Dopo la lettera inviata a Papa Francesco nei giorni scorsi (leggi il nostro articolo) i Comitati del Ponente Uniti ora scrivono al Viceministro  delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi.
Nella mail inviata oggi al Viceministro i Comitati, pur prendendo atto che “l’ipotesi più inquietante del cantiere dei cassoni della nuova Diga da realizzarsi integralmente al Sesto Modulo della piattaforma portuale di Pra’ sembra essere tramontata” Si dicono preoccupati per “l’ipotesi, avanzata dallo stesso Signorini lo scorso 19 maggio, che al predetto Sesto Modulo si realizzi il “cantiere logistico” propedeutico alla realizzazione della nuova Diga foranea del Porto di Genova.” e chiedono tra l’altro che Rixi intervenga affinché cessi ogni operazione in atto sul “dentino del sesto modulo. “<Emmo za daeto!(Abbiamo già dato)>, e Lei lo sa molto bene“, così si conclude il comunicato auspicando una risposta positiva alle rivendicazioni. La mail è stata anche inviata, per conoscenza, ad Autorità Portuale, Sindaco di Genova, Presidente di Regione Liguria e Presidente Municipio VII Ponente.

IL TESTO INTEGRALE

Egregio Viceministro Edoardo Rixi,

come cittadini e Comitati del Ponente genovese, attivi fin dal primo momento, insieme ad alcuni rappresentati istituzionali del territorio, contro le ipotesi della fabbrica dei cassoni e di nuove servitù portuali e logistiche a Ponente – un territorio che Lei ben conosce essendoci nato e avendo iniziato proprio qui la sua attività politica – abbiamo seguito con grande apprensione e partecipazione l’ultimo Consiglio municipale svoltosi a Voltri lo scorso 19 maggio.

In quella sede, dentro e fuori dall’Aula, abbiamo ribadito ancora una volta che il Ponente non può accettare altre servitù e MAI LE ACCETTERÀ!

Dal corteo popolare dello scorso 25 marzo, quando 5.000 persone sono scese in strada tra Pegli, Pra’ e Voltri per dire NO a ulteriori insediamenti portuali e industriali a Ponente, alcune cose sembrano essere cambiate.

In particolare, il coordinamento dei Comitati del Ponente che raccoglie associazioni e cittadini da Sampierdarena a Voltri, non può non avere apprezzato gli indiscutibili passi in avanti che sono stati fatti da quando, un bel giorno, anzi, un BRUTTO giorno, abbiamo saputo dai giornali – e non nelle sedi istituzionali preposte (sic!) – degli squallidi, vergognosi scenari ipotizzati per il Ponente da alcuni rappresentanti delle Istituzioni, senza che questi ultimi si siano mai confrontati con il territorio su cui avevano intenzione di riversare un nuovo carico di servitù ai danni della salute dei cittadini e del benessere del territorio.

Grazie anche alla nostra reazione, l’ipotesi più inquietante del cantiere dei cassoni della nuova Diga da realizzarsi integralmente al Sesto Modulo della piattaforma portuale di Pra’ sembra essere tramontata.

Ma non ci basta. NON CI PUÒ BASTARE!

Non Le nascondiamo, gentile Viceministro, di essere ancora molto preoccupati dalle recenti dichiarazioni del presidente Signorini che mercoledì scorso, a margine della firma del protocollo d’intesa per lo sviluppo, la sostenibilità e l’occupazione di Vado Ligure, ha ribadito quanto già affermato in Consiglio di Municipio, ovvero che “Cercheremo di fare a Vado il maggior numero possibile di cassoni”. Il tutto senza escludere l’ipotesi, avanzata dallo stesso Signorini lo scorso 19 maggio, che al predetto Sesto Modulo si realizzi il “cantiere logistico” propedeutico alla realizzazione della nuova Diga foranea del Porto di Genova.

Purtroppo su Pegli, Pra’, Voltri e tutto il Ponente continua a pendere la “spada di Damocle” del “dentino” del Sesto Modulo, un’area che in base agli storici accordi del 1999 dovrebbe rappresentare l’argine fisico all’espansione della piattaforma portuale di Pra’ e che invece, con una triste e preoccupante regolarità, torna ad essere oggetto di idee, proposte e progetti di nuovi insediamenti logistico-portuali.

Idee, proposte e progetti di cui non vorremmo più sentire parlare, anche alla luce del fatto che proprio il “dentino” nasceva come opera provvisoria e invece, come troppo spesso accade a Ponente e come ben sanno i Comitati e i cittadini dei quartieri più impattati dalle attività portuali, è rimasto al suo posto.

Per questo e per gli altri motivi esplicitati in precedenza, a Lei che ha ben chiara la situazione ambientale e sociale del Ponente, chiediamo di attivarsi il prima possibile perché:

  • il “dentino” venga abbandonato dai movimenti sospetti a cui stiamo assistendo impotenti ormai da alcuni mesi;
  • sparisca il cartello recentemente installato che parla di “lavori propedeutici alla Diga”;
  • si lavori nelle opportune sedi istituzionali alla sua DEMOLIZIONE, così da liberare definitivamente il “dentino” e tutta l’area circostante da ogni tentazione di sottrarre altro mare al Ponente.

Comitati e cittadini del Ponente non vogliono più sentire parlare di “cantiere logistico”. Anche su questo, come sul cantiere dei cassoni, chiediamo un suo impegno a titolo personale affinché il presidente Signorini torni sui suoi passi e le attività di cantierizzazione e realizzazione della nuova diga foranea di Genova abbiano un impatto ZERO sul nostro territorio. Il tutto da mettersi su carta, con atti formali.

Le confessiamo, come cittadini, di non sentirci tutelati da tutte le amministrazioni locali: una “sensazione” confermata ed esasperata dall’ennesimo scempio che qualcuno voleva compiere sul nostro territorio.

Come si dice in genovese, “emmo za daeto!”, e Lei lo sa molto bene.

Ci auguriamo che al più presto venga data una risposta positiva alle nostre rivendicazioni, condivise da tutta la cittadinanza del Ponente senza distinzione di colore e credo politico.

La nostra non è una battaglia di partito, ma una lotta di tutto il territorio UNITO.

Cordialmente, Coordinamento dei Comitati del Ponente

Redazione il PONENTINO

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