Gianni Rodari “Grammatica della fantasia” Ed. Einaudi

Il 23 ottobre 1920, nacque Gianni Rodari; per gli insegnanti della mia generazione è stato una guida fondamentale. Le cose migliori che ho fatto nella scuola le devo in gran parte a lui.

La sua “Grammatica della fantasia” sotto l’apparenza leggera e giocosa è un vero trattato di pedagogia, di poetica, di linguistica, di etica. Rodari non solo era uomo di grande cultura, è stato un democratico impegnato, un grande giornalista. Il grande pubblico lo conosce per le sue filastrocche, ma questo è riduttivo, molto riduttivo; purtroppo capita spesso agli scrittori che le loro composizioni più popolari ne offuschino la profondità.

Spesso le sue filastrocche vengono usate a fini didascalici di basso profilo, ignorando totalmente, l’ampio respiro e le sfaccettature delle sue poesie. Su internet ho trovato una delle poesie a me più care:

Quanti bugiardi

Ci sono delle cose

che fanno finta

di essere altre cose.

Un rotolo di corda

se ne sta li’

tutto arrotolato

e finge di essere un pitone addormentato.

Una nuvola finge

di essere un castello,

una balena,

un cammello.

Ieri uno specchio ha finto

di essere la mia faccia

e mi mostrava i denti.

Con tanti bugiardi in giro

bisogna stare attenti.

Ecco il commento, mortificante:

Questa filastrocca di Rodari, ci sprona a non lasciarci ingannare dalle apparenze, a ricercare sempre la verità che sta dietro specchi ingannevoli.

La persona che lo ha scritto non ha capito niente, né di Rodari, né della poesia in genere, e neppure dei bambini.

Io avevo usato questa poesia per introdurre il concetto di metafora in una classe di seconda elementare; non solo, il discorso era andato avanti perché il testo aveva stimolato il dibattito sui giochi, su come i bambini “fanno finta che”, trasformando un banale oggetto di uso quotidiano in qualcosa di fantastico, la classica scopa che diventa un cavallo.

La poesia e il gioco trasfigurano la realtà. Non so quale uso oggi si faccia delle opere di Rodari, ma ciò che ho visto quando ho lasciato la scuola, non mi fa sperar bene. La burocratizzazione della scuola sta uccidendo la fantasia degli insegnanti e dei bambini.

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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