Nina Berberova “La sovrana” Ed. Adelphi

Una premessa doverosa per il lettore: non si può parlare propriamente di una storia o di trama del racconto, il testo dà l’impressione di un appunto preparato per essere inserito in un romanzo. La narrazione non contempla un succedersi di eventi, se non in minima parte, ma è costituita in gran parte dall’indagine psicologica minuziosa e approfondita del personaggio principale, una sorta di racconto di formazione, sia pure di dimensioni limitate.

Ambiente: siamo a Parigi, teatro frequente delle rappresentazioni berberoviane, città nella quale la scrittrice visse e che ospitava, negli anni successivi alla rivoluzione russa, una folta comunità di esuli di cui lei stessa faceva parte.

I personaggi sono alcuni giovani di questa cerchia. Saša studente universitario vive col fratello maggiore Ivan, tassista di notte, che lavora duro per garantire un avvenire migliore al fratello;  è fidanzato con Katja, una sartina; la madre vedova si è risposata con un americano e vive negli Stati Uniti; Andrej amico di Saša è fidanzato con Ženja, che ha una sorella, Lena, che diventerà l’amante di Saša.

Il fulcro di tutto il testo è l’analisi dell’innamoramento di Saša, e delle sue aspirazioni, condotta con l’attenzione e il rigore minuzioso di un entomologo, sembra proprio che tutta la vita interiore di questo ragazzo sia esaminata al vetrino di un microscopio. È un giovane che si affaccia alla vita, studente volonteroso e brillante, gli si prospetta un avvenire di successo; emblematico il sogno che costituisce l’incipit “Saša si staccò dalla riva buia, sentì la libertà felice della piatta distesa del fiume, una improvvisa, larga luce sull’acqua – e si svegliò.” E’ evidente l’ambiguità, potrebbe essere un buon presagio, la distesa d’acqua illuminata, metafora di libertà, ma l’improvviso risveglio, e la consapevolezza di ritrovarsi nella sua squallida camera, hanno una valenza tutt’affatto opposta. Il desiderio di un futuro di successi e di una vita interiore appagante, vivificata dall’amore di una donna, e la miseria desolante del suo presente, sono i poli fra i quali si dibattono i tormentosi pensieri del ragazzo. L’incontro con Lena, appartenente ad una famiglia abbiente, non farà che acuire questo doloroso contrasto che serpeggia in tutta la storia. Un libro che non si legge per sapere “come andrà a finire”, ma che ha il potere di rimanere, una volta chiuso, nella mente del lettore. E di farlo pensare.

Grazia Tanzi

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