Giuseppe Bruzzone –

Da piccolo mi domandavo se fosse di Prà, lo sentivo spesso questo nome pronunciato da mia nonna Manin affacciata alla finestra su piazza Bignami ”Sun passè e figge du Giosuè Signuri”, ed io “Quante sun? “Tante” mi rispondeva la nonna.” Van a casa a San Pè. Così pensavo che il signor Signuri avesse una famiglia numerosa, ma più grande capii che le figlie non erano sue e che non era di Pra’. La storia parte dal lontano Medio Evo. A Pra’ nella zona del sestiere Foce ora nominata con le vie Cordanieri, Ramellina e via Camillo Sivori all’ inizio del 1100 sorse un monastero dedicato a San Pietro costruito su un terreno del Console della Repubblica di Genova Ansaldo Mallone. Il Console donò il convento a un monaco che a quel tempo spopolava, era la star del momento: San Bernardo di Chiaravalle, costui vi insediò le monache cistercensi che lo adibirono ad ospedale. Ansaldo Mallone venne poi sepolto nel 1171 nella chiesa. Nel corso dei secoli la struttura cambiò diversi proprietari: dai Grimaldi passò in mano agli Spinola e poi ai Negrone. Subì modifiche e demolizioni parziali come anche il grande giardino, alla metà del 1600 i Grimaldi accanto alla chiesa costruirono la villa dove a metà del 1800 tenne concerti Camillo Sivori, grande violinista e unico allievo di Paganini.
La chiesa di San Pietro, la più antica di Pra’, è immersa nella vegetazione del complesso, mostra a tratti il suo bel campanile romanico. Al suo interno ha diverse opere d’ arte: un antico tabernacolo di marmo del 1400, una pala d’altare del 1600, forse del Luca Cambiaso, con i tre santi: Pietro, San Giovanni Battista e San Francesco d’Assisi.
Veramente una gemma nascosta che tanti praini non sanno di avere.


I Negrone infine donarono nel 1939 il complesso a chi ? All’Opera Pia Giosuè Signori. Quello delle tante figgie! La chiesa e il vecchio complesso furono restaurate e finite per la festa di San Pietro Patrono di Pra’, il 29 giugno del 1996, ora sul cancello compare una targa a ricordo. Ma chi era Giosuè Signori ? Era un bergamasco nato a Comendolo il 18-12-1859, studiò in seminario e divenne sacerdote nella diocesi di Bergamo nel 1883. Fece una discreta carriera ecclesiastica: nominato da Pio XI vescovo di Fossano, passò ad Alessandria finendo cardinale nell’arcidiocesi di Genova dove morì nel 1923 all’ età di 63 anni. A Genova visse poco ma seminò bene: creò l’Opera Pia a lui intitolata con lo scopo di dare vitto e alloggio e riabilitazione a ragazze e donne con disabilità mentale. Oltre a Pra’ l’ Opera in Genova e provincia ha altri distaccamenti, dove vi operano le suore della Santa Virginia Centurione Bracelli, in Pra’ sono 4 suore più educatrici che assistono una quarantina di ragazze. Ogni tanto vedevo le ragazze, e si vedono tuttora accompagnate dalle educatrici o suore che percorrono le vie principali praesi, partecipano alle funzioni religiose a San Rocco e all’ Assunta di Palmaro, passeggiano nel parco Dapelo e sulla fascia di rispetto. Così a Pra’ l’ Opera Pia da tanti anni accoglie ragazze, donne disabili che non possono vivere da sole o stare in famiglia. Una volta queste persone erano invisibili spesso vivevano prigioniere presso la propria famiglia senza uscire mai di casa. Ora la struttura senza tanto clamore porta avanti lo spirito del fondatore dando loro assistenza sanitaria e sociale, cercando anche di relazionare le ragazze verso il mondo esterno, dal vecchio ospedale di San Pietro grazie a un sacerdote bergamasco: Giosuè Signori

Fonte: https://www.supratutto.it/le-figlie-di-giosue-signuri-giosue-signori/

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