Son zeneize, riso ræo, strenzo i denti e parlo ciæo“: abbiamo preso spunto da questo motto, che riassume molte delle caratteristiche dei genovesi, per dare un titolo alla nostra rubrica di satira. “Sono genovese, rido di rado, stringo i denti e parlo chiaro“, questa la traduzione letterale in italiano e questo vuole essere questa rubrica che attraverso il sorriso, spesso amaro, della satira vuole parlare chiaro, magari a denti stretti

ALBERI INFINITI

“Delle piante di arancio amaro di Pegli ne parla anche Guido Gozzano” ricorda, in estasi letteraria, alla stampa, l’assessore alle Manutenzioni Mauro Avvenente e tira dentro la Soprintendenza.
D’accordo, ma non è detto che debbano essere sempre quelle del 1905! Poverine, invecchiano e muoiono come tutti gli esseri viventi. Anche se i lecci possono vivere più di mille anni… 

Allora perché non scomodare i giardini pensili di Babilonia o, per rimanere sulla poesia:
“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar?”
Forse più che di filosofia teoretica della manutenzione sarebbe, dopo lunghi anni di degrado ed abbandono del verde, passare finalmente all’azione.
Tra alberi ormai fuori controllo per la crescita, ceppi pieni di polloni, monconi e crateri vuoti piazza Bonavino, via Vespucci e viale Modugno sono una desolazione. Laddove l’albero manca del tutto, alla chetichella il parcheggio diventa extralarge, ideale per un pick up od un camion.
Si ipotizza una riduzione ad un solo lato creando un’asimmetria inestetica.
E come sarebbe bellissimo invece nutrire persino delle ambizioni. Che so proseguire le alberature, laddove possibile, in via Sabotino, Via Pavia, Via Ricasoli (dove c’erano ad inizio novecento nel primo tratto) estendendo e completando i quadrilateri verdi.
Come recitava un altro poeta pegliese :
“Quando sei qui a Pegli
Questa strada non ha più ceppi
Ma alberi
Alberi infiniti…”

Gian Paolo Sacco

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