Gli speciali del PONENTINO
DI Giuseppe Bruzzone
La seconda domenica di settembre è un giorno speciale, ci sono due appuntamenti classici: il gran premio d’ Italia di Formula 1 a Monza, e per noi praini il pellegrinaggio della Madonna dell’ Assunta al Santuario dell’ Acquasanta, un appuntamento che si perde nella notte dei tempi, i nostri antenati lo facevano tutto a piedi, allora c’erano solo muli e cavalli ! Da anni si svolge così: la cassa della Madonna di buon mattino esce dalla chiesa dell’ Assunta con davanti i Cristi processionali della Confraternita, arriva in zona Acque Sulfuree vicino al casello autostradale, rapidamente si smontano i canti dai crocifissi e poi tutti sui camion direzione Santuario. Arrivati in Acquasanta sono accolti dai Cristi delle confraternite invitate e dalla Banda Musicale Città di Voltri, La partenza dal rettilineo prima della salita al santuario è uno spettacolo: la processione è aperta dai tre Cappe di testa, dietro i piccoli pellegrini poi la fila dei crocifissi con i canti scintillanti che vibrano nell’ aria, chiudono la processione i fratelli
della Confraternita con le loro cappe e tabarri neri e rossi davanti alla cassa della Madonna “ du ciccioin”.
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I Crocefissi affrontano la discesa della cappellina e si portano in fronte alla Scala Santa di 33 gradini dove lo stramuou ( che cambia il portatore ) leva con mossa veloce e sicura il crocifisso dal crocco del portou (portatore) per trasferirlo al portou “scalatore”; il piu forte e sicuro per affrontare la scalata: una
impresa che si ricorderà per sempre. Salire i 33 gradini senza fermarsi chi con 130 o 90 chili non e’ da tutti. Arrivati in cima alla scalinata ancora un gesto di grazia e forza: l’ inchino davanti all’ effige del Hecce Homo circondato dalle autorità religiose e laiche. Un gesto che riceve l’ applauso dei numerosi fedeli e no, attorno alla Scala Santa.
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Ancora un’ ultima fatica; la salita al piazzale del Santuario dove il crocifisso viene preso in consegna dal portuo “ ballerino” che sulle note delle allegre marce prima di entrare in chiesa fa ballare il Cristo secondo il proprio stile; chi balla in circolo saltellando chi lo fa ruotar come una trottola, chi da fermo; un’altra emozione. Nel mentre davanti alla Scale Santa arriva la cassa della Madonna portata da più di venti portoui .Scoppiano i mortaretti( in uso dal 1851) e come una palla di schioppo la cassa parte all’improvviso, inclinata in mezzo alle teste degli spettatori sembra che assurga al cielo: E non finisce lì! Attesa dai Cristi sulla piazza la cassa con abili manovre viene messa in posizione
entra in chiesa ed inizia la Santa Messa.
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Io in queste scene posso dire che ci sono cresciuto, già da bambino salivo (non a piedi) con la famiglia al santuario. Mio padre Benedetto caricava sulla Fiat 600 Multipla (quella del 1960) masserizie e
vettovaglie, da Pra’ partiva un convoglio familiare, l’ “Acquasanta Expedition” con nonni zii e cugini. Posizionavamo il campo base a fianco del palazzo delle terme, il gestore amico di mio padre ci teneva
un posto che occupavamo con tavolini e sedie.
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Fatto questo, via a girare l’ area della processione, i nonni in chiesa ad attendere la Madonna io con le zie e i cugini sciamavamo sulle bancarelle con le reste de nissoe (nocciole) i canestrelli e i giocattoli, poi con barba Giuvanni u Ciantavigna ex cristezzante a vedere i cristi, il barba al passaggio della processione mi spiegava le scene e citava i nomi dei cristezzanti come in una telecronaca sportiva: u Pietrin, u Rattin, u Penna, u Pueinin, u Pessuà, u Giocundu, e le caratteristiche dei Crocefissi, u Mou, u Giancu, i canti, u croccu, u mantinente, u pessin. Finita poi la Messa tutti al campo base a rifocillarci, dalla 600
Multipla uscivano testi di: melanzane, cipolle ripiene, polpettoni preparate da mia madre Angela la nonna Beppa e le zie. Il tutto innaffiato dal bianco del nonno Giacumu. Dopo il riposo iniziava il secondo tempo. Nel tardo pomeriggio si ritornava e si ritorna in Pra’ facendo il percorso inverso. Rimontati i Cristi in piazza Sciesa si attraversa tutta Pra’ accompagnati dalla banda si arriva nella piazza della chiesa di Palmaro; ancora un ultimo ballo dei Cristi e la cassa dell’ Assunta entra in chiesa a riposare, anch’essa ha avuto una giornata pesante! Proprio una giornata unica, emozionante: di fede, di amicizia, di incontri, di fidanzamenti, di promesse matrimoniali; occasione di vedere persone che si sono perse di vista, di visi genuini abbronzati stando a giaminà in ta villa, espressioni forti e sorridenti dopo gli sforzi, un caleidoscopio di immagini e suoni emozionanti che ci portiamo dentro. Grazie a tutti gli attori della manifestazione: ai cristezzanti, ai fratelli di Otoiu, ai piccoli pellegrini, ai religiosi e a tutti i fedeli e no che animano questo spettacolo di fede e dedizione che è unico; fuori di Liguria non ha eguali.
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Alla Processione hanno partecipato assieme ai cinque crocifissi della confraternita praese anche quelli delle confraternite di : San Bartolomeo di Fabbriche, San Bernardino di Serra Riccò, San Siro di Santa Margherita, Nostra Signora del Carmelo di Cesino, Santissima Annunziata di Belforte Monferrato, Nostra Signora di Mainetto e il cristo del Santuario dell’ Acquasanta, per un totale di 12 Crocifissi con la cassa della Confraternita dell’ Assunta, una processione veramente imponente e maestosa. A proposito perché si dice Madonna do Ciccioin?
Estratto da www.supratutto.it