“La Lanterna”

Gli editoriali del direttore Marco Maltesu

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La Lanterna 26 ottobre 2023

La grande ipocrisia della sicurezza sul lavoro

In Italia viviamo una vera e propria emergenza, una guerra in un tempo in cui la nostra nazione vive fortunatamente in pace, la grande piaga degli incidenti sul lavoro. Quegli incidenti in cui sentiamo ogni volta le nostre Istituzioni, i personaggi in vista e tutti i politici di turno che si esprimono sull’argomento dire: ”Mai più morti sul lavoro, mai più incidenti sul lavoro”. Eppure quest’anno la famosa frase è risuonata già 430 volte da gennaio a luglio del 2023, con un incremento dello 0,8 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (senza considerare i 129 lavoratori e lavoratrici che hanno perso la vita “in itinere”, cioè durante il percorso casa-lavoro.

Per fortuna in calo gli infortuni, o quantomeno le denunce di infortunio, che risultano diminuite, sempre nel periodo gennaio- luglio 2023, del 21,9%, 441.451 nel 2022, 344.897 nel 2023. Da notare, che non è detto che ci sia corrispondenza fra il dato delle denunce effettuate all’Inail (da cui provengono i dati), ed il numero reale degli infortuni, per tutta una serie di motivi trattati successivamente.

Una vera e propria guerra che non dovrebbe essere combattuta perché le persone che la subiscono, questa marea di vittime ed infortunati, non è andata a combattere al fronte, ma è semplicemente uscita di casa ed è andata a lavorare.

La sicurezza nel campo del lavoro è una sorta di chimera, difficile da raggiungere, ci sono sicuramente attività più pericolose delle altre, ma in ogni attività lecita, quindi eseguibile, è possibile trovare delle modalità di effettuazione del lavoro che minimizzano i rischi di incidente.

Sicurezza sul lavoro significa seguire delle regole che eliminano modalità personali di svolgimento del lavoro per introdurre invece condizioni più neutre ed adattabili ad ogni tipo di lavoratore formato per svolgere quel tipo di lavoro, questo per evitare rischi.

Si assiste, tuttavia, ad una grande ipocrisia nel campo della sicurezza sui luoghi di lavoro e ci si scontra purtroppo spesso con questa, vengono create regole e norme da seguire, ma poi non si controlla effettivamente la loro applicazione.

Da un lato ci sono norme e regolamenti che impongono ai datori di lavoro di garantire un ambiente di lavoro sicuro, formazione adeguata ed attrezzature conformi per i dipendenti, spesso invece, queste norme vengono solo parzialmente rispettate, completamente ignorate o addirittura raggirate per ottenere produttività sempre più elevate od una libertà di gestione che spesso non ha neppure senso.

Dall’altro lato, ci sono lavoratori che non seguono le procedure di sicurezza sul lavoro o che si fidano troppo delle attrezzature e non prestano la giusta attenzione. In molti casi, la cultura della sicurezza viene ignorata o sottovalutata, anche a causa di pressioni economiche, psicologiche o di minacce di mantenimento del posto di lavoro.

Tutto questo è comunque reso possibile dagli scarsi controlli da parte delle autorità competenti.

L’ipocrisia si manifesta anche nelle responsabilità attribuite ai lavoratori. Spesso, se avviene un incidente sul posto di lavoro, i dipendenti vengono indicati come colpevoli senza che vengano prese in considerazione tutte le condizioni che hanno contribuito all’incidente, come ad esempio la mancanza di formazione adeguata, attrezzature non conformi alle norme di sicurezza o le pressioni a cui vengono sottoposti gli stessi lavoratori durante tutte le fasi del processo lavorativo.

Nonostante le tante parole delle istituzioni e delle organizzazioni sulla sicurezza sul lavoro, la realtà è che spesso la sicurezza viene considerata una spesa e non una priorità, una necessità ed una opportunità per tutta la società. Questo comportamento ipocrita mette in pericolo la vita dei lavoratori e contribuisce alla perpetuazione di un ambiente lavorativo insicuro.

Un esempio di ipocrisia si ha quando, ad esempio, i datori di lavoro non forniscono adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) ai propri dipendenti, nonostante siano obbligati per legge a farlo. Questo accade spesso perché i DPI possono essere costosi da acquistare e mantenere, e le aziende cercano di risparmiare denaro a spese della sicurezza dei lavoratori.

Un altro esempio di ipocrisia si ha quando le aziende fanno formare i propri dipendenti sugli standard di sicurezza, ma non forniscono loro il tempo o le risorse necessarie per attuarli. Ad esempio, un dipendente può avere la formazione sulla sicurezza, ma poi viene costretto a lavorare in condizioni di sovraccarico di lavoro od a ignorare procedure di sicurezza per rispettare scadenze o obiettivi aziendali.

Inoltre, esiste anche l’ipocrisia delle ispezioni sui luoghi di lavoro. Capita che tali ispezioni vengono fatte anche a tavolino, senza un controllo reale e accurato delle condizioni di lavoro. Capita che le aziende siano anche avvisate in anticipo di tali ispezioni, permettendo loro di nascondere o correggere temporaneamente eventuali inefficienze o mancanze. Questo rende l’intero processo di ispezione poco efficace e privo di valore per i lavoratori e per il controllo delle reali condizioni di lavoro.

L’ipocrisia della sicurezza sul lavoro può avere conseguenze devastanti per i lavoratori come abbiamo visto. Gli incidenti sul lavoro possono provocare lesioni gravi o persino la morte delle persone coinvolte ed anche di altre persone coinvolte nell’evento. Inoltre, l’assenza di sicurezza sul lavoro può creare un ambiente di lavoro stressante, in cui i dipendenti vivono con la paura costante di subire un incidente.

Per combattere l’ipocrisia della sicurezza sul lavoro, è necessario un impegno reale da parte di tutti gli attori coinvolti. Le aziende devono investire risorse sufficienti per garantire la sicurezza dei propri dipendenti, fornendo i DPI adeguati e creando un ambiente di lavoro sicuro. Le autorità competenti devono svolgere controlli regolari e inaspettati per verificare l’applicazione delle normative di sicurezza sul lavoro. I lavoratori stessi devono essere consapevoli dell’importanza della sicurezza sui luoghi di lavoro, dei loro diritti e del rispetto delle norme di sicurezza durante le attività lavorative.

Per cambiare questa mentalità ipocrita e garantire una vera sicurezza sul lavoro, è necessario da subito un cambio culturale completo, con un impegno reale da parte delle istituzioni, dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori. Sono necessari investimenti per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e la formazione dei lavoratori, ma soprattutto è necessaria una profonda consapevolezza che la sicurezza dei lavoratori non è una questione secondaria, ma un diritto fondamentale che deve essere rispettato.

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