Una favola moderna dove ognuno, ne sono convinta, può trovare ispirazione e rifugio dai travagli quotidiani”  
 ( Anna Maria Cecchini  )   

FABIOLA E BALDOVINO SPOSI

Capitolo 2

[…Segue] Madre mia, grazie per il dono di Fabiola, con lei al mio fian- co saprò servire meglio il mio popolo. So che il Signore non pretende da me che io sia perito in tutte le discipline dello scibile umano e questa donna saprà sorreggermi ed aiutarmi nell’ascoltare con il mio cuore, le innumerevoli richieste dei miei sudditi. Cercheremo di non dimenticare mai che siamo solo gli strumenti di Dio, e siamo chiamati a testimoniare con le nostre azioni il suo Verbo.

Ora che stringo la tua mano Alma, e le mie dita sono intreccia- te in questo nostro nodo d’amore, sacro vincolo, benedetto in terra e in cielo, e ti ho qui accanto a me nel tuo elegante abi- to da cerimonia, essenziale e luminoso come la tua persona, sorrido e mi compiaccio della tua umiltà, mia sposa. Solo un lieve bordo di ermellino a sfiorare le tue candide spalle e quei sette metri di strascico che hanno tenuto impegnati per un po’ i nostri paggetti e damigelle, tra cui i miei amatissimi nipoti Henri e Marie Asdrid.

Mi trema ancora la voce dall’emozione, e trattengo a stento il cuore nel petto.

Ho da poco pronunziato il mio si, si alla nostra vita insieme, si al proseguo della nostra missione qui in terra, progetto che come Grazia mi ripete di sovente, e Lei ne è così ardentemen- te convinta, è ispirato dalla stessa Vergine Santissima, Signo- ra nostra, essere noi milites Cristi.

Crescere noi e il nostro Paese nell’amore di Cristo, porci in ascolto e servire il prossimo come farebbe nostro Signore. Es- sere noi servi fedeli e devoti alla missione che Cristo ci ha destinato per Tua intercessione, Madre amatissima.

Ho innalzato il mio bouquet candido di piccole orchidee, in un gesto spontaneo sopra la mia spalla, a Te Madre e come per offrirle in segno di ringraziamento, alla folla che nonostante il freddo, ci ha attesi in piazza, per salutare questo nostro nuovo percorso di amore. Ora che il sorriso illumina il tuo caro viso e percepisco in te la forza e l’impegno che profondi nell’affrancare ogni giorno, la tua anima dalla prigione dei tuoi antichi dolori, so che questo nostro amore è cortese e puro.

Nato non durante un ballo al castello, come il sentimento che sorprese tuo padre Leopoldo e la bellissima Astrid, durante un giro di valzer, ma desiderato, scelto e portato a compimen- to con la stessa perseveranza e la medesima forza, qui in terra e lassù in cielo.

Quale pericolo abbiamo corso sposo mio!

[Continua…]

Anna Maria Cecchini
Giornalista e scrittrice

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