Di Federico Valerio

Chi abita a Multedo, di fronte al porto petroli, non vede l’ora che questa ingombrante servitù vada da un’altra parte.

Ma quali sono i problemi ambientali e sanitari prodotti da questo tipo di attività, se condotte vicino alle abitazioni? Quanti idrocarburi e composti organici si trovano all’altezza dei balconi di studenti delle scuole medie che abitano in diversi quartieri della città? Quanti idrocarburi respirano ragazze e ragazzi nelle loro case? Che problemi sanitari può produrre l’inalazione di idrocarburi anche a dosi relativamente basse?

A queste domande ha dato risposta uno studio condotto, nel lontano 2006, dal servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova.

Lo studio si è avvalso di innovativi metodi di misura della qualità dell’aria e di elaborazione dei dati.

La concentrazione di composti organici volatili, tra i quali benzene, toluene e xileni, solventi movimentati nel porto Petroli di Multedo e presenti nelle emissioni di auto, navi, aerei, è stata misurata con campionatori passivi: piccoli cilindri in acciaio con all’interno un materiale in grado di assorbire gli inquinanti presenti nell’aria; di facile uso in quanto senza sistemi meccanici di aspirazione e quindi senza necessità di allacciamento alla rete elettrica.

Settantaquattro campionatori passivi sono stati consegnati ad altrettanti alunni di cinque scuole medie genovesi a Pegli, Multedo, Oregina, Quarto e Quinto.

Gli alunni, addestrati a fare le “Sentinelle dell’aria”, hanno fissato i campionatori alle finestre e ai banconi delle loro case e dopo 15 giorni li hanno riportati in classe, affidandoli ai ricercatori IST.

Con i suoi sofisticati strumenti il Servizio di Chimica Ambientale ha separato i composti volatili presenti nell’aria e assorbiti dai campionatori e ne ha misurati trentasette, quelli utili per identificare la fonte prevalente da cui questi composti provenivano.

L’identificazione delle fonti e il loro specifico contributo al peggioramento della qualità dell’aria, si basa sul fatto che ogni fonte inquinante è caratterizzata da miscele di diversa composizione, una vera e propria “impronta digitale chimica”.

I risultati evidenziarono come all’esterno delle abitazioni intorno al porto petroli, la concentrazione di composti organici volatili fosse, statisticamente, maggiore di quella trovata contemporaneamente negli altri quartieri, prodotti principalmente dal traffico, per il 30%, dal porto petroli (24 %) e dalle due aziende attive a Multedo che trasportano solventi, rispettivamente per il 14% e il 10%. Il restante 20% di composti organici risultava prodotto da altre fonti, diverse dalle prima quattro.

Ma, in base ai risultati dello studio, respirare a Multedo aria con una concentrazione media di composti organici volatili di 114 microgrammi per metro cubo, rispetto agli 80 microgrammi presenti negli altri quartieri, che effetti ha sulla salute?
In particolare quella di ragazze e ragazzi in età scolare?

A questa domanda ha dato risposta uno studio condotto da IST, Università di Genova e dall’ASL 3, e pubblicato nel 2016 su una rivista scientifica.

Per far questo si sono analizzati 407 questionari compilati dai 74 alunni “sentinelle” e dagli altri loro compagni di scuola. Il questionario poneva a tutti domande sull’ indirizzo di casa, il piano dell’abitazione, la presenza di fumatori in casa, la presenza in casa di tracce di umidità sui muri.

Dai registri di classe sono stati calcolati i giorni di assenza di tutti gli alunni inseriti nello studio.

L’analisi statistica di queste informazioni ha mostrato che i ragazzi che vivevano nel quartiere di Multedo, respirando più composti organici dei loro compagni, avevano un maggior numero di assenze a causa di mal di gola, tosse, raffreddori.

Un risultato che ha confermato simili studi condotti su popolazioni giovani residenti intorno a raffinerie e che dovrebbe suggerire una adeguata cautela per scegliere il luogo dove trasferire le operazioni di movimentazione di prodotti petrolchimici che non a caso, in tutti i principali porti del Mediterraneo (Marsiglia, Barcellona..) avviene a chilometri di distanza dalle aree abitate.

Federico Valerio
Dottore in chimica, ha diretto il laboratorio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova. Attualmente componente del comitato direttivo dell’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova con interessi alla divulgazione scientifica sui temi della transizione ecologica.

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