IN PUNTA DI PENNA
Gli editoriali del caporedattore
Antonello Rivano

Lustrini, paillette e barche a vela

Senza entrare nel merito dell’Ocean Race, evento velico di chiara e provata importanza internazionale, ci sembrano doverose alcune riflessioni.
La prima sembra strano che nessuno l’abbia messo in evidenza: se in cinquant’anni non si era mai proposto un porto italiano…ci sarà un motivo?
Da “ignoranti in materia” e fatti i “conti della serva”, viene da pensare che sia perché il rapporto Costi/Benefici non sia cosi vantaggioso (probabilmente non lo è per nulla) per chi deve metterci i soldini, Comune o Sponsor che sia.
A tal proposito è ancora poco chiaro chi abbia messo i soldi che in gran parte andranno alla società che ha organizzato l’evento (8,3 milioni di Euro) e ai soliti “superconsulenti”. Con ogni probabilità si è andati ben oltre i 12 milioni preventivati nel 2019 e lontani dagli otto milioni sperati per le sponsorizzazioni. Su questo tema, e per avere quelle risposte che il Sindaco non aveva dato in consiglio comunale, è stata richiesta, e probabilmente sarà messa all’ordine del giorno per il 14 Luglio, una Commissione Consiliare.
Anche se dovremo metterci dei soldi – aveva detto Bucci – si tratterà di un investimento, per ogni euro speso ne avremo ricevuti di ritorno in turismo e occupazione”. A proposito di occupazione va rimarcato che tantissimo è stato fatto da “volontari” che hanno fornito la propria opera in forma gratuita, come sembra piacere al sindaco Bucci.

Nel 2019 il Comune realizza uno studio per determinare il possibile impatto della Ocean Race basandosi su una relazione effettuata anni prima per Valencia (dove in passato venne organizzata l’Americas’ Cup di Vela ndr), il Comune ha pensato di indicare in 63 milioni l’impatto dell’Ocean Race sull’area metropolitana di Genova, stimando 1500 persone assunte a tempo pieno per un anno o 3000 persone a tempo parziale” hanno dichiarato i Giovani di Genova in una recente intervista su Genova24.it, affermando inoltre:“L’impatto sul mondo del lavoro al momento non si vede e anzi, i dati che emergono dai bollettini mensili della Camera di Commercio vanno nella direzione opposta. Negli ultimi due mesi infatti le rilevazioni indicano una richiesta di lavoro inferiore allo stesso trimestre dell’anno precedente.”

Nei giorni conclusivi dell’evento le strutture ricettive genovesi risultavano occupate all’ottanta percento, dato inferiore alla media stagionale.

Va dato atto di una grande affluenza per la tappa conclusiva del Tezenis Summer Festival e il Genova Dance Parade sponsorizzato da Eni, ma c’è da tenere conto, oltre al fatto che i presenti erano tutti “di zona”, dei disagi creati per il traffico. Specie per il secondo si è molto parlato, oltre dei disagi, del tanto alcool, e non solo, circolato tra i giovani e lo stato in cui si è ritrovata la zona interessata dopo l’evento., inoltre c’è da tenere conto di quanto ha riportato Telenord: “Balli, musica e colori ma tante denunce già in serata di persone che si sono accorte di non avere più cellulari, collanine e addirittura portafogli. Anche in Questura questa mattina ne sono state formalizzate almeno tre. Alcuni scippi addirittura sono stati compiuti utilizzando spray urticante o al peperoncino per disorientare le vittime. Segnalazioni anche per quanto riguarda alcune risse che si sono svolte durante l’evento musicale…”

Viene spontaneo pensare se è di questo genere di cose di cui Genova a bisogno.


Si è parlato tanto di visibilità, ma è sembrato che i grandi organi di stampa nazionali, e ancor più internazionali, si siano quasi del tutto disinteressati all’evento genovese, che ha avuto invece l’attenzione delle testate locali e dei social istituzionali di comune e provincia. Insomma alla fine il tutto ha avuto l’attenzione di un evento locale a uso e consumo di pochi e i cui costi ancora una volta dovranno essere pagati dai Genovesi…tutti.

Antonello Rivano – Caporedattore il PONENTINO
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