Questo testo è una sfida per i lettori del Ponentino, ne sono consapevole. Credevo che fosse un racconto, invece è una poesia. Ma non parla di bellezze della natura, di amore, di gioia o di dolore individuali.  È un canto amaro e straziante, su ciò che l’uomo, angelo e demone, puo’ fare con il suo ingegno. In calce un link che vi aiuterà a capire un testo che può apparire enigmatico, ma vi consiglierei di aprirlo dopo aver letto questi versi, perché tali sono.
G.T


Fritz Haber

Di Luca Leporelli

Nella camera di un albergo, un vecchio uomo,

silenzioso e solo, riavvolge il nastro della propria vita.

E nella sua testa rimbomba sempre la stessa domanda.

– Chi sei Fritz Haber. –

Il primo ricordo è l’ odore pungente dell’ammoniaca.

Fu grazie a lei,che i campi ebbero l’azoto che sfama le moltitudini.

Fu grazie a lei che insegnasti a cavare il pane dall’aria.

– Chi sei Fritz Haber. –

Ciò che dà la vita, può spegnerla.

Ciò che vivifica i campi può diventare esplosivo.

Ciò che può essere pane diventa morte.

– Chi sei Fritz Haber. –

Fritz Haber osserva cupo il velluto verde che lambisce la boiserie.

Il secondo ricordo è l’odore mefitico del cloro.

Quando il grande massacro, che chiuse la belle epoque, infine giunse,

chiese la divisa che l’età poteva evitargli.

E di fronte a facce perplesse spiegò ai generali come una nuvola verde

porta la vittoria.

Non pago, in prima linea ,lo spiegò ai fantaccini.

Non fu vittoria, ma solo strage.

Il successo della sorpresa non fu colto appieno dai titubanti ufficiali.

Ma aveva avuto ragione,la guerra chimica iniziava e il solco tetro che avrebbe portato al giocattolo di Oppenheimer era stato tracciato.

E lui per primo guidò l’aratro.

– Chi sei Fritz Haber. –

Fritz Haber scuote la testa. Lo specchio muto suggerisce una condanna.

La colpa chiama una pena.

Che presto arriva.

Al ritorno a casa l’amata ,ma mai capita, Clara,la pacifista Clara, il primo chimico donna di Germania, lei che sapeva e che cercò di dissuaderlo, prese la sua  pistola di ufficiale e si sparò.

– Chi sei Fritz Haber. –

il terzo ricordo è l’odore dei fiori.

Al suo funerale tu non ci fosti.

Il dovere, la Germania, ti chiamavano ad est.

Con la tua nuvola da mostrare ai russi.

– Chi sei Fritz Haber. –

Lo specchio ha uno sguardo che non si può più sostenere.

Si volge al camino. Sul camino l urna di Clara. l’accarezza.

Teneramente. Ma nel lucido metallo due occhi.

Non sono i suoi. Sono gli occhi di un bambino al funerale della madre suicida .

Con il padre lontano.

Gli occhi di un figlio tradito che un giorno

imiterà la madre.

– Chi sei Fritz Haber. –

Quando la grande Germania conobbe la polvere, fosti dichiarato criminale di guerra e nello stesso anno premio nobel…

Infamia e gloria a farti da ali…

– Chi sei Fritz Haber. –

Tu ebreo convertito, molto più tedesco delle secolari schiatte di Junkers, rimanesti a fianco della tua patria fino in fondo.

Anche quando Satana si ricordò della religione dei padri e ti caccio’ dalla patria.

Una morte generosa ti risparmiò quello che fece la tua gente alla tua razza…

con l’ultimo tuo figlio :

Zyklon B.

– Chi sei Fritz Haber. –

Un angelo che dona pane ?

Un demone che distribuisce la morte ?

Prometeo ?

Icaro ?

Un uomo ?

O semplicemente l’uomo…

https://it.wikipedia.org/wiki/Fritz_Haber

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Luca Leporelli

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