FOGLI SPARSI
Vagabondaggi di riflessioni e ricordi, appuntati senza un ordine preciso,
su fogli sparsi
Rubrica a cura di Grazia Tanzi


Il santo di oggi, 6 dicembre, è San Nicola di Bari, patrono della città. È venerato dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da altre confessioni cristiane. Con alcune varianti nel nome, è presente anche in  altri luoghi d’Italia, d’Europa, dell’Asia Minore.

Nicola nacque a Patara, città greca della Licia, provincia dell’Impero Romano, nel 270. Trasferitosi a Myra, (oggi Demre città turca), fu ordinato sacerdote e in seguito nominato vescovo per acclamazione popolare. Durante  l’impero di Diocleziano fu imprigionato ed esiliato (305); liberato nel 313 da Costantino, riprese il suo ministero fino alla morte avvenuta per cause naturali nel 343. Le sue spoglie mortali rimasero nella cattedrale di Myra, fino al 1087, anno in cui la città fu conquistata dai musulmani.

La tomba originale di San Nicola nella Basilica di Myra

Baresi e Veneziani se ne contesero le ossa, una parte di esse si trova ancora oggi a Bari, nella basilica che porta il suo nome, l’altra nella chiesa di San Nicolò al Lido a Venezia.

Dopo la morte, il culto di questo vescovo, così popolare tra i fedeli, si diffuse rapidamente, dapprima in Asia Minore, luogo d’origine; nella sola Costantinopoli, nel VI secolo, gli furono dedicate ben 26 chiese. La sua tomba, collocata fuori dell’abitato di Myra, era meta di affollati pellegrinaggi. In seguito numerosi testi agiografici lo fecero conoscere nei territori slavi e in Occidente, a partire da Roma e dal sud d’Italia, allora territorio bizantino. Nel Medioevo divenne uno dei santi più popolari, attorno a lui fiorirono numerose leggende e narrazioni di miracoli.

 Molte di queste storie riguardano il soccorso ai poveri, ai bisognosi  e alle vittime di ingiustizie. Una di queste narra di un uomo che, avendo perduto ogni bene per un fallimento, aveva intenzione di far prostituire le sue tre figlie, non potendo provvedere alla dote necessaria a garantir loro un decoroso matrimonio. Il santo, nottetempo, per tre volte, senza farsi scorgere da nessuno, perché la carità va fatta di nascosto, aveva gettato una gran quantità di denaro, avvolto in un panno, nella casa dell’uomo. Qui siamo in presenza non tanto di un miracolo, quanto della grande generosità del santo.

Bicci di Lorenzo (1373-1452)  La dote

E ancora, in un’altra occasione il buon vescovo aveva regalato tre mele a dei poveri bambini che soffrivano la fame, ma durante la notte i frutti divennero d’oro e, venduti, ridonarono alla famiglia la prosperità. Per questo il santo viene spesso rappresentato con tre sfere in mano.

Un’altra leggenda narra che Nicola, già vescovo, aveva riportato in vita tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo in salamoia per venderne la carne.

San Nicola rianima i tre bambini gettati nelle vasche di salamoia, particolare di un pannello predella della pala d’altare di Quaratesi, 1425 (tempera su pannello)

Per questi episodi san Nicola è ritenuto un santo benefattore e protettore, specialmente dei bambini. Ma le categorie di cui è stato scelto come patrono sono molto numerose: marinai, pescatori, vetrai, farmacisti,i profumieri, bottai, ragazze da marito, scolari, avvocati, vittime di errori giudiziari, prigionieri, prostitute, mercanti e commercianti.

Uno dei suoi leggendari miracoli riguarda la navigazione.

 Una volta alcuni marinai, mentre erano in navigazione, per una demoniaca macchinazione, si trovarono in mezzo ad una tempesta che per il vento violentissimo provocava onde gigantesche.  Per cui si resero conto che da ogni parte erano circondati da pericoli di morte.  Si ricordarono allora di S. Nicola e invocarono il suo aiuto, chiamandolo per nome.  Il santo padre nostro e rapido soccorritore di coloro che lo invocano con fiducia nelle disgrazie, secondo il volere di Dio, apparve loro proprio nel momento di maggiore angoscia e disse: «Ecco, mi avete chiamato, e sono accorso ad aiutarvi».  Così fu visto dai marinai, ed oltre a confortarli e incoraggiarli, si mise anche a lavorare con loro spostandosi sulla nave ove c’era bisogno, cioè tra le gomene e i pali.  In tal modo, per la potenza di Dio li salvò dal pericolo e, dopo averli salvati, li guidò in un porto tranquillo”.

Assai celebre è il miracolo del grano raffigurato in un dipinto di Ambrogio Lorenzetti (1290-1348)

Il vescovo Nicola si reca al porto per chiedere ai marinai delle navi che stanno trasportando il grano ad Alessandria d’Egitto di darne una parte alla città di Myra, afflitta dalla carestia. I marinai eseguono l’ordine di Nicola e miracolosamente le navi si riempiono nuovamente di grano, così che, giunti a destinazione, i marinai non troveranno nessun ammanco nel carico.

Il Santo Vescovo, nel suo ruolo particolare di protettore dei bambini, pare aver ispirato la consuetudine, durante la celebrazione della sua festa, di offrire doni ai bambini. Tuttavia l’offerta di doni ai bambini è molto più antica, ed è possibile che San Nicola abbia sostituito precedenti divinità pagane che svolgevano già questa funzione. La  tradizione è ancora viva nell’Italia Meridionale, in Venezia Giulia, in Trentino-Alto Adige, nel Bellunese,  dove il santo si chiama  Nicolò.

Anche in Lorena e nella città di Amsterdam San Nicola è considerato patrono, così in Russia. In Svizzera, Austria, Trentino-Alto Adige, Friuli, Slovenia San Nicolò è accompagnato da una specie  di diavolo chiamato Krampus cui  si attribuisce il ruolo di punitore di bambini. San Nicola è molto popolare anche nei Paesi Bassi,  in Francia, in Belgio,in  Germania,in  Estonia, nella Repubblica Ceca e  in Slovacchia. Nel Benelux col nome di  Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, data in cui distribuisce i doni.

Il Santo vescovo di Myra, nei secoli, ha assunto la figura e il ruolo del vecchio bonario portadoni assumendo nomi derivati dall’originale e adattati alle diverse lingue. Ogni popolo lo ha fatto proprio, e lo ha inserito nelle proprie tradizioni.

La storia si conclude con il buon vescovo Nicola, protettore dei bambini e degli indifesi, che attraversa l’Atlantico con i coloni olandesi e sbarca a Nuova Amsterdam, divenuta poi New York. Il suo nome da Sinterklaas diverrà Santa Claus, per noi Babbo Natale.  Ma qui comincia un’altra storia, la racconteremo la prossima settimana.

(Continua)

SITOGRAFIA

https://it.m.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_di_Bari

https://www.basilicasannicola.it/sez/1/11/13/il-tempo-in-cui-nicola-visse.-l-infanzia

https://portalebambini.it/storie-leggenda-san-nicola/

https://www.focus.it/cultura/storia/come-nata-la-leggenda-di-babbo-natale

https://triestearcana.com/2018/12/09/chi-sono-i-krampus-aiutanti-di-san-nicola/

Grazia Tanzi

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