale portato da betoniere. Questo per i due anni “previsti” per la realizzazione della diga.

Abbiamo inserito dei termini fra virgolette innanzitutto per la contraddizione in termini, da una parte di dice che non ci dovrebbero essere impianti di betonaggio e subito dopo si dice che ci sarà un impianto di realizzazione di blocchi di “cemento” con materiale portato da betoniere… Restiamo poi molto scettici sulla effettiva destinazione del cantiere e sulla sua durata, soprattutto alla luce delle parole dell’Ing. Piero Silva che con dovizia di particolari aveva già spiegato le problematiche derivanti da una scelta di questo genere.

Resta la posizione del Municipio per il no al cantiere, lo stesso si è prefissato come

“obiettivo minimo” la sicurezza di tali lavorazioni e contestualmente la chiusura dune.

Va quindi verso il non accoglimento, da parte di Autorità Portuale, la richiesta dei cittadini del Ponente, rafforzata dalla manifestazione del , che ha visto scendere in piazza cinquemila persone, del “NO a ogni forma di nuova servitù portuale sul Territorio”.
“Forse” meno drammatico della paventata fabbrica dei cassoni, il cantiere “logistico” resta comunque, oltre che una nuova servitù, un ulteriore problema per il territorio del Ponente Genovese, in termine di rumore e traffico, nonché, quasi sicuramente, di salubrità ambientale, sempre ammesso che saranno effettivamente solo quelle indicate “verbalmente” le attività che vi verranno svolte.

I Comitati in ogni caso sono in corso di valutazione di nuove e ulteriori forme di protesta.

Non è stato inoltre risposto alla domanda che chiedeva quali è quanti materiali verrebbero movimentati per questa operazione e che impatto avrebbe sul territorio – precisano nei comitati – Il Municipio si è detto soddisfatto del cambio di rotta ….noi continuiamo a chiedere che nessun’altra servitù venga insediata nel nostro territorio, grande o piccola che sia e che quel dentino provvisorio ‘cavallo di Troia’ venga tolto come doveva essere, chiudendo la storia con la famosa ciclabile . Anche in questa occasione Autorità Portuale ha parlato di noi come “Comitati del NO”. Va una volta per tutte precisato che noi invece siamo per il “SI”…Si al rispetto di salute, territorio e cittadini.”

Antonello Rivano – Caporedattore il PONENTINO
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