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Il Ponente ferito a morte

Non si tratta di Destra o Sinistra, Maggioranza e Opposizione, e neppure di cose che interessino più Multedo piuttosto che Pegli, Pra’, Voltri. E’ il PONENTE di oggi, seppur imperfetto, che rischia di sparire, per sempre, almeno nella forma che conosciamo.
Sono i giardini John Lennon di Multedo che spariranno, probabilmente assieme alla spiaggia, è il Porto di Prà che diventerà un mostro enorme, il mare di Pegli che diventerà un acquitrino. Sono le esalazioni del Porto Petroli che arriverà sino a Voltri, le polveri sottili, il rumore, il traffico, i prezzi degli immobili che andranno giù… in picchiata, la qualità della vita che peggiora e il degrado che aumenterà.

Foto tratta dalla pagina FB Meno rumore meno fumo più lavoro da porto Pra’

Se si spera invece in un aumento di posti di lavoro dobbiamo prima guardare quello che al Ponente ha insegnato il passato, Quanti posti di lavoro ha dato il porto di Prà a chi abita in loco? Bisogna chiedersi chi e come viene assunto oggigiorno nei cantieri, nella costruzione e riparazione navale, per farsi un’idea basta farsi un giro per Sestri. Basta leggere i nuovi studi che dicono che con le nuovi automazioni ogni ettaro occupato offrirà un solo nuovo posto di lavoro in più, quanti di questi posti andranno agli abitanti del Ponente? Ma soprattutto quanta gente si ammalerà e quanti altri andranno via perchè il Ponente diventerà sempre meno vivibile? Genova si sta spopolando proprio li dove il porto è cresciuto, questo dovrebbe far riflettere e rallentare il passo…ma sappiamo che non sarà cosi.

Resta il nodo più importante, ossia che tutte le scelte che a GENOVA si stanno facendo non contemplano, nessuna di queste, l’ascolto e il coinvolgimento degli abitanti del PONENTE, che sono invece chiamati ad accettare nuove e sempre più pesanti servitù.

Siamo tutti chiamati a dire che così non va, perché non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo restare indifferenti.

Il PONENTINO

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3 pensiero su “Il Ponente…ferito a morte”
  1. Parole sacrosante, difendiamo il nostro territorio finché ne avremo la possibilità. L’assalto da parte della speculazione economica e politica mi sembra evidente.

  2. Il futuro del ponente, al tempo ancora vivibile, è stato deciso oltre sessant’anni fa quando il porto petroli è stato trasferito da Sampierdarena (Ponte Libia) a Pegli. O ancora prima quando Cornigliano è stata stravolta con la costruzione della Italsider.
    Ormai quelle di adesso sono tutte ferite inferte su un corpo già morto.
    L’unica speranza è che venga deciso, ma lo dobbiamo saper pretendere con la forza della disperazione, che venga disposto un sistema finanziario analogo a quanto avvenuto per chi abitava sotto al ponte Morandi
    Cioè che venga data la possibilità, per chi abita nel ponente, di potersi trasferire in altre zone più vivibili attraverso incentivi che consentano di entrare in possesso di immobili di pari dignità a quelli posseduti nel Ponente.
    Il servizio che il sistema portuale rende alla città e a tutta la nazione (oltre cinque miliardi di soli diritti doganali) e il petrolio che arriva in Germania attraverso la Svizzera rende ricchi non solo l’Italia. Pertanto se la politica lo decide c’è la possibilità di finanziare, anche con un programma in più anni, il processo di trasferimento sopra segnalato, almeno per chi volesse aderire.
    Potrebbe essere il programma politico di qualche partito intelligente, per la gente………
    Gianni Bordi

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