Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


LE RAGAZZE DI GLASGOW

Prima delle ragazze del Bauhaus, che abbiamo conosciuto in un articolo pubblicato in precedenza, ci furono le ragazze di Glasgow.

L’Art & Craft fu un movimento che si sviluppò dal 1880 al 1920 nelle isole britanniche, ma in particolare in Inghilterra e Scozia. I principali esponenti furono William Morris e Charles R. Mackintosh

Il Movimento nacque come rifiuto e contrapposizione di ciò che era stato mostrato al mondo nella esibizione mondiale del 1851, giudicata pacchiana, volgare, manierista. Lo scopo del nuovo movimento era quello di far aderire tra loro il pensiero, l’arte e l’artigianato come unica manifestazione del lavoro dell’uomo e della sua vita. Non a caso si riferivano alla tradizione e alla natura, in contrapposizione allo sfruttamento del lavoro industrializzato. Morris, in particolare, nel suo lavoro riuniva artigianato e decorazione, colore e stile, tradizione e ricerca della semplicità. Era un’arte decorativa e architettonica essenzialmente floreale, che cercava di riprodurre quegli influssi medioevali gotici, romantici e simbolici che avevano caratterizzato la cultura popolare.

Nei primi anni del XX secolo, le decorazioni divennero sempre più stilizzate, fino a confluire, verso il 1930, nel Modernismo che spogliò i disegni floreali, virando verso l’espressione geometrica della figura e delle forme, mantenendo solo le linee architettoniche essenziali.

La Scozia, con la sua scuola – laboratorio di Charles Mackintosh, fu la più attiva sia nel mantenere i principi generali dell’Art & Craft, sia nello sviluppare un nuovo corso artistico manifatturiero ed architettonico, riuscendo anche ad influenzare altri Paesi, tra cui la Germania (vedi il movimento del Bauhaus di cui abbiamo già parlato) l’Austria con la sua Secessione ed ebbe una grande espansione anche nell’America del Nord.

Nel 1968 si tenne a Glasgow una mostra dedicata ai Glasgow Boys, artisti che avevano assorbito l’insegnamento dell’arte floreale, ma erano al contempo riusciti a traghettare la tradizione verso la modernità. Uno dei curatori della mostra, William Buchanan, contribuì al catalogo, dedicando il suo intervento al lato nascosto e sottostimato della produzione artistica femminile del movimento e coniando il termine “Glasgow Girls”. Ma ci vollero altri anni prima che fosse messa in risalto la complessità del contributo delle Glasgow Girls, oggi largamente riconosciuto.

Le ragazze lavoravano spesso lontane tra loro, ma si mantenevano in contatto e si sostenevano l’un l’altra. Le loro opere riguardavano la tessitura, la ceramica e l’oreficeria, ma anche la pittura e la scultura. Alcune finirono per aprire laboratori condivisi in cui si ritrovavano a discutere artiste e scrittrici. Nel 1882 fondarono anche una società per promuovere le loro opere. Parteciparono a molte mostre anche a Parigi e a Torino, ma le critiche furono svalutanti e le relegarono ad una produzione essenzialmente domestica, in voga solo nelle sale da Tè. Le ragazze e le loro produzioni scomparvero del tutto dopo la Prima guerra mondiale, ma così non fu per i Boys, i ragazzi, e in particolare per Machintosh. Per vederle di nuovo oggetto di interesse si dovrà attendere la rivalutazione che ebbero nel 1990, quando Jude Burkhauser dedicherà a loro una intera mostra, evidenziando il valore del loro stile e del loro contributo non di minor valore rispetto a quello dei loro colleghi.

I loro nomi erano:

Bessie MacNicol, (1869–1904), pittrice

Jessie Marion King, (1875-1949), illustratrice, decoratrice e designer

Margaret and Frances Macdonald, (non) passate alla storia in quanto mogli rispettivamente di Charles Mackintosh e un altro artista del movimento, Herbert Macnair, ma grandi esperte nell’incisione e nelle litografie

Helen Paxton Brown, (1876 – 1956) decoratrice su carta e pelle

Stansmore Dean (1866–1944) and Annie French (1872–1965) , pittrici e decoratrici

Evelyn Carslaw (1881-1968), pittrice paesaggista

Eleanor Moore (1885-1955), pittrice, madre di Alisa Tanner, a cui dobbiamo il libro “The Glasgow Girls”.

A Norah Neilson Gray (1882–1931), pittrice ritrattista, dedicheremo in futuro un intero articolo.

Se consulterete i cataloghi delle loro produzioni artistiche, ne sarete impressionati.

Fonti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Arts_and_Crafts_movement

https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Glasgow

http://www.helensburgh-heritage.co.uk/index.php?option=com_content&view=article&id=695:norah-neilson-gray-glasgow-girl&catid=81:the-arts&Itemid=458

https://en.wikipedia.org/wiki/Royal_Glasgow_Institute_of_the_Fine_Arts

https://www.highlifehighland.com/inverness-museum-and-art-gallery/the-glasgow-boys-and-girls/

Patrizia Brugnoli

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

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