Il 2022 si è chiuso confermando l’ennesimo mancato rispetto, nel comune di Genova, della Direttiva Europea sulla qualità dell’aria.

La rete di monitoraggio della Agenzia Regionale Protezione Ambiente Ligure (ARPAL), presente nel comune di Genova, segnala che, lungo via Buozzi e corso Europa, non è stato rispettato il limite per il biossido di azoto.
E nelle stazioni ARPAL di Quarto, dell’Acquasola e di via Ungaretti, sulle alture di Pra’, si e’ superato anche il limite per l’ozono.

Questa situazione, inserisce Genova tra le numerose città italiane “fuori legge”, complessivamente responsabili della procedura d’infrazione comminata al nostro paese, da parte della Comunità Europea.

Visto che l’aria inquinata ci costa, come paese, una multa europea miliardaria, ma anche, annualmente, più di 60.000 morti evitabili (https://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora/morti-premature-attribuibili-allinquinamento-atmosferico) , il Sindaco di Genova, responsabile della salute dei suoi concittadini, doveva fare scelte “coraggiose”.

Traffico in Corso Castaldi e rilevatore ARPAL

L’ennesima ordinanza sindacale, che vorrebbe risolvere il problema, entrerà il vigore il primo marzo, ma non centrando il problema, e con scelte molto timide, non servirà a granché.

Il biossido di azoto si forma quando ossigeno e azoto, presenti nell’aria che respiriamo, sono sottoposti ad alte temperature e ad alte pressioni, condizioni tipiche dei motori a combustione interna.

A sua volta, il biossido di azoto, attivato dalle reazioni solari, reagisce con gli idrocarburi volatili (vapori di benzina) e forma l’ozono, un gas molto reattivo.

Quindi e’ corretto che l’ordinanza sindacale individui nel traffico veicolare la principale causa della pessima qualità dell’aria che respirano i genovesi, ma limitarsi a vietare la circolazione a auto e motocicli a benzina Euro 1 e a veicoli commerciali Diesel Euro 3, non servirà a granché.

Basta vedere i numeri: nel comune di Genova, in base alle statistiche del 2016, sono immatricolati circa 271.000 auto e 139.000 motocicli.

Poi ci sono le auto dei pendolari residenti nell’area metropolitana, dei turisti imbarcati sui traghetti, il traffico pesante indotto dai porti cittadini…

L’ordinanza sindacale, anche se fosse rispettata alla lettera, blocca solo 15.000 veicoli.

Per capire quanti veicoli bisognerebbe togliere dalle strade genovesi bisogna andare a vedere gli effetti sulla qualità dell’aria del “confinamento” Covid, dal 12 marzo al 4 maggio 2020, periodo in cui il biossido di azoto, a livello cittadino, si è ridotto del 37% e del 49% in corso Europa, con il pieno rispetto del limite del biossido di azoto di 40 microgrammi per metro cubo in tutta la città.

Questo effetto si è ottenuto fermando il 50% del traffico veicolare: 200.000 tra auto e moto da togliere dalle strade e altrettanti posti a sedere sui mezzi di trasporto pubblico e una città da riscoprire a misura di pedone.

Federico Valerio
Dottore in chimica, ha diretto il laboratorio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova. Attualmente componente del comitato direttivo dell’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova con interessi alla divulgazione scientifica sui temi della transizione ecologica.

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