Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


7. Else Neulander, coniugata Simon, in arte Yva
(Berlino 1900 – Campo di sterminio di Majdanek 1942 )

Penso che tutti conoscano Helmut Newton, i suoi scatti hanno introdotto l’erotismo nel mondo della moda e nel panorama della fotografia di nudi in bianco e nero della seconda metà del ‘900. Oltre a queste opere, è famosa anche la sua autobiografia in cui racconta degli esordi a Berlino come collaboratore di Yva.

Con tale pseudonimo, Else Neulander a quei tempi era già molto famosa. Aveva aperto il suo studio nel 1925 e dopo 5 anni collaborava con le maggiori testate giornalistiche di moda, e non solo. Il suo stile particolarmente originale mostrava la storia dietro l’immagine femminile: un essere non solo pensante, ma estremamente autodeterminato e alla moda. Famose sono le sue foto di celebrità, come la danzatrice Tatjana Barbakoff, eseguite con la tecnica della sovrapposizione, molto futuristiche e cariche di senso di movimento.

Nel 1934, dopo il matrimonio con Alfred Hermann Simon, Yva ampliò lo studio e fondò un’azienda di cui il marito divenne l’amministratore, aveva 10 dipendenti ed alcuni collaboratori, Helmut Newton era uno di questi.

La sua tecnica innovativa era apprezzata anche all’estero. Diversi editori le offrirono non solo di acquistare i suoi lavori ma anche di trasferirsi: a Parigi, Londra e perfino a New York, con un contratto presso la famosissima rivista “Life”. Erano tempi difficili e pericolosi per chi era di origini ebraiche, come .Yva e il marito. Proprio a causa del clima politico e di ciò che si poteva temere, molte altre celebrità nel campo della fotografia e dell’arte erano partite, allontanandosi da Berlino. Lo stesso Newton la pregò di accettare la proposta di “Life” e di partire immediatamente. Ma il marito di Yva insistette per rimanere, convinto che il loro status li avrebbe protetti dalle persecuzioni naziste, mentre negli Stati Uniti non sarebbero stati altro che degli immigrati.

Lo studio fotografico di Yva fu chiuso dai nazisti e nel 1938 Else Neulander trovò lavoro solo presso l’ospedale ebraico come tecnico radiologo. Nel 1942 lei e il marito vennero arrestati ed inviati al campo di sterminio di Majdanek dove furono assassinati probabilmente il giorno stesso del loro arrivo.

Delle opere di Yva ci rimangono quelle commissionate dagli editori esteri e poche casse di materiale salvato dal bombardamento del porto di Amburgo nel 1943. Il fatto che si trovassero là può voler dire che erano state confiscate dai nazisti perché alla fine, ma troppo tardi, i coniugi Simon avevano deciso di fuggire.

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/else-ernestine-neulander-simon/

Foto – Danza, fotografa del 1933. Fonte: Live Auctioneers. Immagine in pubblico dominio.

Patrizia Brugnoli

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

Piccole storie già pubblicate:

image_printScarica il PDF