FOGLI SPARSI
Vagabondaggi di riflessioni e ricordi, appuntati senza un ordine preciso,
su fogli sparsi
Rubrica a cura di Grazia Tanzi


Il cavaliere dalla Ridente Figura.
Angelo Fortunato Formíggini (2)

Abbiamo lasciato il Cavaliere dalla Ridente Figura al banchetto della festa tassoniana (v.parte prima), e…

 Pur tra il clamore delle feste, dei cortei e delle libagioni Formiggini s’è garbatamente insinuato nel mondo editoriale.  […] burlescamente narra che «un bel mattino di maggio, nel 1908, svegliandomi mi accorsi che avevo le mani come prima, il naso come prima, tutto come prima, pur essendo completamente diverso: non ero più uno studioso, ero diventato un editore»

(Antonio Castronuovo, Libri da ridere)

Un po’ di anni dopo dichiarerà:

Da un bizzarro evento, che io stesso avevo provocato, nacquero le mie prime edizioni, senza che io avessi allora il deliberato proposito di darmi all’editoria. […]

Buttai la tonaca professorale alle ortiche, dopo averla appena indossata in un liceo privato di Bologna, per seguire la mia vocazione, con grande spavento dei miei che presagivano che avrei finito per dissipare il patrimonio domestico. (Antonio Castronuovo, Libri da ridere)

Il logo della casa editrice

I fatti confermarono quei timori. L’idea che Formíggini ha dell’editoria non é esattamente volta al profitto; si nasce editori come si nasce poeti aveva detto. E  aveva anche dichiarato di essere un signore che si diverte a stampare libri belli.

L’attività editoriale e di promozione culturale di Formíggini è vasta, variegata e di altissimo livello; dalla Liberazione in poi molti sono stati gli studiosi e i testi che se ne sono occupati. Qui non si potrà che riferirne per sommi capi e attraverso qualche rimando per chi volesse approfondire.

Diverse e ricche le sue prestigiose collane: la  Biblioteca di filosofia e pedagogia; gli Opuscoli di pedagogia e filosofia; ai quali si affianca la Rivista di Filosofia, organo della Società Filosofica Italiana. Segue la collana Profili dedicata alle grandi personalità della cultura destinata ad un pubblico più ampio non aridi riassunti eruditi, ma vivaci, sintetiche e suggestive rievocazioni di figure attraenti e significative […] [che] soddisfano il più nobilmente possibile all’esigenza, caratteristica del nostro tempo, di voler molto apprendere col minimo sforzo […].

E ancora, con l’apertura delle Odi di Massimo Bontempelli, viene pubblicata  la serie dei Poeti italiani del XX secolo. Al catalogo si aggiungono la Rivista pedagogica e Bios rivista di biologia generale; la collana Biblioteca di varia cultura e Filosofi italiani.

Ma è a Genova, nuova sede della casa editrice, che produce er mejo fico der mio bigonzo, il più bel fico del mio cesto,  la collana della quale andava più fiero: i Classici del ridere. una delle collezioni più originali del  primo Novecento.

La collana annovera autori di vari paesi ed epoche, classici molto noti e autentiche scoperte e riscoperte. Ne vien fuori un panorama ricco e variegato dei tanti modi del ridere. Tuttavia  non si tratta di intrattenimento leggero, ma piuttosto di una rassegna letteraria di grandi autori dell’umorismo, che offre visioni laterali sulla realtà, smontandone la retorica e le ipocrisie.

Nel 1916 trasferisce la casa editrice a Roma, qui fonda un mensile d’informazione libraria, L’Italia che scrive con l’intento di esaminare  tutte le principali questioni inerenti alla vita del libro italiano in quanto esse sono essenziali alla vita spirituale della nazione. Infaticabile, fonda la Casa del ridere, una biblioteca dell’umorismo, raccogliendo ogni tipo di materiale attinente, non solo libri.

