Cenni di Storia e Antropologia del territorio (3)

Di G.Walter Cavallo

“Ignazio Alessandro Pallavicini del fu illustrissimo marchese Paolo Girolamo (sic), Senatore del Regno, nato casualmente nella città di Milano, domiciliato e abitante a Genova”. Questo è il sintetico schizzo autobiografico che si trova esteso nell’atto notarile del 2 marzo 1867, da me consultato all’ Archivio Durazzo Giustiniani di Genova.

Unico erede di genitori importanti, Ignazio Alessandro Pallavicini non è un giovinetto che si possa trascurare.  Per questo il governo francese impone ai genitori, il marchese Gerolamo Pallavicini e la seconda moglie Maria Maddalena Grimaldi, l’iscrizione del figlio al collegio militare de la Flèche, di prestigiosa tradizione, ma certamente scomodo per un genovese. Paolo Girolamo, in tutti i modi, tenta di evitare la coscrizione del figlio. Scrive a Napoleone, divenuto nel mentre imperatore, chiedendo la grazia di fare seguire gli studi nel liceo di Genova, in considerazione della sua precaria salute, anche perché è l’ultimo figlio rimasto vivo, la sola consolazione della madre. Tutti i tentativi hanno esito negativo. Paolo Girolamo e la moglie, dall’aprile al dicembre 1810, sono a Parigi, dove hanno colloqui con vari notabili a cui garantiscono “concreta riconoscenza” a chiunque possa aiutarli.

Alla fine, il 31 marzo 1812, riescono a vedere il figlio “radiato per tisi”.

Ignazio Alessandro può tornare a Genova, per “curarsi” e proseguire gli studi. Come si vedrà in futuro, il giovane Pallavicini vivrà sino a settantuno anni, senza alcun problema polmonare. Dodicenne, si stabilisce nel palazzo di famiglia, situato oggi in via XXV aprile al civico 12, a quel tempo via Carlo Felice. L’anno 1833, per la famiglia Pallavicini è importante. Il 18 febbraio, nella sua dimora cittadina, Paolo Girolamo muore. Passano alcuni mesi e a Ignazio Alessandro, all’età di trentatré anni, viene proposta la carica di Decurione nell’amministrazione cittadina, E’ il primo maggio, e nella sua lettera di accettazione, cita il padre che, “per sovrano volere sostenne la pregevolissima carica di Sindaco”. Qualche anno dopo, nel 1837, il giovane marchese entra in possesso dei beni ereditati a Pegli dalla zia Clelia Durazzo vedova Grimaldi, di cui parleremo diffusamente in seguito.

Il Palazzo Grimaldi a Pegli, poi Pallavicini, ed infine Durazzo Pallavicini, attualmente adibito a sede di museo di archeologia ligure, è il fulcro attorno al quale si sono sviluppati prima l’orto botanico di Clelia Durazzo ed in seguito il parco voluto da Ignazio Alessandro Pallavicini.

Parte del documento pubblico (1) “In morte del Marchese Ignazio Pallavicini, 16 settembre 1871, Genova” – Società di Storia Patria

Sposato con Eugenia Raggi di famiglia patrizia toscana, avrà da lei quattro figli: Girolamo, Maria Teresa Maddalena, Teresa e Paolo Girolamo. Avrà una lunga vita solo la terzogenita Teresa (1829 – 1914).

Seguendo l’evolversi della carriera pubblica del marchese Pallavicini, che tanta parte avrà nello sviluppo della cittadina di Pegli, negli anni 1843/45 lo ritroviamo invece nella carica di SINDACO a Genova (Sindaco di seconda classe l’avvocato Morra). Continuerà comunque, dopo questo triennio, a far parte del corpo decurionale della città di Genova.

In quel tempo accetta altri incarichi che conserverà più a lungo nel tempo. Nella Riunione dell’aprile 1844, i soci promotori dell’Accademia Ligustica di Belle Arti lo nominano Tesoriere della stessa. Questo incarico, una volta dismesso l’impegno di Sindaco, lo terrà impegnato ancora per molto tempo. Verrà nominato senatore del Regno di Sardegna nell’aprile del 1848 da Carlo Alberto di Savoia, dopo l’emanazione dello Statuto e la costituzione del Senato Subalpino. I senatori nominati furono 77 in totale, tra cui 11 genovesi.

