Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


Anne Coates (1925 – 2018)

L’attività specifica del montaggio si riferisce al momento in cui le varie scene girate vengono tagliate e assemblate in un continuo che dà al film un ordine, uno stile ed un ritmo preciso. Ovviamente è una attività a discrezione del regista e del produttore, ma l’abilità di un buon montatore è quella che fa la differenza.

In Italia abbiamo ottimi montatori e montatrici di pellicole cinematografiche, ma quello che pochi sanno è che il miglior montaggio (editing) di sempre è stato fatto dalla leggendaria Anne Coates. La sua abilità ed il suo stile hanno influenzato quello di quanti sono venuti dopo di lei e ha dato all’attività del montatore il peso che merita all’interno della produzione di un film.

Prima di leggere la storia di questa grande editor inglese, se non la ricordate o non l’avete mai vista, andate a guardarvi in rete una scena particolare del film “Lawrence d’Arabia” (David Lean, 1962), quella in cui il protagonista guarda spegnersi un fiammifero soffiando sulla fiamma morente. E’ l’esempio migliore di quella che si può considerare l’arte del montaggio di un film: la fiamma si spegne e nello stesso momento sorge il sole, quasi senza soluzione di continuità. Per questa scena Anne Coates ha ricevuto l’Oscar per il miglior montaggio nel 1963.

Anne Coates ha avuto una carriera sessantennale, dagli anni ’50 del secolo scorso fino al 2010. Iniziò come assistente di un montatore di film religiosi, ma ben presto si affermò per il suo stile e le sue capacità che mise a disposizione di registi e produzioni trasversali, montando film di studi affermati e di autori emergenti e con scarso budget, mantenendo sempre uno standard altissimo. Si adattò con successo ad ogni sviluppo tecnologico necessario e padroneggiò perfettamente ogni passaggio, imprimendo una impronta artistica che ha fatto del montaggio un fattore determinante per la trama e la sceneggiatura di una pellicola.

Studiando a fondo gli attori e la loro recitazione in relazione al ritmo del film, la Coates riusciva a stabilire i tempi di progressione tra gli sguardi e le parole di un dialogo o di una azione, cosa che andava molto oltre ad una semplice attività tecnica. Un esempio di questa capacità si può ammirare nel film “Assassinio sull’Orient Express” di Sidney Lumet (1974), in cui il ritmo e il movimento delle ultime scene sta tutto nei passaggi di inquadrature tra gli attori, chiusi in un luogo stretto e quindi praticamente immobili. Nelle scuole di montaggio i suoi “trucchi” sono ancora oggi considerati dei classici da analizzare e da studiare.

Anne Coates è mancata nel 2018 all’età di 92 anni, viene ricordata soprattutto per aver portato quella che era considerata l’abilità di taglia e cuci, a cui le montatrici venivano deputate per affinità con il lavoro femminile, ad un livello di professionalità artistica che ha fatto da apripista nell’industria del cinema e ha indicato la strada per il raggiungimento di determinate qualità di un film.

La figlia, Emma Hickox, ha intrapreso la stessa attività.

https://www.youtube.com/watch?v=0ccB1KTzr9o&t=16s

https://www.premiumbeat.com/blog/film-editing-legacy-anne-coates/

https://www.shutterstock.com/blog/women-in-post-production

Provenienza dell’immagine:

http://womenfilmeditors.princeton.edu/coates-anne-v/

Patrizia Brugnoli

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

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