Un convegno che ha avuto relatori esperti e chiari nelle esposizioni e nelle loro risposte a un pubblico numeroso e attento, ma, come oramai ci hanno abituato, mancavano le istituzioni che erano state invitate a partecipare


“Quale sarà l’impatto per la città e per i cittadini? Quali i reali vantaggi e svantaggi per la città?” Questi i temi che sono stati affrontati sabato 13 maggio presso il Teatro Modena di Sampierdarena

I presenti

Un incontro organizzato dal coordinamento dei comitati del ponente genovese, capitanati dal Comitato Lungomare Canepa e dal Comitato Palmaro, con cittadini e rappresentanti dei vari comitati di tutta Genova, tra cui il Comitato Porto Aperto, il Comitato Estremo Ponente e il Comitato Lido di Pegli.

Da sinistra: Ing. Piero Silva – Fabio Valentino ( Lungomare Canepa) – Roberto Di Somma ( Comitato Palmaro) – Mamma di Silvia Giardella – Silvia Giardella ( Presidente Comitato Lungomare Canepa) – Marco Preve ( Repubblica) – Riccardo Degl’Innocenti ( Esperto portuale ) – Fabio Panetta ( ComitatoLungomare Canepa )

Un evento quindi promosso “dai cittadini per i cittadini” che aveva lo scopo di far conoscere i progetti attuali e futuri riguardanti la diga di Genova e la portualità in generale. I relatori del dibattito, che ha visto come moderatore Marco Preve, giornalista di Repubblica, sono stati l’ing. Piero Silva, uno dei massimi esperti di progettazioni portuali a livello internazionale, il dott. Riccardo Degl’Innocenti, esperto di portualità, e i Comitati del Ponente.

Gli Assenti

Purtroppo da segnalare l’assenza degli invitati: il dott. Paolo Emilio Signorini,  Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale  il dott. Francesco Maresca, Assessore al Patrimonio, Porto, Mare e Pesca e il Dott. Giorgio Carozzi rappresentante di AdPS Mar Ligure Occidentale del Comune di Genova e Città Metropolitana.

Da sinistra: Paolo Emilio SignoriniFrancesco MarescaGiorgio Carozzi

Stesso esempio è stato seguito dagli altri rappresentanti istituzionali, compresa la Giunta Comunale, che erano stati invitati a partecipare al dibattito tramite mail.
Questo nonostante l’invito facesse chiaramente riferimento a un dibattitto concepito come un’occasione pacifica e inclusiva per i cittadini che avrebbero cosi avuto modo di interloquire con tutti gli attori della vicenda “Nuova Diga”, facendosi cosi un’opinione più completa delle singole posizioni e togliendosi dei dubbi su ciò che si sta prospettando e già si sta facendo, in alcuni casi all’insaputa di chi i lavori li dovrà “subire” . Un esempio concreto è quello dei “movimenti sospetti” sul dentino del sesto modulo del Porto di Prà di fronte a Pegli Lido. “Movimenti” sulla quale natura i Comitati attendono ancora risposta da parte dall’Assessore Pietro Piciocchi che in tal senso si era impegnato sin dal giorno della manifestazione del 25 marzo. La stessa domanda alla quale attende risposta il Municipio VII Ponente, dopo la mail inviata ad autorità Portuale, e per conoscenza al sindaco Bucci, il 7 aprile scorso.

Il Convegno

Dopo una breve introduzione, il dibattito si è aperto con l’analisi dei poteri e della portualità, ben descritta dal dott. Degl’Innocenti. Si è poi discusso delle opportunità che alcuni politici hanno avuto grazie ai finanziamenti del Pnrr, ma soprattutto si è parlato della tragica morte di 43 persone a causa del crollo del ponte Morandi.

L’ing. Silva ha dichiarato che la costruzione della nuova diga del porto di Genova, finanziata dal Pnrr, potrebbe richiedere 14 anni invece dei previsti 3, costare il doppio del preventivato e rappresentare un rischio geotecnico. Inoltre, secondo Silva, la diga avrà un’utilità modesta, con un aumento del traffico contenitori del 10% e l’impossibilità per le grandi navi DEL PORTO ANTICO di utilizzarla.
L’ingegnere ha proposto due alternative su un fondale più basso:”la prima a una profondità fino a 20 metri offrirebbe un diametro di 700 metri per la manovra delle navi, la seconda a 30 metri offrirebbe un diametro di 800 metri. La seconda ipotesi consentirebbe di utilizzare il lato interno della nuova diga per il traffico di rinfuse liquide”.

fonte shippingitaly.it


Successivamente, è intervenuto il Comitato Palmaro, rappresentato dal suo presidente Roberto Di Somma, il quale ha spiegato chiaramente come l’assenza delle istituzioni possa solo allontanare i cittadini dai governanti. Inoltre, ha sottolineato che le risposte alle richieste dei cittadini sono arrivate solo dopo la manifestazione di 5.000 persone del 25 marzo. Se il metodo per far capire alle istituzioni è scendere in piazza, la prossima manifestazione attirerà ancora più persone e si svolgerà a Tursi.

Il pubblico del convegno tenutosi al Teatro Modena di Sampierdarena

Il comitato Lungomare Canepa, rappresentato da numerosi membri tra cui l’agguerrita Silvia Giardella e il responsabile documentale Fabio Valentino, ha proiettato ulteriori slide con documenti che spiegavano come lo sviluppo portuale sia troppo vicino all’abitato e come certe scelte scellerate possano aggravare la convivenza tra i cittadini e il porto.
Il dibattito si è poi concluso con una serie di domande dal pubblico, che ha mostrato grande interesse per il tema della diga e dello sviluppo portuale. Sono state sollevate questioni riguardanti la sicurezza della diga, i tempi di realizzazione, i costi e i benefici per la città.

Conclusioni

In conclusione, l’incontro è stato un’importante occasione per far conoscere ai cittadini i progetti e le criticità riguardanti la diga e lo sviluppo portuale a Genova. Il grosso problema rimane l’assenza delle istituzioni, in primis del Primo Cittadino Marco Bucci, una mancata partecipazione che ha costellato tutto il percorso, occasioni di confronto completamente disattese proprio da chi, per i molteplici ruoli rivestiti, sarebbe determinante in un percorso di confronto, come ad esempio, per citare le più recenti, le assenze all’Assemblea Pubblica, del 27 aprile al Palamare di Pra’, e alla Commissione Consiliare, del 12 maggio a Palazzo Tursi.


Occasioni mancate quindi per un confronto civile e democratico tra cittadini ed istituzioni, non certo per colpa dei primi. I Comitati del Ponente Genovese hanno dimostrato però, attraverso manifestazioni pubbliche, assemblee, convegni, che la voce dei cittadini può essere forte e determinante per il futuro della città e non può, ne deve, restare inascoltata. Qualunque decisone che riguardi il futuro del Ponente Genovese deve necessariamente passare attraverso un confronto chiaro, corretto e rispettoso del territorio, della salute e della qualità di vita di tutti i soggetti interessati.

il PONENTINO

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