IN PUNTA DI PENNA “Rubrica a cura di Antonello Rivano

In questa strana e calda estate


E’ una ben strana estate, dove la Pandemia non va in vacanza e neppure i politici, impegnati nei loro inciuci, false ideologie e proclami più che mai populisti. Sembra invece andata in vacanza una guerra assurda, non perché sia finita ma semplicemente perché non fa più notizia. Ci siamo assuefatti ai missili che cadono sulle città, abituati al fatto che si possa invadere un paese sovrano, ci siamo convinti che i morti, anche quelli civili, siano solo danni collaterali.


E’ una ben strana estate, non perché sia caldo, quello in fondo è normale, siamo nella seconda metà di luglio, ma perché crollano i ghiacciai. Altre vittime, altri morti, altri “non si poteva prevedere”. E’ una strana estate, in cui devi stare attento ai chilometri che fai in auto, perché il pieno è sempre più un lusso, mentre teniamo d’occhio quei numerini sulle colonnine dei distributori e ci chiediamo se avremo ancora un governo in grado d intervenire, quando scadrà la proroga del taglio delle accise.

E’ strana questa estate, in cui le mascherine sono solo “raccomandate” mentre la quarta dose è già di fatto obbligatoria per il personale sanitario dai sessant’anni in su.  

E mentre cerchiamo refrigerio in un mare le cui acque sono sempre più calde, accendiamo condizionatori che fanno alzare le nostre bollette già di per se “indigeste”, chiedendoci magari se il prossimo anno potremo farlo e se l’inverno ci potremo scaldare ancora con i nostri termosifoni. Intanto le code alla Caritas continuano a ingrossarsi, e i visi di chi sta in fila sono a volte quelli dei nostri vicini di casa.

Una ben strana estate in cui il mercato del lavoro stagionale non riesce più a trovare nuovi schiavi e molti imprenditori del settore piangono lacrime di coccodrillo. Con la Pandemia e i lockdown si è forse preso coscienza che tutto sommato ci sono delle cose che non si possono comprare, specie se con pochi spiccioli, una di queste, la più preziosa, è il nostro tempo, l’altra la dignità.

Nel frattempo i nostri “politicanti”, che a chiamarli “politici” sarebbe per loro troppo onore, sono persi in un loro mondo, che nulla ha a che fare con le bombe, i morti, i ghiacciai che vengono giù e le bollette che vanno su. Sembrano non accorgersi che le code alla Caritas aumentano e non sono fatte solo di extracomunitari e clandestini, che il mercato del lavoro è senza regole e che le poche rimaste, ogni giorno, vengono violate impunemente. Chiusi nelle loro auto blu non vedono quei numeretti sulle colonnine dei distributori che ogni giorno crescono sempre di più. Non si rendono conto che la Pandemia non è finita e che in questi anni di paura e sofferenza il nostro Sistema Sanitario non si è per nulla adattato alle “emergenze” e neppure alla “normalità”, cosi come il Sistema Scolastico.

Stando ai numeri è probabile che, dopo questa strana e calda estate, ci ritroveremo ancora con ospedali pieni e aule vuote, come se non avessimo appreso nulla, come se i morti fossero solo numeri che abbiamo imparato a leggere ma non a capire.

 Chi dovrebbe avere la responsabilità del buongoverno, e come tale comportarsi secondo le norme del  “buon padre di famiglia”, si scopre sempre più incapace e indegno di tale ruolo. E tutto si muove tra la stolta indifferenza dei più. Tutto questo ci passa sotto gli occhi, in questa pazza calda estate, mentre sotto i nostri ombrelloni i cellulari hanno preso oramai il posto dei libri. E neppure ci guardiamo più intorno, sempre più connessi e sempre meno uniti, e ti chiedi se non è forse questo il vero problema, la causa di tutto.

Al momento che scriviamo non possiamo sapere se e come finirà l’attuale, ennesima, crisi di governo…una cosa è certa, cosi come in guerra non ci saranno vincitori, perché in questo deserto di valori e idee, ancora una volta, avremo perso tutti.
IN PUNTA DI PENNA, perché la nostra non è e non sarà mai una informazione urlata. Perché questa rubrica vuole essere come un venticello leggero, un PONENTINO, che vi sfiora appena e rinfresca il vostro senso critico. Senza la pretesa di dare risposte ma con lo scopo di fare riflettere e porre domande

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