FOGLI SPARSI
Vagabondaggi di riflessioni e ricordi, appuntati senza un ordine preciso,
su fogli sparsi
Rubrica a cura di Grazia Tanzi


Icaro cadde qui… Il folle volo di Lauro de Bosis

Domani alle tre, su un prato della Costa azzurra, ho un appuntamento con Pegaso.[1]

Pegaso – è il nome del mio aeroplano – ha la groppa rossa e le ali bianche; benché abbia la forza di ottanta cavalli, è svelto come una rondine. S’abbevera di benzina e si avventa nei cieli come il suo fratello di un tempo, ma di notte, se vuole, sa scivolare nell’aria come un fantasma. […] Ma non andremo a caccia di chimere. Andremo a portare un messaggio di libertà a un popolo schiavo di là dal mare.

Questo Pegaso, cavallo alato meccanico, un aereo monomotore, “si avventò” nei cieli il 3 ottobre 1931, partì da Marsiglia per lanciare su Roma 400.000 volantini per incitare il re e la popolazione a ribellarsi al fascismo. Alla sua guida un novello Bellerofonte,[2]  che si inabisserà in mare durante il volo di ritorno, Lauro de Bosis, un nome che forse dirà poco o niente ai più, ma la cui epica e tragica vicenda merita di essere raccontata.

Immagine tratta da editorialedomani.it

Lauro de Bosis nasce a Roma nel 1901 in una colta famiglia alto-borghese; il padre, Adolfo, è dirigente d’azienda, poeta e mecenate, è il fondatore di “Il Convito” rivista di critica letteraria e arte, nella quale pubblicano importanti poeti fra cui D’Annunzio, Carducci e Pascoli. La madre Lilian Vernon, statunitense, è una donna colta, scrittrice, amante della letteratura e della poesia; casa de Bosis è frequentata dai migliori intellettuali dell’epoca. In questo fertile ambiente culturale il giovane Lauro matura precocemente una grande passione per le lettere, per i classici e la mitologia. Nel 1927 scrive Icaro, un dramma in versi dedicato al celebre personaggio mitologico che, fuggito in volo dal labirinto-prigione di Minosse, precipitò in mare per aver volato troppo vicino al sole, che aveva sciolto la cera delle sue ali. Un grande mito dal valore fortemente simbolico e polivalente che, nel caso di de Bosis, assume un significato profetico: Icaro, nella sua interpretazione diventa un poeta che offre la sua vita per la libertà.

       Nel 1924. a ventitré anni, tiene una serie di conferenze sulla storia e la letteratura italiana per l’associazione Italy -America Society di New York della quale diventerà il segretario dal 1928 al 1930. Traduce Il ramo d’oro di Frazer, e diversi importanti autori americani. Insegna lingua e letteratura italiana alla  Harvard University di Cambridge (Massachusetts). In questo ateneo gli sono ancora oggi dedicate una borsa di studio e un ciclo annuale di lezioni. Negli Stati Uniti incontra la donna della sua vita, l’attrice newyorkese Ruth Draper più anziana di lui di 17 anni; è un amore drammatico e intenso che sfida le convenzioni sociali. La Draper, morirà nel 1956; l’urna con le sue ceneri, per sua esplicita volontà, verrà calata nel mar Tirreno dove si credeva che si fosse inabissato il piccolo aeroplano. 

       Nel 1930 fonda, con altri intellettuali, una associazione patriottica clandestina denominata Alleanza Nazionale per la Libertà, che si propone il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sui pericoli e i danni della dittatura attraverso la diffusione per posta di volantini antifascisti.   L’obiettivo è la costituzione di un’alleanza politica fra monarchia, Vaticano e destra liberale contro il fascismo. L’associazione si scioglierà in seguito all’arresto di due suoi principali collaboratori; anche la madre verrà fermata e poi prosciolta, i suoi compagni di lotta saranno condannati a quindici anni di carcere. Lauro, sfuggito alla cattura, in preda a forti rimorsi, pensa di costituirsi per condividere la sorte degli amici, ma decide poi che è più importante continuare la battaglia e comincia a progettare l’impresa che gli costerà la vita.

