Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


18. Emma Langdon Roche (1878 – 1945)
Zora Neale-Hurston (1891 – 1963)

Emma Langdon nacque a Mobile, in Alabama nel 1878. Artista e disegnatrice, il suo nome è legato essenzialmente alla pubblicazione di un’opera in due volumi; “Historic Sketches of The South”, una raccolta di disegni e testimonianze riguardanti la zona di Mobile nel 1800. Il libro è piuttosto noto in quanto contiene ritratti e testimonianze dell’ultimo schiavo nativo africano, Cudjoe Lewis, noto come Kazoola.

Nel 1860, ad oltre 50 anni dall’abolizione dell’importazione di schiavi, Cudjoe fu preso con la forza insieme ad altri abitanti di alcuni villaggi dell’attuale Benin, imprigionato e quindi venduto agli schiavisti. Sopravvissuto alla traversata dell’Atlantico sulla nave negriera Clotilda, fece parte di quella moltitudine di schiavi del sud degli Stati Uniti per cui l’affrancamento durò di fatto ancora quasi un secolo, nonostante l’esito della guerra civile nel 1865.

I due volumi della Roche, contenevano anche una fotografia di Cudjoe scattata da lei stessa, e alcuni disegni di lui e di altri sopravvissuti, allora residenti in Africatown, la città fondata dagli schiavi liberati dalla guerra di secessione.

Nei due volumi concernenti la storia della schiavitù coloniale, vengono portate anche testimonianze sulla vita in Africa, sulle modalità di attacco dei villaggi da parte dei pirati del Dahomey e sulla costrizione in schiavitù degli abitanti. Emma disegnò anche la mappa dei villaggi africani e il percorso utilizzato per condurre la popolazione fino alla costa per l’imbarco.

Il libro, destinato alla collezione della Società Storica locale, finì per diventare il testo di riferimento per lo studio della storia della schiavitù e per la conoscenza delle caratteristiche della nave negriera Clotilda.

Come fonte di dati e notizie l’opera venne in seguito ampiamente saccheggiata.

Il più famoso dei plagi fu quello ad opera di Zora Neale Hurston. Allieva promettente del famoso antropologo Franz Boas della Columbia University, pubblicò un articolo su Cudjoe Lewis che si rivelò essere tratto dal lavoro della Langdon Roche. Una volta ammesso il plagio, il suo mentore la incoraggiò a terminare comunque con gli studi fino alla laurea. Pubblicò in seguito alcuni romanzi di rilevanza letteraria e sociale ed è considerata oggi una delle principali autrici afroamericane. Ma nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione subì un marcato ostracismo, culminato con una falsa accusa di molestie nei confronti di un minore. Le sue posizioni libertarie venivano giudicate contrarie a quelle della comunità afroamericana e i suoi libri vennero dimenticati. Attualmente le sue opere sono state rivalutate e la sua figura è di nuovo citata e conosciuta. La sua vita travagliata è raccontata nel libro “In Search of Zora Neale Hurston” di Alice Walker, autrice de “Il colore viola”, premio Pulitzer.

Patrizia Brugnoli

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

image_printScarica il PDF