Martedì 13 dicembre i rappresentanti di Pegli Bene Comune, Comitato Lido di Pegli, e Fondazione PRimA’vera, con l’appoggio esterno di Comitato Palmaro, sono stati ricevuti in “audizone” a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova e del Consiglio Comunale, in conferenza capigruppo, per esprimere formalmente il loro dissenso al progetto della fabbrica, presso il “Sesto Modulo” del Porto di Pra’, dei 104 “cassoni” della nuova Diga di Genova

Le associazioni avevano chiesto e ottenuto l’incontro, grazie anche all’interessamento del consigliere comunale Filippo Bruzzone, per esprimere la propria ferma opposizione alla possibilità (da tempo ventilata) che le parti che formeranno la futura diga del porto di Genova vengano assemblate e/o costruite all’interno del porto di Prà. Vale a dire in un contesto urbano, quello del Ponente genovese, da tempo sottoposto a servitù portuali e industriali. I comitati hanno rimarcato la mancata osservanza, già in passato, di “promesse compensative di riqualificazione” fatte dalle Autorità locali e portuali. Hanno evidenziato (supportate dal parere tecnico del geometra Polidoro) il rischio concreto di emissione di tonnellate di polveri nell’atmosfera (generate da un impianto per la produzione del calcestruzzo per la costruzione dei cosiddetti “cassoni” che poi costituiranno la diga), il transito di migliaia di autotreni, l’inevitabile rumore che si unirebbe a quello (già ben noto a tutti i quartieri della zona) delle navi operanti nel  Bacino Portuale di Pra’.

Il problema non è solo visivo, come sostengono il sindaco Bucci e l’assessore Maresca. Infatti siamo preoccupati per le ripercussioni del cementificio sulla salute dei residenti a Pra’ e in tutto il Ponente in termini di polveri volatili ed inquinamento acustico” scrive il Comitato Pegli bene Comune dando notizia dell’incontro su un post della loro pagina FB ufficiale “Ma siamo scettici anche sul destino delle aree su cui potrebbe sorgere la fabbrica di “cassoni”, aree che una volta “portualizzate” rischierebbero di non essere restituite alla cittadinanza come previsto dall’ipotesi di prolungamento a levante del Parco delle Dune. Di fronte a tante promesse in campagna elettorale, ci siamo ritrovati in cambio (solo a Pegli) prima il progetto di autoparco a Multedo e poi lo sversamento di idrocarburi nel torrente Varenna, fino all’idea di un cementificio dei “cassoni” tra Pegli e Pra’“.

Al termine dell’audizione, su richiesta del capogruppo Dello Strologo, i rappresentanti hanno fatto presente la ferma opposizione (espressa all’unanimità in una recente assemblea) del  Municipio VII Ponente. Intanto si aspettano risposte da parte del Comune.

Il testo integrale della relazione che è stata presentata in comune

Buongiorno a tutti, grazie per aver accolto la nostra richiesta di audizione.

Abbiamo ascoltato le parole del sindaco Bucci e dell’assessore Maresca, secondo i quali l’unico problema causato dalla realizzazione della “fabbrica dei cassoni” a Pra’ potrebbe essere l’oscuramento del panorama per chi vive di fronte al porto.

A quanto ci risulta, però, non è stato svolto alcuno studio che riporti i reali impatti che quest’opera avrebbe sul territorio (un territorio che, sia chiaro, è già sottoposto a problemi di stretta convivenza con il porto).

Di conseguenza, le preoccupazioni che ci attanagliano sembrano più che legittime. Ad esempio:

– quali saranno le ripercussioni sulla salute delle persone che abitano (e che hanno le loro finestre) a un km da questa fabbrica?

– conosciamo la quantità di polveri volatili che andrebbero ad unirsi a tutto quello che il Porto ci regala quotidianamente nell’aria che respiriamo? Esistono piuttosto studi che sostengono che l’incidenza dei tumori nelle aree vicino al PSA siano maggiori rispetto alle altre aree di Genova.

E poi:

– è stato realizzato uno studio sull’impatto acustico che la fabbricazione di cassoni produrrà per i prossimi “X” anni? Gli abitanti della zona Pegli-Lido e Pra’-Palmaro sono già vessati (da anni!) dal rumore incessante dei motori delle navi che stazionano in porto.

-Infine: siamo sicuri che, una volta realizzata la nuova diga, l’aera sarà dismessa e “restituita” alla cittadinanza?

Insomma, non si tratta solamente di qualcosa di “brutto a vedersi”, ma di qualcosa che preoccupa, a livello sanitario e di quiete pubblica – e non solo nell’immediato futuro – ma anche per il lungo periodo.

Nell’area in questione era stata ipotizzata la realizzazione di un prolungamento del “Parco delle dune” anche nel lato di levante: un’opera che avrebbe dovuto dare continuità alla pista ciclopedonale, restituendo una piccola area ai cittadini, quale compensazione per la convivenza con il porto. Invece si sente continuamente parlare di ampliamenti, prolungamenti, collocazione di ulteriori servitù.

Chiediamo quindi chiarezza in merito ai futuri interventi che riguarderanno quest’area, e in generale tutto il Ponente genovese.

Durante la campagna elettorale abbiamo ascoltato promesse di dislocazione dei depositi costieri da Multedo, per poi ritrovarci di fronte a proposte di Autoparco nell’area di Fondega Sud, sversamenti di idrocarburi nel torrente Varenna e adesso l’ipotesi del cementificio.

Tutto ciò non è accettabile: per questo siamo qui, a manifestare il nostro dissenso alla realizzazione di ulteriori opere che impattino negativamente sui nostri quartieri.

Il Ponentino

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