Di Marco Maltesu

Il 23 settembre avrà luogo una grande marcia con partenza alle ore 10,30 da Rapallo dal Chiosco della Musica, ed arrivo a Santa Margherita davanti alla sede dell’Ente Parco Regionale.

La marcia è organizzata dal Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino e dal Comitato “Tutti per il Parco” per protestare contro il progetto di Regione Liguria dell’istituzione del Parco nazionale di Portofino con l’inserimento nei confini dei soli tre comuni di Portofino, Santa Margherita Ligure e Camogli.

Il Coordinamento propone da tempo, con il sostegno di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Federparchi, una soluzione per il Parco Nazionale di Portofino allargata a 7 comuni comprendente quindi, oltre Portofino, Santa Margherita, Camogli, anche i comuni di Coreglia, Rapallo, Zoagli, Chiavari (e da estendere a Leivi, che ha chiesto di entrare a far parte del Parco).

C’è da dire che già dall’inizio del 2022 si era espresso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), bocciando i confini indicati dalla Regione Liguria al Ministero della Transizione Ecologica comprendente i tre comuni. La differenza tra le due proposte è notevole, si passa dai 1700 ettari della proposta della Regione Liguria ai 2940 ettari (a cui aggiungere l’area marina che raddoppierebbe la superficie) della proposta di Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino, Anci e Federparchi

Le motivazioni della proposta a 7 Comuni ed il perché́ della marcia sono spiegati dalle parole del Presidente del Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino, Ermete Bogetti,

“Da informazione attendibile pare che il Ministro abbia pronto per la firma il decreto per dare corso alla perimetrazione del Parco Nazionale a 3 comuni.
“Tale procedura dovrebbe essere accompagnata dalla disposizione di annullamento di tutti gli atti ministeriali relativi alla perimetrazione provvisoria del 2021 (parco a 11, norme di salvaguardia, istituzione del Comitato di Gestione Provvisorio).

Se quanto sopra si verificherà̀, Toti e in particolare la Lega esulteranno per avere raggiunto l’obiettivo che da tempo perseguono e ne daranno grande rilievo mediatico e di propaganda politica.

L’aspetto grave resta l’azione di un Ministro che non considera gli studi e il parere tecnico-scientifico di ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), che svolge funzione di consulente scientifico istituzionale presso il suo Ministero, e in particolare il parere negativo sul parco a tre, che lo stesso Istituto ha espresso.

Parimenti non considera le volontà̀ dei comuni che hanno manifestato da tempo il loro impegno per far parte del Parco Nazionale, sia pure subordinatamente ad eventuali verifiche e accordi.

Il Ministro, inoltre, non ha neppure la giustificazione di non avere proposte alternative, in quanto da tempo gli è stata notificata una soluzione a 7/8 Comuni. Tale proposta, maturata dopo un lungo lavoro di confronto tra i Comuni, le istituzioni e le associazioni ambientaliste locali e nazionali, è sostenuta, in particolare, da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Federparchi.

Una doverosa considerazione sui 3 comuni che faranno parte del più piccolo Parco Nazionale. Il Sindaco di Portofino e attuale Presidente del Parco Regionale ha sempre espresso forte opposizione all’estensione dell’attuale Parco, non valutando il grande vantaggio di immagine – e non solo – che avrebbe il suo Comune, unico ad essere interamente ricompreso nell’area parco. Il Sindaco di Santa Margherita pare avere la sola preoccupazione di limitare al massimo la parte di territorio comunale da “concedere” al Parco, limitazione già accordata in passato dalla Regione. Il Sindaco neoeletto di Camogli ha ribaltato la posizione a favore del parco esteso, da sempre espressa dalle passate amministrazioni, sostenendo ora le stesse motivazioni inconsistenti, tipiche della Lega.

Un altro aspetto, potenzialmente negativo, dell’istituzione di un Parco Nazionale equivalente per territorio all’attuale Parco Regionale è quello finanziario.
Un piccolo parco nazionale quante risorse in più̀ potrà̀ avere rispetto a quelle attuali provenienti dalla Regione? La domanda resta in sospeso.

La Regione, probabilmente, accarezza l’economia di spesa e spera, così, di avere più̀ risorse per gli altri parchi che ancora gestisce (si fa per dire …), anche in quanto, certamente, non intende impegnare, complessivamente, più̀ soldi su strutture che ideologicamente non condivide.

Se il Ministro firmerà̀ il decreto, un altro aspetto da considerare è quello della possibilità̀ dell’apertura di un nuovo contenzioso amministrativo, attivato, questa volta, dai Sindaci dei comuni esclusi dal Parco, con conseguente ulteriore spreco di denaro pubblico, confusione gestionale e dilatazione dei tempi. Il territorio e le comunità̀ continueranno a perdere sostanziali risorse economiche, come già avvenuto (almeno 20 milioni perduti) a partire dal 2018, anno in cui avrebbe dovuto iniziare l’iter istitutivo del parco nazionale.

Ma la questione più grave resta il fatto che in questi ultimi 6 anni si è bloccato un prezioso processo di crescita culturale e sociale di una ampia comunità̀ in merito alla tutela e gestione del territorio, al miglioramento e modifica della qualità̀ di vita ed alla prospettiva di incidere positivamente nella presente situazione di cambiamenti climatici che interessano il globo in cui viviamo.
Al riguardo, infatti, il nuovo Parco Nazionale esteso, che tenderebbe a coniugare economia e socialità̀ costiera con l’immediato entroterra, potrebbe rappresentare un interessante nuovo punto di riferimento.

Ancora una volta, in questo caso da parte dello stesso Ministro dell’Ambiente, cui spetta l’attuazione della tutela ambientale “anche nell’interesse delle future generazioni” prevista dall’art. 9 della Costituzione, in luogo del confronto e del necessario processo di informazione dei cittadini, dell’ascolto delle loro aspettative e della corretta valutazione delle azioni concrete e delle risorse necessarie per il progresso di una comunità̀ la più̀ ampia possibile, si perseguono ciecamente obiettivi ideologicamente connotati, in contrasto con la ragione e con gli orientamenti dell’UE e dell’ONU, che pure lo stesso Ministro pubblicamente dichiara di condividere.

E ancora una volta il nostro Coordinamento vuole sottolineare la grande responsabilità̀ sociale che Ministero, Regione e Comuni si assumono nel condurre l’estremamente vantaggiosa istituzione del Parco Nazionale verso un esito assolutamente negativo”.

Queste le motivazioni e la situazione della proposta di Parco Nazionale di Portofino, una proposta, quella della Regione Liguria, che non coglie la richiesta di cambiamento necessaria per una transizione ecologica sempre più urgente.

Un approccio più inclusivo e dialogante, capace anche di considerare le indicazioni derivanti dall’Ispra, avrebbe creato quell’unità di intenti, degli attori presenti sul territorio, necessaria a cogliere in modo produttivo tutte le possibilità economiche raggiungibili.

La scelta regionale, inoltre, sembra come stia diventando sempre più abituale, non voler infastidire i poteri consolidati sul territorio, a scapito del miglioramento di condizioni dell’intera collettività.

Le scelte ambientali sembrano in conclusione essere le più penalizzate da questa Regione Liguria che non perde occasione per assumere atteggiamenti non dialoganti verso il territorio.

Marco Maltesu
Direttore di redazione ilponentino.it

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