       La visione politica di de Bosis è liberale, nel senso originario, antiautoritario del termine, ma egli è anche monarchico e conservatore, sostenitore dei valori risorgimentali che hanno portato alla nostra unità nazionale. La sua concezione delle istituzioni tuttavia, non è ideologica a priori, sulla monarchia afferma: “un re ci vuole, ma bisogna che sappia fare il suo mestiere, se no lo mandiamo via”. Il Vaticano: è una forza importante del Paese, occorre spezzare la sua alleanza col fascismo, specie dopo i Patti Lateranensi del 1929.

       La sua è una visione pragmatica della politica, al servizio dei diritti personali e politici dei cittadini, e delle istituzioni che li rappresentano, istituzioni che devono essere indipendenti dal potere clericale. Leggi e riforme devono essere approvate dalla maggioranza e nella legalità.  Si rende conto con grande lucidità che, per tentare di ripristinare il regime di libertà in Italia, è più efficace utilizzare la monarchia e l’esercito nonostante ritenga che Casa Savoia abbia disonorato l’istituzione monarchica in Italia.   Anche il cattolicesimo è   nel suo pensiero una forza che deve essere coinvolta nella battaglia contro il fascismo. L’analisi della situazione politica è fredda e razionale, ma l’impresa da lui compiuta è visionaria ed eroica.

Prima dello spettacolare volo su Roma compie   un precedente tentativo, fallito.  Deve partire dalla Corsica alla volta di Roma con un carico di volantini antifascisti da lanciare sulla capitale. Ma l’aeroplano per un guasto è costretto ad atterrare, tutti i fogli si sparpagliano, e il piano viene scoperto. Il secondo tentativo, riuscito, è però fatale per il pilota.

Il 3 ottobre del 1931, nel primo pomeriggio il piccolo aeroplano si leva in volo diretto a Roma, vi giunge la sera e libera nell’aria circa 400.000 volantini.

Fu una prova di grande coraggio e di sbalorditiva, sovrumana abilità. Le strade erano in subbuglio e la gente leggendo il messaggio se lo passava di mano in mano. Dopo circa mezz’ora Lauro scomparve e si diresse, in quella notte senza luna, verso l’isola d’Elba, dove il suo aereo precipitò. L’aviazione solo dopo un bel po’ di tempo si fece viva e andò ad aspettarlo verso la Corsica, in direzione cioè sbagliata, dimostrando la propria inefficienza […]

Naturalmente, la stampa del regime cercò di minimizzare il fatto e agenti fascisti sparsero la voce che de Bosis si era diretto in Jugoslavia, che si godeva la vita sulla Costa Azzurra o che era andato in America a fare soldi, dimostrando così che la caccia non era riuscita ad abbattere quel piccolo aeroplano, indubbiamente precipitato per mancanza di carburante come aveva previsto il suo eroico pilota.[3]

Per evidenti ragioni di spazio ho dovuto sintetizzare la biografia ricca, articolata e avvincente di questo straordinario, eroico antifascista. Nei link posti a chiusura dell’articolo si troveranno materiali di approfondimento.

TESTI

Prima dell’impresa, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre scrive, in francese, una sorta di testamento spirituale: L’histoire de ma mort, Storia della mia morte, [4] che   fa recapitare quella stessa mattina ad un amico e  all’editore belga il quale  la farà subito pubblicare su Le Soir giornale liberale.  Prevede la sua  fine tragica e afferma “Varrò più da morto che da vivo”.

Scrive anche alla sua amata Ruth questa lettera commovente e straziante.

Sii felice per me! Non soltanto orgogliosa, ma felice: volevi che assumessi un ruolo nella vita del mio paese. Posso assicurarti che nemmeno in cinquant’anni di lavoro e di successi avrei potuto assumere un ruolo simile.  Aspetta e vedrai! Non immediatamente, ma diventerò un simbolo e otterrò in questo modo cento volte di più che se fossi in vita…  non avrei potuto desiderare una soluzione migliore per la mia aspirazione a servire il mio paese e i miei ideali.  Se fossi tornato indietro vivo, sarebbe stato soltanto un beau geste. In questo modo è molto di più. Se fossi vissuto, tu avresti fatto per me migliaia di cose. Non vuoi farne ancora solamente una? Le mie ultime più profonde aspirazione?  Sii felice e continua la tua splendida vita non come se qualcosa ne fosse stato tolto, ma come se qualcosa le fosse stato aggiunto. Hai reso la mia vita un vero paradiso per più di tre anni. Non farmi ora l’ingiustizia di farne un motivo di tristezza. Io sono felice.  Sii felice. Sta allegra e lavora. Questo sarà per me il dono che corona tutto il resto. Se lo farai, sentirò che il mio amore continua a proteggerti dopo la morte, altrimenti la mia anima non avrebbe mai pace. Mai sino che tu non fossi felice di nuovo. E ti prego, ama qualcun altro. Lo considererò indirettamente amore per me. Ti stringo fra le braccia con tutta la mia adorazione.  Lauro.

