Mercoledi 26 Luglio 2022 ore 18,30 presso la Scuola dell’Infanzia “E.Giribone” , commemorazione delle Martiri della Libertà Lina Castelli e Maria Pescio organizzata dalla Sezione ANPI del quartiere Fornaci.

Di Angelica Lubrano

80 anni fa, il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo sfiduciò Mussolini, il re lo fece arrestare e al suo posto fu chiamato il maresciallo Badoglio.
La gente scese nelle piazze esultante nella speranza della fine della guerra. Cominciò ad abbattere tutti i simboli del ventennio, dando l’assalto al palazzo della federazione fascista e al carcere S. Agostino a Savona, dove erano rinchiusi alcuni detenuti politici.
La Milizia Portuaria fascista il 26 luglio aprì il fuoco sulla gente in strada dai locali occupati ora dall’asilo Emma Giribone, colpendo a morte due donne, Lina Castelli e Maria Pescio.
Lina e Maria furono le prime martiri vittime dei fascisti nel savonese. Sono ricordate nella lapide sul muro dell’asilo insieme a Emma, nome di battaglia di Angela Giribone in Vallecelli uccisa il 22 novembre 1944 all’età di 46 anni, per la sua adesione alla lotta partigiana. A lei è intitolato l’asilo, per volontà dell’UDI di cui fu la prima sede nel dopo guerra. Qui l’UDI realizzò una grande impresa di solidarietà sociale e civile, i TRENI DELLA FELICITÀ: circa 70.000 bambini raggiunsero la Liguria, l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana dalle Regioni più colpite dalla distruzione, dalla miseria, dalla fame e dall’abbandono, in un viaggio verso la salvezza, in attesa di tempi migliori.
Con Emma, Lina e Maria vanno ricordate le altre martiri di quella Resistenza taciuta, che solo a distanza di tanti anni dalla fine della guerra ha cominciato a trovare diffusione:
Ines Negri, Luigia Comotto, Paola Garelli, Franca Lanzoni, Abbo Germana, Basso Teresa, Erminia Ferrari, Armida Goso, Ines Gravano Alice Leonelli, Lucia Marenco, Angela Parodi, Maria e Rina Roberto, Giovanna Viale e Teresa Zerbone, fucilate o deportate, tutte martiri della Resistenza savonese.

Grande e significativo fu il contributo delle donne antifasciste alla lotta di Liberazione. Le partigiane italiane decorate con medaglie d’oro al valor militare furono 19, ma i dati ufficiali scontano criteri di riconoscimento per lo più puramente militari, non prendendo in considerazione i “modi diversi”, ma non per questo meno importanti, né meno pericolosi, con cui le donne parteciparono alla Resistenza.
Quando parlo con chi visse quei giorni drammatici sorgono ricordi, eventi dolorosi, tragedie, non riportate nelle storie ufficiali, ma non meno importanti, di donne che misero a repentaglio la loro sicurezza, per aver ospitato i partigiani, per aver trasportato un po’ di polenta o i dispacci per i collegamenti fra brigate, o per aver cucito un fazzoletto rosso.
Noi non c’eravamo, ma abbiamo deciso di raccogliere quell’eredità enorme di valori, di principi, di significati che fu la Resistenza. A noi tocca salvare nella memoria il ricordo del sacrificio di chi si è immolato per la nostra Libertà. Per molto tempo a commemorare quelle eroine, ci fu la figura leggendaria di Rosalda Panigo. Oggi abbiamo il piacere di ospitarne la nipote, Licia. Rosalda fu la Presidente dell’ANPI Fornaci, dove svolse il suo ruolo di maestra, ottenendo per la scuola di Fornaci il nome “25 APRILE”.

Fu una donna coraggiosa e preparata; farne le veci è impresa impossibile, per me è un onore, ne raccolgo l’impegno consapevole della mia inadeguatezza. Ma tutti noi dobbiamo essere forti e metterci all’ascolto di quegli uomini e di quelle donne che sono ancora capaci di raccontarci quanto sia feroce la guerra, tutte le guerre. Quanto subdolo sia il richiamo all’egoismo e al fanatismo sociale, economico, razziale, religioso o culturale.

Quanto ancora importante sia rinnovare la volontà di resistere tramandando i valori di solidarietà, di giustizia e di libertà rappresentati nella RESISTENZA e fissati nella nostra COSTITUZIONE.

Angelica Lubrano

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