Cenni di Storia e Antropologia del territorio (8)

Di G.Walter Cavallo

Eccoci giunti all’ultimo atto di questa saga ottocentesca. Si tratta di una storia poco nota ma ricca di colpi di scena, tanto da sembrare un romanzo d’appendice.

Nel 1923 la principessa Matilde Giustiniani, dal 1921 vedova Durazzo Pallavicini, si risposerà.

Lo farà con il marchese Pierino Negrotto Cambiaso il 31 ottobre 1923. Lo farà proprio nella villa di Pegli, come viene testimoniato da una delle pagine del “Registro dei Visitatori della Villa Pallavicini”.

Prima di passare alla “nuova vita” della principessa Matilde Giustiniani voglio raccontarvi le sorti della villa di Pegli.

Nel 1928 la principessa la donerà, con il suo parco e l’orto botanico, al Comune di Genova che, con delibera n° 1925 del 12 ottobre 1928, da me visionata, l’accetterà.

Le principali condizioni indicate nell’atto di donazione sono:

  • la villa porterà in perpetuo il nome Durazzo Pallavicini;
  • il parco dovrà essere destinato a uso pubblico;
  • il palazzo esistente nella villa dovrà essere destinato a scopi culturali.

Ma torniamo alla nostra principessa Matilde Giustiniani, vedova Durazzo Pallavicini, ora coniugata con il marchese Pierino Negrotto Cambiaso.

Laureato in giurisprudenza, il marchese Negrotto Cambiaso, ricoprì molte cariche pubbliche, ma fu soprattutto un soldato. Medaglia di bronzo e croce al merito, combatté nella guerra italo-abissina (1895/96), italo-turca (1911/12), prima guerra mondiale (1915/18). La sua salute cagionevole (era emofilico) lo porterà alla morte all’età di 58 anni, nel 1925.

Busto di Matilde Giustiniani vedova Durazzo Pallavicini / Pierino Negrotto Cambiaso

A questo punto Matilde Giustiniani, da dama di compagnia, si trovò ad essere una delle donne più ricche e blasonate del suo tempo. Anche il suo atteggiamento muterà: testimonianze orali sul territorio di Arenzano ci ritornano una cordialità e generosità mai riscontrata in passato.

Villa Negrotto Cambiaso – Arenzano/Villa Negrotto Cambiaso il borgo mediovale

La villa Pallavicino di Arenzano, poi Negrotto Cambiaso, attualmente adibita a sede del Municipio, fu acquistata dal marchese Tobia Pallavicino nel XVI secolo come possedimento agricolo, dove attorno alla torre, ivi esistente e risalente al XIII secolo, venne costruita una dimora suburbana con terreni aventi funzioni agricole. Per asse ereditario si giunge sino al marchese Camillo Pallavicino (1811-1878) e alla moglie, la patrizia Luisa Sauli, che nel XIX secolo rinnovarono la villa trasformandola in un turrito castello mentre le aree circostanti, secondo la moda del tempo, in un giardino carico di sfumature romantiche. Il progetto dell’architetto Luigi Rovelli contemplava un borgo medioevale collegato al castello con laghetti, ponticelli e chioschi, tuttora esistenti. La loro figlia, anch’essa di nome Teresa, andrà sposa al marchese Lazzaro Negrotto Cambiaso, da cui il cambio di nome della dimora. Il loro unico figlio rimasto in vita, il marchese Pierino Negrotto Cambiaso (1867-1925), erediterà la villa alla morte del padre, avvenuta il primo marzo del 1902.

Villa Negrotto Cambiaso particolare

A far data dal 1925 la principessa Giustiniani considererà la sua residenza estiva la villa di Arenzano e sua dimora in città il palazzo Durazzo di Gabiano in via Balbi 1, tanto che dalla villa di Pegli farà trasferire ad Arenzano molti vasi e piante di essenze rare, mentre nell’atrio del palazzo di via Balbi trasferirà la splendida statua di Clelia Durazzo, fatta costruire da Ignazio Alessandro Pallavicini allo scultore

Villa Negrotto CambiasoLa serra

G.B. Cevasco. La principessa continuerà ad abbellire il parco della villa di Arenzano. Infatti nel 1931, alla presenza di Umberto di Savoia, ancora principe ereditario e poi ultimo re d’Italia, e della principessa Mafalda di Savoia, sua sorella, poi morta nel campo di stermino di Mauthausen, inaugurerà la serra in ferro e vetro, opera dell’architetto Cusani, da lei fatta inserire nel parco.

Villa Negrotto CambiasoLa serra/Villa Negrotto Cambiaso-Particolare

Non avendo prole, forse per non disperdere questo considerevole patrimonio, negli ultimi anni della sua vita (morirà nel 1970) adotterà Carlotta, la figlia della sorella Sofia e del barone Fasciotti.

Il resto, è un’altra storia …

Per approfondire:

Alla ricerca di Ignazio Alessandro Pallavicini
Splendore di PEGLI e dei suoi personaggi
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Giacomo Walter Cavallo
Dopo 35 anni di lavoro bancario. a sessant’anni, ha conseguito la Laurea in Storia Moderna e contemporanea e di seguito la Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università degli Studi di Genova. Svolge attività di volontariato in ambito educativo e formativo come socio presidente dell’Organizzazione di Volontariato “Seniores Liguria”. E’ membro del direttivo dell’Associazione di Promozione Sociale “Amici di Villa Durazzo Pallavicini”
(la foto del tondino è tratta da uno scatto di Angelo Lavizzari)

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