Guido Morselli “Dissipatio H,G”, Ed. Adelphi

Un omaggio a Guido Morselli (1912-1973) scrittore geniale quanto sfortunato. Non compreso in vita, neppure da Calvino che non ne intuì la grandezza, morto suicida, pubblicato postumo. Sicuramente annoverabile fra i grandi del ‘900, ma misconosciuto ancora oggi, dimenticato – nonostante la meritoria pubblicazione della sua intera opera da parte di Adelphi – soffocato dalla pseudo letteratura dei bestseller, delle classifiche, dei premi letterari modaioli di cui si pasce il grande pubblico dei lettori di bocca buona, assuefatti a buttar giù libri facili e banali, che non richiedono sforzo intellettivo e non lasciano traccia, ma fanno sentire acculturati. Chi lo conosce si faccia avanti, ci sentiremo meno soli. Il libro che presento si intitola Dissipatio HG, ovvero dissoluzione del genere umano, un romanzo distopico, filosofico, elegante, raffinato, colto e linguisticamente prezioso, niente a che vedere dunque con le distopie da dozzina, confezionate in anticipo per essere tradotte in film da cassetta. TRAMA L’argomento è quello dell’ultimo uomo sulla Terra, tema ampiamente trattato dalla fantascienza, ma qui siamo di fronte a un testo di raffinata eleganza linguistica e di profondità contenutistica, una riflessione filosofica esistenziale. Un uomo decide di suicidarsi in un laghetto di montagna, ci ripensa e tornando indietro si rende conto che l’umanità, è sparita nel nulla, volatilizzata, ed ,egli è l’unico uomo rimasto al mondo, un mondo perfettamente intatto e uguale a prima. Paradossalmente l’ultimo rappresentante dell’Humanus Genus da cui H.G. è proprio una persona che quel mondo voleva abbandonare. Nel silenzio assoluto e innaturale, rotto solo da ronzii di macchine ancora funzionanti o da qualche verso animale, il sopravvissuto dà inizio ad un lungo colloquio con se stesso evocando nel ricordo eventi passati e persone scomparse, ricercando al contempo tracce di qualche altro scampato all’insolita, silenziosa catastrofe. E attorno a questa si affollano le sue inquietanti ipotesi, ovviamente destinate a rimanere senza risposta. E lui è un prescelto o un condannato? Ironia e disperazione. Intanto le strade deserte di Crisopoli, nome chiaramente allusivo a Zurigo e alle sue banche, si ricoprono di terriccio dal quale spuntano piantine selvatiche. All’ultimo uomo non resta che sedersi e aspettare. Un romanzo impegnativo, che ripaga però della fatica.

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