STORIA DELLA MIA MORTE

(estratto e adattamento)

Pegaso – è il nome del mio aeroplano –  […]  Ma non andremo a caccia di chimere. Andremo a portare un messaggio di libertà a un popolo schiavodi là dal mare.  […] andiamo a Roma per diffondere in pieno cielo quelle parole di libertà che, da ormai sette anni, son proibite come delittuose; e con ragione, giacché se fossero permesse, scoterebbero in poche ore la tirannia fascista. Tutti i regimi della terra, anche l’afgano e il turco, posson lasciare, chi più chi meno, una qualche libertà ai loro sudditi: solo il fascismo, per difendersi, è costretto a annientare il pensiero.  […] [ha] deportato senza processo migliaia di cittadini, […] distribuito, in quattro anni, settemila anni di galera: come potrebbe tenere soggetto un popolo libero se non lo terrorizzasse con la sua nera guarnigione di trecentomila sicari? Per il fascismo non v’è scelta. Se si accetta anche minimamente il suo punto di vista, si è obbligati a dichiarare col suo apostolo Mussolini: “La libertà è un cadavere putrefatto”. Se si desidera anche minimamente la continuazione di un tal dominio, bisogna approvare l’assassinio di Matteotti e le ricompense elargite agli assassini, la distruzione dei giornali italiani, la devastazione della casa di Croce, i miliardi spesi ad assoldare spie e agenti provocatori, la spada di Damocle sospesa sulla testa di ogni cittadino. […]
il fascismo, strappa[ndo] i figli a tutte le famiglie (anche liberali e socialiste) fin dall’età di otto anni per imporre loro la divisa dei carnefici e assoggettarli a una barbara educazione guerresca: “Amate il fucile, adorate la mitragliatrice, e non dimenticate il pugnale”, ha scritto Mussolini in un articolo destinato ai ragazzi. L’atteggiamento che consiste nell’ammirare il fascismo pur deplorando gli eccessi non ha senso. Il fascismo non può esistere che grazie ai suoi eccessi. I suoi cosiddetti eccessi sono la sua logica.  E per la logica stessa della sua natura che il fascismo è condotto a esaltare il sicario […] Si è detto che l’assassinio di Matteotti fu un errore: ma dal punto di vista del fascismo, quel delitto fu un colpo di genio. Si dice che il fascismo fa male a ricorrere alla tortura per estorcere confessioni ai suoi prigionieri: ma se il fascismo vuol vivere, non può fare altrimenti. I giornali esteri dovrebbero capirlo una buona volta. Non si può augurarsi che il fascismo diventi pacifico e umano senza volere la sua liquidazione piena e completa. Il fascismo questo l’ha capito e, da sette anni a questa parte, l’Italia è diventata una grande prigione, dove s’insegna ai bambini a adorare le loro catene e a compiangere quelli che ne sono liberi. I giovani che hanno adesso vent’anni non possono avere nessun ricordo di una atmosfera diversa da questa.  Fin dall’età di tredici anni si è loro insegnato che gli uomini non hanno nessun diritto, tranne quelli che lo Stato si degna di dar loro in prestito a suo unico arbitrio. Molti ci credono. Il mito che Mussolini ha salvato l’Italia dal bolscevismo è ormai accettato senza discussione. Ma non bisogna per questo credere che l’Italia si lasci ingannare. La prova che il popolo italiano è in grandissima maggioranza profondamente antifascista ne è data dallo stesso regime, con la paura che esso mostra al minimo sussurro e con la ferocia con la quale punisce i minimi accenni di pensiero indipendente. I regimi che si sentono forti non agiscono a questo modo.

