Una bella e partecipata cerimonia ha festeggiato oggi la riapertura del Museo di Archeologia Ligure di Pegli dopo un periodo di lavori di messa a norma

Di Roberto Bordi

A fare gli onori di casa è stata Patrizia Garibaldi, la direttrice del Museo. La cerimonia di inaugurazione ha visto gli interventi, tra gli altri, del sindaco di Genova Marco Bucci e del presidente del Municipio VII Ponente Guido Barbazza. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di una città policentrica per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale di ogni quartiere genovese.

La riapertura del Museo è stata celebrata con una festa organizzata dal Comune di Genova in collaborazione con associazioni e realtà economiche del Ponente cittadino. Il sindaco Bucci ha scoperto anche una targa commemorativa dedicata all’archeologo siriano Khaled al-Asaad. Ad accompagnare la festa anche alcuni momenti musicali a cura della Conte Brass Band. Nel pomeriggio si sono svolte attività e laboratori per bambini e ragazzi.

Importantissimo, per le attività del Museo, il contributo dei volontari del Centro Universitario del Ponente (CUP), che affiancheranno il personale del Museo nell’accoglienza di visitatori e turisti.

Il Museo di Archeologia Ligure, inserito nella splendida cornice del Parco di Villa Durazzo Pallavicini, è il più importante della Liguria e rappresenta una delle numerose attrazioni culturali di Pegli e di tutto il Ponente genovese, che vantano un patrimonio incredibile di bellezze storiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche, spesso valorizzate al di sotto delle loro reali potenzialità.

Il Museo, inaugurato nel 1936, è ospitato nell’antica dimora nobiliare donata al Comune di Genova nel 1928 dagli eredi dei Pallavicini con il vincolo di utilizzarla a scopi culturali.

Nelle 18 sale su tre piani, il pubblico potrà tornare a esplorare sfide, crisi e successi delle due specie umane vissute in Liguria, da cui noi europei discendiamo, durante 100mila anni. Le straordinarie raccolte archeologiche raccontano infatti i movimenti di Neanderthal e Sapiens, la vita dei cacciatori dell’era glaciale, l’arrivo dei primi pionieri marittimi mediterranei, le manifestazioni artistiche e spirituali, gli accampamenti in grotta, i primi villaggi, le strade e gli insediamenti più antichi della regione.

Si scoprirà anche la nascita di Genova 2500 anni fa e i suoi primi abitanti, le relazioni col Tirreno e il Mediterraneo, le lotte dei Liguri con Roma e la fondazione delle città della Liguria come provincia romana.

Lungo il percorso espositivo, allestimenti tradizionali, strumenti, lance, materie prime e riproduzioni da manipolare e le storie di donne e uomini protagonisti di episodi cruciali mirano a coinvolgere visitatori diversi per interessi e caratteristiche. Grande novità l’apposizione lungo le sale espositive di alcuni QR Code al fine di aumentare l’accessibilità per le persone disabili.

Al Museo vero e proprio si aggiunge anche la “Grotta dell’Archeologia”, realizzata in Villa Doria nell’area di accesso ad un rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, dove il pubblico potrà rivivere momenti ed esperienze “quotidiane” della vita nelle grotte liguri oltre 6000 anni fa.

Roberto Bordi

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