Maurizio Bettini “Elogio del politeismo” Ed. il Mulino

Un trattatello decisamente contro corrente: argomentato in modo pacato, ma stringente, filologicamente rigoroso, comprensibile al lettore non specialista, ma non semplicistico. Così come un filo continuo ci lega ai filosofi, ai letterati, agli artisti, ai dotti del passato – il sapere dei quali arricchisce e sprona il nostro – allo stesso modo un grande insegnamento di civiltà ci viene dalle religioni che definiamo con sufficienza politeiste, perché considerate evolutivamente inferiori al monoteismo, presunta forma matura del sentimento religioso. Eppure da esse ci viene una grande lezione di civiltà e di rispetto perché come ci spiega, testi alla mano; Bettini, ogni divinità di un dato popolo è “traducibile” in quelle di un altro, cambia il nome, (Afrodite-Venus, Zeus-Giove) ma identico resta il bisogno di senso e di assoluto che spingono gli uomini a concepirli. Un richiamo alle nostre radici culturali migliori e un appassionato invito a riconoscere uguale dignità alle diverse credenze religiose (o alle non credenze) quanto mai necessari al tempo presente che vede il ritorno di orrori perpetrati in nome di un dio.ù

Grazia Tanzi

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