José Saramago “Caino” Ed. Feltrinelli

Caino, assassino del fratello, è l’autore del primo omicidio della storia umana secondo il racconto biblico.  La narrazione, nel libro della Genesi, è molto scarna. Egli e il fratello Abele sono i primi figli nati da Adamo ed Eva dopo la cacciata dall’Eden. Caino lavora la terra, Abele è pastore di greggi. Il Signore gradisce le offerte dei “primogeniti del gregge e del loro grasso”, ma disdegna “i frutti del suolo”. Il testo biblico non fornisce alcuna spiegazione della preferenza divina. Accecato dalla gelosia, Caino uccide il fratello; per punizione è condannato ad andare “ramingo e fuggiasco sulla terra”. Nessuno però deve  levare la mano su di lui, a tal fine il Signore gli imprime un segno sulla fronte come riconoscimento.

Letteratura, arti figurative, teologia, psicologia, psicanalisi, hanno tentato di rappresentare e di indagare il significato e il mistero di questo racconto breve ed enigmatico.

 Perché nonostante il terribile peccato Caino non è condannato a morte? Nella Bibbia trasgressioni meno gravi vengono punite con la pena capitale. E in che cosa consiste il marchio di Caino?

Un enigma rimasto senza una risposta convincente.

Il racconto di Saramago è una delle tante interpretazioni di questo oscuro racconto biblico.

José Saramago, premio Nobel per la letteratura nel 1998, è uno dei grandi autori del secolo scorso. Il suo stile di scrittura è molto particolare, la sua sintassi è costituita da un flusso pressoché ininterrotto di frasi, scarsi segni di interpunzione, assenza di maiuscole. Il primo impatto è un po’ disorientante, ma ben presto il lettore viene catturato dalla narrazione avvincente e stimolante.

Saramago, dichiaratamente ateo,  in questo testo è molto duro, e ironico, con il dio della Bibbia; le sue considerazioni tuttavia, non sono invettive personali, ma riflessioni tratte direttamente dal testo cosiddetto sacro che, come è noto, non manca di resoconti atroci di massacri, anche di innocenti, istigati dal Signore. Caino è un assassino, si è lasciato travolgere dall’invidia e dall’ira, ma è umano, in lui non c’è crudeltà gratuita o di potere. Le popolazioni sterminate per decreto divino suscitano in lui una disperata pietà.  Si assume la  responsabiltà della sua colpa e si affranca dall’autorità divina.

Un testo, breve e denso, non facile, che richiede attenzione e pazienza, ma che compensa ampiamente il lettore.

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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