L’Abbazia di Rivalta Scrivia (AL) e il Complesso Monumentale Santa Croce di Bosco Marengo (AL) distano fra loro pochi km e sono quindi visitabili nello stesso pomeriggio, meglio se festivo dato che gli orari di apertura sono più estesi

di Enrico Appiani

Il complesso di Rivalta Scrivia venne costruito fra il 1180 e la metà del 1200 e fu intitolato a Santa Maria, secondo i dettami della regola cistercense, che prevedeva estrema semplicità e linearità delle forme. Nucleo centrale è il chiostro su cui si sviluppano gli ambienti destinati alla vita comune dei monaci.

L’esterno della chiesa di Santa Maria rispecchia le caratteristiche dell’architettura romanica nella muratura in mattoni con archetti pensili. L’aspetto attuale della facciata si deve agli interventi della fine del XVII secolo.

La chiesa ha una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate, con volte a crociera segnate dai costoloni di mattoni. Pregevoli alcune pitture murarie nelle cappelle che si aprono sul transetto.

Il complesso monumentale del convento di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo, è stato realizzato per volontà di papa Pio V, già Frà Michele Ghislieri dell’ordine dei frati Domenicani, originario di quel paese, il cui pontificato durò dal 1566 al 1572.

Alla sua realizzazione parteciparono architetti e artisti della corte papale di quel tempo, compreso Giorgio Vasari, ciò che rende questo complesso unico nel panorama storico artistico piemontese.

La distribuzione dei vari locali si articola attorno a due ampi chio­stri su cui si affacciano i locali del museo, il grande refettorio e, al primo piano, la bi­blioteca dal tipico disegno a tre na­vate, separate da due file di eleganti colonne. Il museo contiene quadri di pittori piemontesi e lombardi fra il XVI e il XVIII secolo, compreso lo stesso Vasari con una tela imponente, il Martirio di San Pietro da Verona. Nella chiesa, i quadri più notevoli sono ancora di Giorgio Vasari: L’Adorazione dei Magi, tele di Santi Domenicani e l’imponente Giudizio Universale, dietro l’altare sopra il coro.

Dopo l’unificazione del Regno d’Italia e fino agli anni ’80 del 900, il complesso ebbe vari utilizzi non religiosi, come caserma, infermeria, ospedale e persino carcere minorile, come testimoniano alcune celle visitabili e rimaste come allora. Nei primi anni 2000 iniziò un restauro attento che riportò il complesso a monumento storico, ma anche sede di convegni, concerti, mostre e attività culturali.

Enrico Appiani
Ingegnere in pensione e musicista, direttore del coro Monti Liguri, pratica il ciclismo e l’escursionismo, anche per valorizzare i pregi del territorio. Abita a Pegli ed è appassionato alla storia ed epopea tabarchina.
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