Ora comincia a delinearsi la personalità di quest’uomo straordinario. Lo abbiamo visto ancora liceale autore di una burla che è già un abbozzo di satira, fustigazione di ipocrisie, ancora immatura ma chiara negli intenti. E poi eccolo, neolaureato, annunciare il suo dottorato come un necrologio, un addio al mondo spensierato della giovinezza. Ma soprattutto è il “pesce d’aprile” della sua tesi che colpisce: satira, umorismo, contro la seriosità ipocrita e moralista delle istituzioni, che neppure fanno il proprio dovere, ben rappresentate dai docenti che accolgono una tesi burla perché non l’hanno verificata. Perché dietro la beffa c’è l’amore e il desiderio di un sapere e di una cultura autentici, che possono passare anche attraverso la leggerezza dell’umorismo, che non è superficialità, ma il modo più efficace di mostrare che, spesso, nelle istituzioni paludate, come nella fiaba, il re è nudo. E tutto il suo appassionato lavoro di editore, lo dimostra: libri di elevato contenuto, per specialisti e studiosi, e libri per la gente comune, più accessibili, ma non meno privi di valore culturale, perché i libri sono  essenziali alla vita spirituale della nazione.

Nel 1921 Formíggini crea l’Istituto per la Propaganda della Cultura Italiana che prenderà in seguito il nome di  Fondazione Leonardo per la Cultura Italiana. Egli ne è amministratore, ma il ministro Giovanni Gentile si oppone al progetto di Formíggini di creare una Grande Enciclopedia Italica ispirata alle idee scientifiche del positivismo, perché contrario alla propria filosofia idealistica. Formíggini il 23 febbraio del 1923 è costretto a dare le dimissioni e, nel 1925, la fondazione viene inglobata dall’Istituto Nazionale Fascista di Cultura, presieduto dallo stesso Gentile, si tratta né più né meno, che di una espropriazione violenta.

Prestiamo attenzione alle date, il fascismo è appena salito al potere. Questo è solo il primo colpo, quello di grazia arriverà con le leggi razziali nel 1938.

 La sua vendetta è la pubblicazione di uno scritto satirico pubblicato nell’ottobre del 1923, La ficozza filosofica del fascismo e la marcia sulla Leonardo.

La ficozza, in dialetto romanesco, è il bernoccolo che spunta sulla testa in seguito ad un colpo inferto: per lui, Gentile era entrambe le cose, il colpo e il bernoccolo,  cresciuto sulla testa del fascismo. La marcia sulla Leonardo è un evidente riferimento alla marcia su Roma. Nel testo sono riportate notizie biografiche, i resoconti della sua attività editoriale;  non mancano gli strali satirici contro Gentile, e lo sfogo per il sopruso subito. Il Fascismo sta muovendo i primi passi, Formíggini non ne ha ancora un’immagine del tutto negativa, ma già comprende che

[…] il fascismo è una gran bella cosa visto dall’alto; ma visto standoci sotto fa un effetto tutto diverso.

Nonostante tutto, non demorde e mette in cantiere una gran quantità di collane e di libri straordinari, di cui sarebbe troppo lungo parlare qui, chi volesse approfondire troverà in calce tutti i riferimenti.

Alla straordinaria qualità e varietà  della produzione editoriale però non fa riscontro un altrettanto successo economico. L’azienda è in perdita, per sostenerla Formíggini è costretto a vendere diverse proprietà di famiglia e a trasformare la casa editrice in una società per azioni.

La fine tuttavia non avverrà per cause economiche come vedremo.

(Continua)

Bibliografia

Antonio Castronuovo Libri da ridere Ed. Stampa Alternativa

Alessandro Tassoni  La secchia rapita Varie edizioni

Marco Ventura Il fuoruscito Ed. Piemme

Vittorio Ponzani Dalla “filosofia del ridere” alla promozione del libro Settegiorni editore

Sitografia

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Angelo_Fortunato_Formiggini

https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1908/la_festa_mutino_bononiense

https://www.treccani.it/enciclopedia/angelo-fortunato-formiggini_(Dizionario-Biografico)/

https://www.movio.beniculturali.it/beu/lagrandeguerranellarchiviodicasaridereformiggini/it/5/la-vita-di-a-f-formiggini

non scampa, fra chi veste da parata, chi veste una risata.

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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