Jane Robins “Il magnifico Spilsbury” Ed. Einaudi

Diciamo subito che non si tratta di un giallo, di una storia di fantasia. È   invece la storia vera – meticolosamente raccontata sulla scorta di documenti storici – di tre giovani donne,  morte  subito dopo il matrimonio,  per annegamento nella vasca da bagno. Sembrerebbero banali incidenti domestici, ma qualcosa non quadra.

Le tre ragazze, Bessie Mundy, Alice Burnham e Margaret Lofty hanno qualcosa in comune:  nubili e romantiche, sognano di trovar marito.; tutte  hanno incontrato uno sconosciuto, simpatico e loquace, e lo hanno sposato.  Ed è proprio scavando nella vita privata di queste donne che si arriverà al colpevole.

Il caso delle “spose nella vasca da bagno”, viene affidato ad un giovane patologo forense, Bernard Spilsbury (1877 –1947) che si occupò di moltissimi casi di omicidio dell’epoca conseguendo fama, notorietà e apprezzamento professionale, grazie alla sua abilità ed ai mezzi innovativi da lui utilizzati. Sono i primi tentativi, ancora rudimentali, di applicare metodi scientifici alle indagini: Spilsbury, carismatico e sicuro di sé, ne è un convinto sostenitore. Siamo all’inizio del primo conflitto mondiale, ma il pubblico, nonostante la paura dei minacciosi Zeppelin,  segue con spasmodica attenzione questo caso avvincente, forse anche per non pensare, almeno per un po’, all’incubo della guerra.

Un libro di piacevolissima lettura, che unisce alla narrazione accattivante della vicenda, la documentazione storica e di costume. Un saggio atipico dal quale veniamo a conoscere la storia della vita quotidiana inglese e la condizione delle donne nel primo Novecento.

Grazia Tanzi

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