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Levante, Ponente, Centro: i belli, i brutti e i cattivi…propositi

In Punta di Penna

Appunti su ciò che succede attorno a noi
a cura di Antonello Rivano

Le notizie post Pasqua dalla Liguria dimostrano sempre più quello che è il piano per il territorio, o meglio: per i territori.

Un Levante addirittura “invaso” dai turisti, troppi per alcuni posti, da fare pensare a un futuro a numero chiuso, Genova centro con le navi da crociera, waterfront, ed eventi mediatici ( vedi focaccia da record in via xx settembre sabato prossimo). 

Il Ponente invece sempre più fagocitato dal porto nelle sue eccezioni  piu deleterie, le più invasive e inquinanti. Levante a vocazione “turistica” e Ponente a vocazione “industriale”, questo ci raccontano. Senza però fare i conti, oppure facendoseli benissimo, con il fatto che mentre da un lato della riviera ci sarà un plus valore per il territorio e gli immobili ivi inseriti, dall’altro tutto rischia di diventare un immenso retro porto in cui chi ha investito i suoi risparmi nel “mattone”, spesso dopo una vita di sacrifici, rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche.

Ma non sarà, non è, solo un fatto economico, bensì, e piu ancora, si parla di salute, che tra l’altro in Liguria, con una sanità sempre piu in mano ai privati, rischia di diventare un lusso per pochi. Si tratta di decoro urbano, che a Ponente diventa sempre piu un concetto astratto o addirittura sconosciuto. Si tratta di qualità della vita. Si tratta di promesse mai mantenute e bugie sempre più con le gambe corte.

Il Ponente, con le sue Ville, i parchi storici, la sua arte e la sua storia del tutto dimenticati. I musei chiusi, forsanche razziati, a beneficio di quelli più “centrali”, da chi dovrebbe invece tutelarli e valorizzarli. Se qualcosa in tal senso funziona e si è conservata è solo grazie all’opera dei volontari delle varie associazioni che si sono prese carico di questi tesori inestimabili. Il Ponente con il suo mare violentato, divorato e le spiagge sparite.

Abbiamo uno dei centri storici più grandi e ricchi d’Europa ma Genova non è considerata una città d’arte. Con una cultura sempre più asservita ad interessi privati, al punto che il Sindaco e la sua maggioranza non hanno ritenuto importante neppure creare un assessorato alla cultura nel Comune di Genova. La Genova dei grandi autori, degli artisti, delle sperimentazioni e dell’avanguardia culturale, diventata dei “tappeti rossi” e dei Fuochi d’artificio.

Lo stallo sull’ elettrificazione delle banchine dopo gli investimenti pubblici utilizzati fa riflettere. Ed intanto ogni nave ospitata nelle banchine, elettrificate ma non utilizzate, contribuisce all’inquinamento ambientale con i suoi scarichi, probabilmente piu di quanto risparmiato vietando la circolazione ai cosiddetti “veicoli inquinanti”. I veicoli che si è provveduto a rendere inutilizzabili soprattutto a classi sociali basse, senza mezzi economici per poterli sostituire e senza alcun aiuto da parte di quella amministrazione pubblica responsabile della scelta e responsabile allo stesso tempo di non prendere alcun provvedimento nei confronti dell’amministrazione pubblica e dei privati “commerciali” che utilizzano veicoli fortemente inquinanti.

E l’entroterra? Beh quello è del tutto dimenticato, tuttalpiù si bada a vedere se ci sono zone appetibili per i ricchi amici…ed amici degli amici, Per il resto un continuo di frane e alluvioni da curare solo a posteriori ma praticamente senza alcuna politica preventiva di cura del territorio.

E intanto che attendiamo che in via XX Settembre venga realizzata la “focaccia da record”, con quali ripercussioni sul traffico ben possiamo immaginarlo, il Ponente attende risposte sul suo futuro…ai sui NO a nuove servitù portuali. Le premesse ci fanno pensare che quelle risposte non saranno per nulla buone.