TESTI DEI VOLANTINI

ALLEANZA NAZIONALE per la LIBERTÀ

Roma Anno VIII dal delitto Matteotti

Cittadini,

 voi tenete un altare davanti alla salma dell’ignoto eroe della libertà; ma lasciate ch’essa venga profanata ogni giorno da chi, lì accanto, getta in galera tutti coloro che nella libertà credono ancora. L’Asburgo in camicia nera, rientrato di soppiatto nel suo palazzo, è un oltraggio per tutti i nostri morti. Quella libertà per cui essi diederolavita, egli la chiama “un cadavere putrefatto” e lo calpesta indisturbato da nove anni. Seicentomila cittadini si son fatti ammazzare per liberar due città: fino a quando tollererete voi l’uomo che tiene schiava l’Italia intera? Da nove anni vi si dà a intendere che torna a conto sacrificare libertà e coscienza pur d’avere un governo forte e capace. Dopo nove anni vi accorgete che avete avuto non solo il più tirannico e il più corrotto ma anche il più bancarottiero di tutti i governi. Avete rinunziato alla libertà per vedervi tolto anche il pane! Accampato tra voi, come una guarnigione straniera, il fascismo oltre a corrompere le vostre anime, distrugge le vostre sostanze: paralizza la vita economica del paese, sprofonda miliardi per preparare la guerra e per tenervi oppressi, lascia ingigantire tutte le spese rimaste senza il vostro controllo ed abbandona il paese alla rapacità dei suoi gerarchi famelici. Mentre esso vanta il suo “prestigio nel mondo”, il mondo guarda con orrore un regime che per ridurvi a un gregge di schiavi, deve logicamente schiaffeggiar Toscanini ed esaltar la brutalità dei suoi sgherri. Cittadini, non vi lasciate intimorire dalle bande che voi stessi pagate né da questo “Radetzky in quarantottesimo”: il secondo Risorgimento trionferà come il primo. L’Alleanza nazionale ha lanciato il programma d’unione di tutte le forze contro il fascismo. La borbonica ferocia delle condanne vi dimostra quanto quel programma gli faccia paura. Stringetevi in alleanza! Gli spagnuoli han liberato la patria loro: non tradite la vostra!

ALLEANZA NAZIONALE per la LIBERTÀ

Roma Anno VIII dal delitto Matteotti

Chiunque tu sia,

tu certo imprechi contro il fascismo e ne senti tutta la servile vergogna. Ma anche tu ne sei responsabile con la tua inerzia. Non cercarti un’illusoria giustificazione col dirti che non c’è nulla da fare. Non è vero. Tutti gli uomini di coraggio e d’onore lavorano in silenzio per preparare un’Italia libera. Anche se non vuoi esser dei nostri, vi son sempre dieci cose che tu puoi fare da solo. Puoi, dunque devi.

  1. Non assistere a nessuna cerimonia fascista.
  2.  Non comprare nessun giornale. Son tutte bugie.
  3.  Non fumare. (Il fumo rende al fascismo oltre 3 milardi l’anno, tanto di che pagare tutti i suoi sbirri. Fa contro il nuovo Radetzky quel che fecero i milanesi contro l’antico. E fu il principio delle Cinque giornate).
  4. Non far nessun atto né dir nessuna parola che suoni ossequio al regime.
  5.  Boicotta nei rapporti personali e d’affari i servitori del regime. Sono i tuoi sfruttatori.
  6. Boicotta o intralcia con l’ostruzionismo tutte le iniziative fasciste. Anche le migliori servono a ribadirti addosso le catene. (Bottai ha dichiarato: “Lo Stato corporativo è il miglior strumento di polizia che abbiamo trovato finora!”)
  7.  Non accettare nulla dal fascismo. Qualsiasi cosa ti dia è il prezzo della tua prostituzione.
  8.  Diffondi le circolari dell’Alleanza. Diffondi ogni notizia vera che puoi ghermire. La verità è sempre antifascista.
  9.  Forma una catena di amici fidati su cui contare per ogni evenienza.
  10. Abbi fede nell’Italia e nella Libertà. Il disfattismo degli italiani è la vera base del regime fascista. Comunica agli altri la tua fede ed il tuo fervore. Siamo in pieno Risorgimento. I nuovi oppressori son più corruttori e più selvaggi di quelli antichi, ma cadranno egualmente. Essi non sono uniti che da una complicità e noi dalla volontà d’esser liberi. Gli spagnuoli han liberato la patria loro. Non disperar della tua.

