Marguerite Yourcenar “L’opera al nero” Ed. Feltrinelli

L’opera al nero è il romanzo della Yourcenar che mi è più caro, uno di quei libri grazie ai quali ho confermato e ampliato la mia visione del mondo, quello nel quale ritrovo i miei pensieri più convinti sul destino dell’essere umano e sul senso del suo stare al mondo. Il titolo deriva dal linguaggio alchemico, l’opera al nero è la Nigredo, la prima fase del processo che nell’Opus Magnum porterà alla creazione della pietra filosofale. Il protagonista è un personaggio di invenzione: Zenone, medico, alchimista, filosofo; la sua vita, si dipana attraverso il secolo XVI, dalla nascita illegittima a Bruges fino all’epilogo tragico. Zenone è l’incarnazione tipica del modello umano rinascimentale, affrancato dalle pastoie da ogni tipo di ipse dixit religioso o filosofico, è l’uomo artefice del proprio destino, che costruisce attraverso la ricerca del sapere, fino alle estreme conseguenze. L’inquieta e avventurosa vita di Zenone lo porta a viaggiare in Europa e in Oriente, ad esercitare l’arte della medicina al tempo della peste, presso gli umili e i potenti; sempre in anticipo sulla scienza del proprio tempo. Per la sua figura la Yourcenar ha preso a modello Paracelso, il grande chimico tedesco, Michele Serveto, dedito allo studio della circolazione del sangue, il Leonardo dei Quaderni, Tommaso Campanella.

Un libro che richiede molta attenzione.

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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