Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


Aminta Ross – Harriet Tubman

Nata a Dorchester, Maryland 1822 (?) e deceduta ad Auburn, 1913

Il film di Kasi Lemmons “Harriet” (2019) è stato ispirato alla vita di una donna, Minty Ross, che rese possibile la fuga di centinaia di schiavi dalle piantagioni del Sud degli Stati Uniti. Il film, che non fu accolto da una critica benevola nonostante l’ottima prova della protagonista principale, ha contribuito a far conoscere questa donna la cui vita fu veramente sorprendente.

Si suppone che Araminta Ross sia nata nello stato del Maryland tra il 1822 e il 1825 da una famiglia di schiavi. Sia lei che i fratelli furono più volte venduti ed occupati come schiavi nelle piantagioni e nelle case padronali, subendo abusi di ogni genere. Da bambina, la Ross fu colpita alla testa da uno dei sorveglianti mentre cercava di aiutare un altro schiavo a fuggire, cosa che le lasciò delle terribili cefalee e crisi epilettiche per tutta la vita. Nel 1844 si sposò con un uomo nero libero, John Tubman, e assunse il nome di battesimo della madre, Harriet. Sebbene il marito fosse libero, lei continuò a rimanere schiava fino al momento in cui decise di fuggire. Nonostante fosse piccola e malata, nel 1849 riuscì nell’impresa. Una volta arrivata nel territorio di affrancamento però continuò l’attività di traghettatrice di schiavi fuggiaschi tramite l’associazione della “Ferrovia sotterranea”, portando in salvo centinaia di persone. Per la sua attività segreta, assunse il nome di battaglia di “Moses”.

Nel 1859 il senatore repubblicano William H. Seward, che la conosceva per le sue gesta e il suo coraggio, vendette a Tubman un terreno vicino Auburn, nello stato di New York, che lei sfruttò come porto sicuro per gli schiavi in fuga.

La Storia la ricorda inoltre per la sua partecipazione alla guerra di Secessione: per l’esercito dell’Unione degli stati del Nord, fu esploratrice ed infermiera. Grazie alle sue attività spionistiche e al suo coraggio, furono ricondotte alla libertà più di 700 persone. E’ ricordata inoltre per il suo attivismo a favore del suffragio femminile.

Morì nella sua casa di Auburn nel 1913, per una polmonite contratta qualche tempo dopo aver subito un intervento di neurochirurgia al quale si era sottoposta per i suoi problemi neurologici, e in stato di indigenza. La sua figura è stata di grande ispirazione per il movimento di liberazione delle persone afroamericane. Gruppi musicali e canzoni portano il suo nome.

L’autore americano Colson Whitehead vinse nel 2017 il premio Pulizer con il suo romanzo “La ferrovia sotterranea” ispirato alle vicende vissute da Harriet Tubman.

Per chi invece volesse spiegare ai ragazzi quale fu l’importanza di Harriet, Francesco D’Adamo ha scritto un libro per ragazzi (dai 10 anni) dal titolo: “Oh, Harriet!”. La storia è avvincente ed avventurosa, non vi deluderà!

https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=Minty+Ross#cns=1

https://www.morganhillhistoricalsociety.org/post/who-was-minty-ross

https://it.wikipedia.org/wiki/La_ferrovia_sotterranea

https://journals.openedition.org/oltreoceano/534

Patrizia Brugnoli

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