Muhammad An-Nafzawi “Il giardino profumato” Ed. SE

Ho esitato a lungo prima di presentare questo testo che ritengo di grande bellezza contenutistica e di stile – oltre che una preziosa documentazione storica e sociologica – perché temevo che potesse essere frainteso. La religione islamica che si preoccupa di regolamentare ogni momento della vita pubblica e privata dei fedeli, considera il sesso, contrariamente a quanto avviene nel cristianesimo, come un dono fatto all’uomo e alla donna direttamente da dio, un piacere che i credenti devono gustare integrandolo in maniera armonica con l’intera esistenza e con la fede. La pratica sessuale deve dunque essere conforme allo scopo che le è proprio, piacere e riproduzione, e condotta in modo da essere gradita a dio, a questo fine vennnero composte e diffuse opere di precettistica sessuale, questo libro ne è un esempio. Il testo descrive con dovizia di particolari l’atto sessuale dai preliminari ai profumi che uomo e donna devono usare; illustra dettagliatamente le diverse posizioni (non solo quella del missionario); specifica, con una certa pedanteria, la nomenclatura degli organi interessati; fornisce all’uomo le istruzioni per la soddisfazione della sua compagna; non trascura di sottolineare le buone maniere durante e dopo l’amplesso: elenca i rimedi per l’impotenza, l’esiguità del pene, l’eiaculazione precoce, la frigidità; tratta della gravidanza, dei rimedi per evitare l’aborto; insomma non trascura nulla. L’esposizione è analitica, precisa, dettagliata e intercalata da frequenti ringraziamenti e invocazioni all’Onnipotente, un’associazione fra sacro e profano che a noi può sembrare strana.”Lode a Dio che pose il supremo piacere degli uomini nella vulva, e quello delle donne nel membro!” Invano cercheremmo nei testi cristiani un simile ringraziamento all’Onnipotente! ” Dio pose il piacere del bacio nella bocca, nelle guance e nel collo, e il piacere dell’abbraccio nel petto; Egli donò all’uomo il piacere di suggere labbra umide e fresche: tutto ciò fa rizzare il membro all’istante”.Nulla a che vedere con l’affermazione di S.Paolo “meglio sposarsi che bruciare.”.Molto interessante anche la postfazione che commenta il testo, dà notizie sulla sua diffusione in Europa, fornisce alcune informazioni sull’autore, e rende conto del mutamento dei costumi in senso repressivo, dovuti all’affermarsi dell’Impero Ottomano.

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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