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 Città più Inquinate d’Italia 2023: Genova tra le 12 città italiane con i valori medi più alti di NO2

Nello studio di Legambiente la criticità della situazione Italiana e le proposte per raggiungere i nuovi obiettivi Europei per il 2030

L’Italia è al momento uno dei paesi più inquinati d’Europa, classificandosi come terza in Europa per morti attribuibili all’inquinamento dopo Francia e Germania (Rapporto Eionet e Eea, 2022). In questa situazione critica, quest’inverno l’energia che abbiamo ricavato dal combustibile più inquinante è aumentata del 28%. Andando controcorrente rispetto a quasi tutti gli altri Paesi UE che hanno bruciato meno carbone rispetto all’anno scorso (Sole 24 Ore).

Ma quali sono le città più inquinate d’Italia nel 2023?  Lo rivela la classifica Mal d’Aria 2023 di Legambiente che vede sul podio come peggiori città: Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia. Queste cinque città italiane hanno superato ben due volte i limiti giornalieri di polveri sottili inquinanti

In particolare, lo studio di Legambiente si basa sui dati raccolti nel 2022 nelle città italiane considerando i valori dei livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2) e l’ozono. Le polveri sottili, ovvero il Particolato fine (PM2.5) e il Particolato (PM10), destano le principali preoccupazioni dal punto di vista della salute.

PM10

Sono 29 le città che nel 2022 hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento previsti per il PM10: su tutte Torino con 98 sforamenti, seguita da Milano con 84, Asti 79, Modena 75, Padova e Venezia con 70.
Il 76% delle città monitorate infatti, ovvero 72 delle 95 di cui si avevano a disposizione i dati, superano i limiti previsti dalla futura direttiva sulla qualità dell’aria che, di fatto, ha dimezzato la concentrazione media annuale ammissibile (dagli attuali 40 μg/mc ai 20μg/mc previsti al 2030).

PM2,5

Lo stesso discorso vale per il PM2.5, dove, delle 85 città di cui si aveva a disposizione il dato, ben 71, che rappresentano l’84% del campione preso in esame,  nel 2022 hanno registrato valori superiori a quelli previsti al 2030 dalla prossima direttiva.
Le città che di fatto doppiano quello che sarà il nuovo limite di legge (10 μg/mc contro i 25 μg/mc) sono Monza (25 μg/mc), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (23 μg/mc), Alessandria, Bergamo, Piacenza e Torino (22 μg/mc), Como (21 μg/mc).

NO2: Genova tra le 12 città italiane con i valori medi più alti

Per quanto riguarda l’NO2, le città analizzate e di cui è stata ricavata la media annuale sono 94. Dai dati emerge che tutte le città rispettano l’attuale limite normativo (40 μg/mc) ma ben 57 città (il 61% del campione analizzato) non rientrano nel nuovo valore di riferimento da raggiungere entro il 2030 (20 μg/mc). Se invece si tiene in consi- derazione il limite posto dall’OMS (10 μg/mc), 91 delle città analizzate (corrispondenti al 97% del totale) ad oggi sforerebbero tale soglia. Infatti, solo Agrigento (8 μg/mc) Siena ed Enna (4 μg/mc) ad oggi rientrano tra i parametri che tutelano la salute umana.
Tra le città che hanno riportato i valori medi annui più elevati e che superano ampiamente sia il futuro limite normativo che la soglia dettata dall’OMS (e che quindi dovranno lavorare di più nei prossimi anni per la diminuzione delle concentrazioni) figurano: Milano (38 μg/ mc), Torino (37μg/mc), Palermo e Como (35 μg/mc), Catania (34 μg/mc), Roma (33μg/ mc) Monza, Trento e Bolzano (31 μg/mc), Firenze, Genova e Padova (30 μg/mc). Le città che invece più si avvicinano al limite OMS (concentrazione di NO2 minore o uguale a 10 μg/mc) sono Siracusa, Caltanissetta, Verbania, Brindisi (15 μg/mc), Rieti, Macerata e Sassari (14 μg/mc), Nuoro, Trapani, Oristano e Catanzaro (13 μg/mc), Lecce, Reggio Calabria e Vibo Valentia (12 μg/mc), Ragusa (11μg/mc)

I nuovi standard Europei da rispettare entro il 2030

Rispetto ai nuovi target europei per il 2030, l’Italia si trova in una situazione critica: il 76% delle città è fuori legge per PM10, l’84% per PM2.5 e il 61% per NO2.

La nuova direttiva Europea ha posto un limite massimo di 10 µg/mc per PM2.5, di 20 µg/mc per PM10 e 20 µg/mc per NO2. Per il numero di giorni di sforamento dei livelli consentiti di PM10 è stata stilata la classifica delle peggiori città italiane: 

Le 5 Città più Inquinate d’Italia
Torino 98 giorni di sforamento
Milano 84 giorni di sforamento
Asti  79 giorni di sforamento
Modena  75 giorni di sforamento
Padova 70 giorni di sforamento
Venezia 70 giorni di sforamento

Ma non solo queste città sono a rischio: nel 2022 i limiti del PM10 sono stati superati da 72 città su 95 – solo il 24% del totale delle città è dunque a norma di legge. 

Però, come si può notare dalle città in classifica, i risultati sono particolarmente allarmanti per chi vive in Pianura Padana. Infatti, questa zona è caratterizzata da un’alta concentrazione di industrie e una conformazione geografica che non permette una ventilazione costante, essendo circondata dall’arco alpino.

Come raggiungere i nuovi target

Secondo il report, le città italiane devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni e adeguarsi ai nuovi target Europei. 

Per il PM10 è necessaria una riduzione di circa il 40% a Torino, Milano, Cremona, Andria e Alessandria. Invece, per il PM2.5, Monza, Milano, Cremona, Padova, Vicenza, Bergamo, Piacenza, Alessandria, Torino, Como, Brescia, Asti e Mantova devono ridurre le emissioni del 50%. Infine, devono ridurre del 40% le emissioni di NO2: Milano, Torino, Palermo, Como, Catania, Roma, Monza, Genova, Trento e Bolzano. 

Come? Per raggiungere questi obiettivi alcune delle proposte sono:

  • Città del 15 minuti” ridisegnare lo spazio urbano a misura d’uomo
  • Potenziare il Trasporto Pubblico e il Trasporto Rapido di Massa (TRM) con l’adozione di mezzi elettrici
  • Finanziare la Sharing Mobility
  • Stop della vendita dei veicoli a combustione
  • Riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica
  • Low Emission Zones anche per il riscaldamento
  • Monitorare le pratiche agricole potenzialmente pericolose

Inoltre, campagne di sensibilizzazione dovrebbero portare sempre di più persone ad adottare uno stile di vita in grado di ridurre le emissioni. 

Fonti: