Dizionario Analogico della Lingua Italiana”  Varie edizioni

Che cosa è un dizionario tutti lo sanno, ne abbiamo almeno uno in casa, o anche più d’uno. Ma questo è diverso, molto diverso,  e pochi sanno di cosa si tratta.

Cominciamo dalla definizione: analogico. In questo caso il termine non ha il  significato di opposto a digitale, come orologio analogico o digitale. La parola va intesa in senso propriamente linguistico. Analogia deriva dal greco  ἀναλογία ovvero  corrispondenza, e il dizionario presenta per ogni lemma una serie di parole che hanno con esso corrispondenza, attinenza,  qualche legame per associazione di idee.

Un esempio, se cerco bandiera avrò: stendardo, vessillo, drappo, orifiamma, pennone e molti altri. Ma anche b. nazionale;  b.tricolore;  b. bianca; b. nera ecc. Oppure le parti della b. asta, pennone, pomo, nappa ecc. Azioni che si compiono con la b. sbandierare, ammainare, pavesare, inalberare, issare ecc. Persone che hanno a che fare con la bandiera: alfiere, portabandiera, sbandieratore, alzabandiera, ecc.

Questo dizionario è uno strumento prezioso per l’arricchimento del lessico, per l’acquisizione di nuove informazioni; è uno stimolo a cercare connessioni tra oggetti e idee e ad esprimerle correttamente e in modo articolato, superando stereotipi e frasi fatte. Perfetto per gli studenti, dalle elementari all’università; per chi deve, per lavoro, comunicare per iscritto; ma anche per chi è semplicemente un amante della nostra bella lingua.

 

Chi scrive tanto tende a ripercorrere meccanismi noti. Un po’ come chi guida tutti i giorni, che non solo non ha bisogno di pensare a quando cambiare marcia, ma assesta il suo stile di guida.

E non è detto che questo vada sempre bene

Per esempio:

A che cosa serve il dizionario analogico

Il dizionario analogico serve ad aprire la mente e a trovare i nessi tra concetti e modi di esprimerli: in sostanza, aiuta a creare un immaginario che supera la logica tout-court.

A mio giudizio, è molto utile in fase creativa: permette di spaziare con la mente oltre ai nostri modi di esprimerci più consolidati che se, talvolta, possono essere un segno distintivo di chi scrive, a volte rischiano di diventare una gabbia da cui fatichiamo a uscire.

Ma, tanto più, serve a sviluppare le idee. Per il mio lavoro, per esempio, uno degli ambiti in cui lo sfrutto maggiormente è quello della creazione dei naming, ma non solo.

Anche quando si scrive narrativa, si possono trovare spunti molto utili sia per esprimere concetti al di fuori del proprio linguaggio standard, soprattutto nella costruzione di personaggi che devono avere una loro propria personalità, sia per aiutarci ad aprire la mente alle idee e raccontare con formule nuove.

Talvolta, mi capita di sfogliarlo proprio per suscitare le connessioni mentali. Insomma, un mondo di parole che diventa un mondo di concetti.

E voi, che cosa ne pensate? Usate il dizionario analogico

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

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