Parte del documento pubblico (2) “In morte del Marchese Ignazio Pallavicini, 16 settembre 1871, Genova” – Società di Storia Patria

Vennero nominati Giacomo Balbi Piovéra, già membro del Comitato dell’ordine e comandante della Guardia Civica, il finanziere Sebastiano Balduino, l’ambasciatore Antonio Brignole Sale, i banchieri Francesco Ricci e Giuseppe Cataldi, gli alti funzionari amministrativi Federico Colla e Giuseppe de Fornari, Giorgio Doria, leader del Comitato dell’ordine, l’ambasciatore Alberto Ricci, il marchese Domenico Serra, e il nostro Ignazio Alessandro Pallavicini.

La Sede del Parlamento dello Stato Sabaudo era a Palazzo Madama, a Torino, luogo in cui i parlamentari si riunirono per VII legislature.

Con un’Italia ormai unificata dalle Alpi alla Sicilia (ma ancora mancante del Nord Est e del Lazio), il 17 marzo 1861 il parlamento riunito a Torino proclamò la trasformazione del Regno di Sardegna in Regno d’Italia. Vittorio Emanuele II ne fu il primo Re. In segno di continuità con il Parlamento Subalpino, che ebbe VII legislature, si convenne che la prima legislatura del Regno d’Italia (18 febbraio 1861- 7 dicembre 1865) procedesse con la numerazione di VIII. 

Il marchese Ignazio Alessandro Pallavicini sarà presente tra i 433 parlamentari eletti tra il 27 gennaio e il 3 febbraio 1861 ma, quando la sede del Parlamento con la IX legislatura (18 novembre 1865 – 13 febbraio 1867), verrà trasferita da Torino a Firenze, il nostro Senatore a vita non sarà più presente.

Nel 1866 cessa anche la sua lunga attività di Tesoriere dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, firmando il suo ultimo verbale il 28 giugno 1866.

1-Insegne da Gran Croce dell’ordine San Maurizio e lazzaro
2-Collare dell’Annunziata

E’ verosimile pensare che la salute abbia cominciato a non assisterlo più e quindi, anche un viaggio sino al Senato di Firenze, nuova capitale del Regno d’Italia sino al 1871, non fosse più fisicamente sopportabile.

In quegli anni, dopo il 1867 e sino al 1871, anno del suo decesso, i documenti testimoniano che si interessa  più intensamente delle sue proprietà agricole immobiliari e finanziarie, sparse su tutto il territorio ligure e anche nell’oltregiogo (Mombaruzzo): affitti, ritardi nei pagamenti, riscossione di cedole, interessi, dividendi, come anche gestione del verde, per esempio del suo parco a Pegli.

Troviamo ancora tracce del suo impegno pubblico nel Consiglio Comunale di Pegli nell’ottobre 1869, per ben quattro volte, essendo stato eletto membro della congregazione di carità. A partire dal novembre dello stesso anno sparisce.

Il marchese Pallavicini muore il 16 settembre 1871 e la città di Genova proclamerà il Lutto Cittadino. Pubblicamente verrà esposto un documento, riscontrato alla Società di Storia Patria che pubblico.

Il Marchese/ Senatore a vita Ignazio Alessandro Pallavicini verrà insignito dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (un ordine cavalleresco di Casa Savoia nato il 22 gennaio 1573 per volere del Emanuele Filiberto di Savoia) e del collare dell’Annunziata, la massima onorificenza di Casa Savoia.

Per approfondire:

Alla ricerca di Ignazio Alessandro Pallavicini
Splendore di PEGLI e dei suoi personaggi
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Giacomo Walter Cavallo
Dopo 35 anni di lavoro bancario. a sessant’anni, ha conseguito la Laurea in Storia Moderna e contemporanea e di seguito la Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università degli Studi di Genova. Svolge attività di volontariato in ambito educativo e formativo come socio presidente dell’Organizzazione di Volontariato “Seniores Liguria”. E’ membro del direttivo dell’Associazione di Promozione Sociale “Amici di Villa Durazzo Pallavicini”
(la foto del tondino è tratta da uno scatto di Angelo Lavizzari)

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