Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli


17. Rosina Fiorini Galli (1906 – 1969)

Una voce nel primo cinema sonoro

Nel 1927 la nascita del sonoro provocò un discreto cataclisma nel mondo del cinema. Se prima ad un attore o ad un’attrice erano necessarie solo la fotogenicità e l’espressività drammatica, ora si trattava di recitare davvero, di avere una buona dizione e soprattutto un bel tono di voce. Furono molti, attori e attrici, che non superarono la prova.

Ma il cambiamento si avvertì soprattutto a livello economico: erano necessari nuovi macchinari sia per montare le pellicole che per proiettarle, le sale dovevano essere adeguate al nuovo corso, e questo richiedeva investimenti e spese in un periodo non florido per la società. Inoltre, la mancanza di strutture in Europa provocò il crollo degli introiti delle produzioni americane che esportavano le loro pellicole in particolare in Italia, acquirente principale. I film inviati dagli studi cinematografici di Hollywood risultavano incomprensibili: il regime non permetteva le proiezioni in lingua straniera e gli eventuali cartelloni e sottotitoli non erano utili in un Paese che contava tanti analfabeti. La prima casa di produzione che si rese conto della necessità che gli attori parlassero italiano fu la Metro Goldwyn Mayer. La soluzione migliore al problema risultò essere un doppiaggio fatto da professionisti. I pionieri di questa nuova arte furono Augusto Galli e sua moglie Rosina Fiorini, entrambi attori di successo. I due furono assunti negli studi di Hollywood e il loro lavoro fu molto apprezzato, anche perché adottarono un metodo di doppiaggio che anche negli anni successivi risultò essere il più efficace. Così, quando nel 1933 le leggi italiane stabilirono che il doppiaggio avrebbe dovuto essere compiuto in Italia, la MGM inviò i Galli nei propri studi di Roma a coordinare il doppiaggio dei suoi film. Erano i tempi in cui veniva apprezzata soprattutto la recitazione teatrale e i più famosi doppiatori venivano dal mondo del teatro, come: Gino Cervi, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani, Rina Morelli, una giovane Anna Magnani e la bambina prodigio Miranda Bonansea, doppiatrice italiana ufficiale prima di Shirley Temple, e in seguito di Marilyn Monroe e Judy Garland.

Nel 1935 Augusto Galli fu richiamato ad Hollywood e gli studi di Roma andarono sempre più specializzandosi, fino al 1938 quando tutto crollò. Al fine di sostenere l’industria cinematografica interna (autarchia), il regime fascista penalizzò la distribuzione dei film stranieri che diminuì drasticamente sul mercato italiano. Le produzioni americane si ritirano e di conseguenza il doppiaggio finì di essere un ramo artistico privilegiato.

Rosina Fiorini, che era stata famosa negli Stati Uniti e aveva lavorato tanto intensamente a Roma, sia come doppiatrice, sia come assistente del marito, tornò ad Hollywood e divenne la voce italiana ufficiale per attrici come Joan Crawford, Marie Dressler, Myrna Loy e Lana Turner. Recitò anche in molti film stranieri e italiani, 46 per la precisione, ma le vennero dati solo ruoli di piccola importanza.

Nel dopoguerra la coppia tornò a lavorare negli studi della MGM a Roma. Rosina recitò per l’ultima volta sul set del film “La tratta delle bianche” del 1952, con la regia di Luigi Comencini, film dove oggi non viene menzionata nemmeno nel cast.

Di lei si sa solo che morì in Spagna nel 1969. L’esistenza di un figlio non è data per certa.

Contrariamente a quanto successe ad altre doppiatrici degli anni ’30, a Rosina Fiorini non è stato attribuito alcun riconoscimento.

Patrizia Brugnoli

PICCOLE STORIE IN BIANCO E NERO GIA’ PUBBLICATE

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