Di Marco Maltesu e Antonello Rivano
Se qualcuno aveva dei dubbi circa il “sentimento” della popolazione di Vado Ligure e Savona sull’ipotesi di installare il rigassificatore nelle immediate vicinanze della costa direi che risposta più sonora non poteva esserci!!
16.000 persone si sono prese per mano ed hanno formato una catena umana contro l’arroganza di chi esercita il potere ritenendo di poter imporre decisioni con la forza ad un intero territorio, senza alcun rispetto per le peculiarità e le esigenze della popolazione e della sua economia.
16.000 volte no, questo è il msg recapitato al Presidente della Regione Liguria incapace di affrontare il tema in modo civile e democratico.
16.000 volte no a chi tenta di riavvolgere i fili della storia cercando di difendere e sviluppare interessi economici di gruppi economici e non della collettività!
16.000 volte no e saranno ancora di più se non verrà intrapreso un percorso di serietà e di correttezza capace di proiettare questo territorio e questa nazione lungo percorsi di civiltà e di democrazia.
Ma non erano soli i cittadini di Vado Ligure, a loro si sono uniti altri liguri, soprattutto del Ponente e turisti che anche oggi si stavano godendo il mare della Liguria, perchè anche a loro sarà rubato quel mare se le scelte scelerate avranno seguito. Quello visto in una domenica di quasi metà settembre potrebbe essere solo l’inizio di uno tsnumani di eventi in cui il Ponente, sempre più unito, dirà NO a scelte calate dall’alto a benefico dei pochi soliti noti e a discapito di territori che già troppo danno dato in termini di salute pubblica e qualità della vita.
[Per approfondire: Vado Ligure. No al rigassificatore: i perchè]
Marco Maltesu – Antonello Rivano
Ok! Va bene la protesta. Nessuno vuole i rigasificatori, vedi Piombino. Però tutte le persone che protestavano sono disposte a rinunciare a una parte del gas che ci serve?
Avete proposte alternative?
Gentile Bera,
la risposta alla tua domanda è già contenuta nei link legati all’articolo in cui ho fatto (più volte su Il Ponentino) l’analisi della situazione energetica ed anche la comparazione con le nazioni a noi vicine . Ti prego quindi, (ti do del tu solo in quanto lettore de Il Ponentino con cui mi sento una vicinanza istintiva) di andare a leggere i link collegati agli articoli.
Per dare comunque una breve risposta anche qui ti dico che a fronte di tutte le problematiche citate, il rigassificatore di Vado entrerebbe in servizio nel 2026, quindi fra due anni e qualche mese, passerebbe per Vado circa il 6% di tutto il gas nazionale, considerando che in Spagna in un anno hanno installato eolico per il corrispettivo di una centrale nucleare.
Naturalmente non esiste mai una soluzione unica ma un insieme di soluzioni che, se ci fosse la volontà, potrebbero coprire molto di più di quel ridicolo 6% che non solo non ci fa fare nessun passo avanti nella transizione energetica ma inoltre cosa anche questa molto grave, ci lascia alla mercé dei paesi produttori anche come modello organizzativo, cosa che sta procurando gravi danni economici soprattutto alle famiglie più povere. Il modello energetico con le energie alternative dovrebbe propendere sempre di più verso un’autosufficienza ed un’autonomia energetica in cui ognuno, grazie alle tecnologie esistenti è capace di produrre energia per conto suo oppure all’interno di comunità energetiche capaci di avere un impatto zero dal punto di vista energetico.
Sono solo degli spot, ti prego dì approfondire con gli articoli segnalati nei link.
Buona giornata
Nessuno risponde?
Grazie della risposta!
Mi scuso per la tardiva mia risposta ma se non arrivano le segnalazioni di risposta avvenuta è difficile passare sempre a controllare.
Per il tu va benissimo, se continueremo a darci del lei penso che continueremo ad alimentare quel clima di distacco che si accentua sempre di più con l’arrivo di tanta gente da tanti paesi. Vaglielo a spiegare ad un africano o un asiatico che già fanno fatica a tentare di parlare un po’ di italiano spiegargli anche il nostro famoso “lei” ( te lo dico perché cerco di aiutare chi si trova nel nostro paese per i più diversi motivi (sopravvivenza) a parlare un po’ di italiano quel tanto che basta loro per poter trovare un lavoro e quindi inserirsi nel nostro non facile paese).
A parte questi discorsi io capisco bene quello che dici nella tua risposta e sono pienamente d’accorddo, però ci sono troppi “condizionali” : si dovrebbe, si potrebbe, dovrebbero. E’ il solito problema italiano che dovremmo fare tanto ma poi non si capisce perché le cose che tutti reputano utili e necessarie quando arrivano ai livelli alti della politica diventano non realizzabili o realizzabili solo dopo anni ed anni.
Io che ahimè ho una certa età ricordo molto bene la prima grande crisi petrolifera del 1973. Domeniche senza traffico, inizio di un periodo molto difficile per tutti. Ebbene, da quella prima dura lezione sarebbe dovuto nascere una grande spinta verso l’innovazione di cui timidamente si iniziava a parlare. Ed invece è sotto gli occhi di tutti vedere cosa è successo: appena la crisi generata dai giusti aumenti del petrolio richiesti dagli arabi produttori si è affievolita un po’ si sono abbandonati o quasi tutti i progetti indirizzati ad avere meno necessità del petrolio e così siamo in fortissimo ritardo in questo settore energetico alternativo dove saremmo dovuti essere i primi.
Ecco allora che quando siamo messi alle strette da necessità impellenti reali non facciamo altro che rincorrere le situazioni e pensare a strategie provvisorie (per modo di dire) le più veloci possibili per ovviare al problema o far vedere che si prova da risolvere il problema. Certo non sapevo di questa piccolissima percentuale (6%) che porterebbe il rigassificatore ma alla politica penso pochi importi il vantaggio effettivo importa fa vedere che si sta facendo tutto quanto possibile.
L’esperienza vissuta mi porta inoltre all’amara conclusione che la testa ai politici non la si cambia!
Siamo nei guai perché i nostri politici da decenni e decenni (quindi metto dentro tutti) sono stati miopi, non hanno fatto altro che tentare di mantenere il potere a scapito di un benessere magari più lento ma più duraturo e rispettoso dell’ambiente .
Il discorso sarebbe molto lungo. Io che per lavoro sono stato nel settore tecnico energetico te ne potrei raccontare tante. Una delle tante:e l’incentivazione forsennata del riscldamento dei palazzi anzichè con all’efficentamento degli impianti centralizzati ,con quelli a mezzo caldaiette autonome che ha portanto nel tempo a sprechi di energia inenarrabili. La politica doveva far stragudagnare le ditte produttrici di caldaie? Ognuno è libero di pensarla come vuole. Fatto sta che dati alla mano in questi ultimi pochi anni stanno facendo marcia indietro.
Certo la guerra della Russia ha complicato ogni cosa, già si faceva fatica a riemergere dopo il Covid. Però così è stato e adesso mi auguro tanto che almeno questo ulteriore evento negativo dia finalmente una spinta enorme alle fonti energetiche alternative al petrolio ed il gas, prima che ci si abitui a questa impennata dei prezzi e tutta la ricerca e la realizzazione di impianti alternativi venga nuovamente rallentata.
Rimane sempre il fatto che la differenza la fa ognuno di noi nel tentare un uso responsabile dell’energia.
Fino a quando durante l’estate (faccio solo un esempio) si tengono accese le macchine pur rimanendo fermi per poter tenere acceso il condizionatore e stare freschi, tanti passi avanti non li faremo.
Saluti.