Sabato 7 gennaio la presentazione del libro di G.Walter Cavallo, presso la sala del centro Culturale Pegliese, lungomare di Pegli 30r alle 15.30. L’autore dialogherà con Antonello Rivano, caporedazione del Ponentino, letture a cura di Matilde Donatella Toniutti.

Uno spiraglio pieno di luce sul mondo di ieri


Recensione a cura di Massimo Bramante

La “narrazione rievocativa” – non mi pare opportuno utilizzare il generico termine di “romanzo del ricordo” – da parte di u figlio nel segno indelebile che su di lui un padre o una madre ha lasciato, tanto più se da essa di accompagna, la descrizione accodata di un mondo che una vota è stato e non è più, da sempre appartengono a l fecondo fine letterario volto ad esaltare i buoni sentimenti e la riconoscenza verso chi ci ha preceduto.

Due soli esempi su tutti. L’universo contadino, immobile e immortale, di “Un altare per la madre” Ferdinando Camon (“Il nostro mondo non aveva nulla a che fare con il resto del mondo. Funzionava per conto suo, ed era immortale”). Il mondo asettico, gelido, spersonalizzato del reparto oncologico di un ospedale dove il figlio rievoca l’agonia del padre nel racconto di Antonio Tabucchi “Gli archivi di Macao”: “Sto scrivendo alla tua memoria che ho dentro di me, alla traccia che hai lasciato di me…”
Camon premetteva coraggiosamente che scrivere un libro sulla figura della madre, che in estate camminava scalza, permetterà a questa di smettere di morire”.

E’ del tutto simile il tragitto di Walter Cavallo in questo suo “il mondo di Carletto”. Carletto, singolare figura di autista delle corriere della società U.I.T.E è suo padre ma è anche atro, molto altro.

Cavallo ce lo svela pagina dopo pagina, e così facendo anch’egli consente al padre di “smettere di morire” …Perché Carletto, nelle parole ora del figlio, ora di chi lo ha conosciuto, e ne offre nel libro testimonianza, è molto di più che uno scrupoloso autista U.I.T.E che conduce la “sua “ corriera nelle strade di una Genova anni 60, 70, 80.

Apro il libro di Cavallo a caso: “Ma voi l avete conosciuto un autista cittadino che ti apre lo sportello e e ti saluta? L’avete mai conosciuto in autista che si ferma, apre il finestrino e prende in giro un amico per strada? “ (pag. 110). Ancora: “Lui si poteva permettere dei comportamenti, come le fermate in qualsiasi punto del percorso, per agevolare i passeggeri, che non solo venivano apprezzati dagli stessi, ma l’azienda non lo ha mai censurato. Insomma Carletto era qualcosa di più di un autista” (pag. 445).
Sì, perché Carletto era anche trasgressivo – come si direbbe oggi come illustra suo figlio Walter nella pagina scritta. 
In quegli anni lontani si stagliava vicino al conducente del mezzo pubblico una targa ammonitrice con su scritto “Non parlate al conducente”. Ma per Carletto questo non esisteva “Sembrava per tutto il viaggio di essere in un salotto dove tutti venivano accolti, come se fosse una famiglia” (pag.67). Questo è stato Carletto e questo è stato il mondo che Carletto ha voluto costruire e costruirsi. Suo figlio Walter ci confida –  nelle pagine iniziali della sua nostalgica “rievocazione” dell’uomo e del suo mondo: “Come potevo ringraziare mio padre per tutto quello che era stato e per tutto che aveva fatto?
Cavallo che, dopo un rigoroso percorso professionale di Dirigente bancario, si  è poi dedicato ad accurati studi storici particolarmente indirizzati al ponente genovese) e di antropologia culturale non poteva che scegliere la scrittura, la sua, essenziale, priva di fronzoli, in grado di cogliere la magia dell’anedotto/testimonianza.

“Il mondo do Carletto” –  Lo annotavamo all’inizio di questa breve recensione e lo riportiamo in conclusione – non è semplicemente un romanzo del ricordo: è – a mio avviso – qualcosa di ben diverso: apre uno spiraglio pieno di luce su quello che il viennese Stefan Zueig (1881-1942) ha chiamato “Il mondo di ieri”: un passato che porta in sé il tenero sapore della nostalgia e, forse, del rimpianto.

Massimo Bramante

Massimo Bramante– Laureato con pieni voti et laude in Economia e Commercio (indirizzo economico-sociale) presso Università Studi di Genova. Ha lavorato presso Istituto di credito e svolto Corsi di formazione nazionali su Economia e Sociologia del lavoro. E’ stato giornalista pubblicista nel settore economico-finanziario. Ha collaborato in qualità di “cultore della materia” e membro di commissione d’esame presso le cattedre di Economia Internazionale ed Economia dell’integrazione europea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Studi di Genova. E’ stato relatore ed ha coordinato seminari ed incontri di studio su temi di “Etica finanziaria” e “Nuove economie”

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