Al Re d’Italia

Maestà,

tra il re e il popolo v’è un patto sacro: Voi lo giuraste. Quando in nome di quel patto Voi ci chiamaste a difendere la libertà d’Italia ed i principi da Voi giurati, noi prendemmo le armi in sei milioni, e seicentomila morirono al Vostro comando. Oggi, in nome di quegli stessi principi, calpestati come non mai, in nome del Vostro onore di Re, ed in nome dei nostri morti, tocca a noi di rammentarVi quel patto. Seicentomila cittadini han dato a un Vostro cenno la vita per togliere il giogo da due città: è col Vostro consenso che un giogo infinitamente peggiore grava da anni sull’Italia intera? Accettate Voi veramente d’infrangere dopo Vittorio Veneto quel giuramento cui il Vostro Avo restò fedele dopo Novara? Son sette anni che Vi vediamo firmare i decreti di Radetzky con la penna di Carlo Alberto. Pure, Voi ci avete guidati alla vittoria e per ventiquattr’anni siete stato il campione della libertà. No; non possiamo dimenticarlo. Noi abbiamo ricevuto dai nostri padri un’Italia libera. Sareste proprio Voi, il re vittorioso, a tramandarla schiava ai nostri figli? Maestà, non vogliamo crederlo. Molti hanno perso fede nella Monarchia. Non fate che il loro numero cresca. Non fate che il popolo italiano, seguendo l’esempio di quello spagnuolo Vi giudichi responsabile dell’oppressione. Come può seguitare ad avere fede in Voi se i migliori tra noi vengono puniti per questa fede come se fosse il peggior dei delitti, e ciò vien fatto nel Vostro nome? Gli italiani che soffrono la vergogna d’esser bollati di fronte al mondo come un gregge servile, non sanno se Voi siete con loro o con la guarnigione degli oppressori. Maestà, scegliete. Una terza via non esiste. Dal fondo della loro disperazione quaranta milioni d’Italiani Vi guardano.

BIOGRAFIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Lauro_De_Bosis

https://www.abbanews.eu/gusti-e-cultura/de-bosis/.

 http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/biografie%20antifascisti90.html

VIDEO: IL VOLO

BIBLIOGRAFIA

https://www.ibs.it/in-volo-su-roma-400000-libro-lauro-de-bosis/e/9791254760277?queryId=7b65703aa094f2bd68ea8349eb833987

Qui un video sul libro:

https://www.ibs.it/storia-della-mia-morte-libro-lauro-de-bosis/e/9788836811526?queryId=f01da62cd257ab55f727ba69bbf39eed

Il libro è anche scaricabile gratuitamente in pdf qui: https://www.liberliber.it/online/autori/autori-d/lauro-de-bosis/storia-della-mia-morte-il-volo-antifascista-su-roma/

https://www.ibs.it/icaro-volo-su-roma-libro-giovanni-grasso/e/9788817157476?queryId=0d5de8d4b5cdca01490266b85623232b

Qui un video sul libro:

https://www.ibs.it/religione-della-liberta-altre-conferenze-libro-lauro-de-bosis/e/9788893661195?queryId=6c5d014b27455f0249f1ab3e17d99baa


[1]Cavallo alato della mitologia greca, addomesticato da Bellerofonte che lo cavalcò per uccidere la Chimera.

[2]Eroe mitologico  che uccise la Chimera, un mostro descritto da Omero con la testa di un leone, il corpo di una capra e la coda di serpente

[3]  Vedi  http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/biografie%20antifascisti90.html

[4]Scaricabile qui gratuitamente https://www.liberliber.it/online/autori/autori-d/lauro-de-bosis/storia-della-mia-morte-il-volo-antifascista-su-roma/

Grazia Tanzi

(Informazioni sull’autore)

image_printScarica il PDF