Girando per Cornigliano e osservando con occhio attento possiamo notare come siano ancora presenti magnifici palazzi storici, tracce di un passato che appare inaspettato a noi contemporanei abituati a vedere nell’ex delegazione un quartiere post-industriale.

Di Lorenzo Bisio

Lungo le strade interne come via Cervetto e via Tonale, conosciute un tempo sotto il nome di via alla Chiesa di San Giacomo e unica via che prima dell’Ottocento collegava Genova con il Ponente, si articola il tessuto storico sul quale è sorta e si è sviluppata l’attuale Cornigliano, un tempo caratterizzato dalla ripetizione in successione di palazzi padronali, muri di cinta e torri di avvistamento.

Una presenza urbana giudicata più unica che rara nella storia architettonica e urbanistica cittadina poiché ci troviamo di fronte a una sorta di Via Aurea fortificata.

L’aristocrazia genovese commissionò la costruzione e la decorazione dei suoi palazzi agli stessi architetti ed artisti attivi in città a Strada Nuova: architetti come Giovanni Ponzello e pittori come Ottavio Semino per il palazzo di Paolo Spinola e Andrea Ansaldo per Andrea Spinola e Cesare Gentile.

Gustavo Dufour (Genova, 1857 – 1945) nel suo libro “Cornigliano Ligure dalla seconda metà del 1800 ai primi decenni del 1900” e nel dipinto raffigurante Cornigliano nel 1870 preservò la memoria anche visiva delle ville, delle torri, dei giardini e dei campi nel momento di massimo splendore, tramandando ai posteri quello che era stata la delegazione per diversi secoli: una località di villeggiatura.

Gustavo Dufour – Veduta di Cornigliano nel 1870

Occorre precisare innanzitutto che su 24 edifici storici di villa annoverati sia nei catasti e che nelle topografie antiche, ne sono presenti ai giorni nostri 23 anche se alcuni versano in condizioni molto precarie e altri sono stati trasformati in condomini.

Sono soprattutto edifici cinque-secenteschi, prevalentemente con tipologia a blocco, scale monumentali e grandi saloni; ma vi sono anche palazzi che presentano origini più antiche caratterizzati da una maggiore varietà compositiva e da motivi protorinascimentali quali le volte a ombrello e le logge angolari.

Villa Gentile-Bickley, ad esempio, mostra una serie di stratificazioni dal punto di vista architettonico e decorativo che ben esemplificano i mutamenti nel gusto avvenuti nel corso dei secoli in un palazzo di villa che ha mantenuto la sua funzione originaria fino al 1979.

Il palazzo infatti, di origini cinquecentesche, appartenne fino al 1925 alla nobile famiglia dei Gentile, che lo cedette poi alla famiglia italo-inglese dei Bickley i quali conservarono la proprietà fino al 1979, anno nel quale morì la sua ultima proprietaria, l’intellettuale Olga Delfina Bickley.

Le preesistenze più antiche sono state riscontrate in alcuni vani del corpo di fabbrica che precede la torre, mentre gli ambienti voltati dell’ingresso e dell’accesso al giardino risalgono alla fase cinquecentesca, anche se occultati da volte in canniccio di gusto settecentesco.

La stratificazione degli apparati decorativi all’interno degli ambienti della villa mostra l’evoluzione del gusto della committenza e occorre segnalare come la fase barocca sia ancora ben presente nonostante alcuni interventi di restauro tardo ottocenteschi.

I principali ambienti al piano terra e al piano nobile presentano decorazioni a stucco di gusto rocaille, (ndr. fase dello stile rococò) risalenti a un rinnovamento dell’edificio avvenuto nel Settecento.

Nel piano nobile sono riscontrabili tracce delle più antiche decorazioni, risalenti alle fasi cinquecentesca e seicentesca, preziosamente delimitate da cornici in stucco in stile rocaille in modo tale da integrarle nell’impianto decorativo: si tratta del salone ove alle pareti sono presenti i resti di due grandi dipinti raffiguranti “dei paesaggi montani, proprietà dei Gentile” (ndr. tratto dal libro di Gustavo Dufour) e quelli sulla volta del contiguo salotto, realizzati dal pittore Andrea Ansaldo tra il 1625 e il 1630, rappresentano il tema eroico di Orazio Coclite che respinge gli Etruschi sul ponte Sublicio, fatto tratto da Tito Livio (Ab Urbe Condita II,10) e inserito armonicamente nell’impianto decorativo a stucco di matrice rocaille.

Questo palazzo, attualmente sede della Biblioteca Civica Guerrazzi, per queste sue peculiari caratteristiche storico-artistiche è stato recentemente aperto al pubblico mediante percorsi accompagnati in occasione dell’ultima edizione dei Rolli Days con il fattivo contributo dei dipendenti pubblici e dei volontari dell’Associazione Ascovil.

Lorenzo Bisio

Per approfondimenti: https://www.villedicornigliano.it/ville-2/
https://it-it.facebook.com/GENOVA-BIBLIOTECA-CIVICA-GUERRAZZI-139623739400928/


image_printScarica il PDF