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Il Piccolo Doge

La satira è una grande dimostrazione, la più alta espressione di libertà e di democrazia“. (Giorgio Forattini)

Il bambino accigliato continuava a rimestare senza pace la sabbia. Scavava, scavava. Invano gli altri bambini lo chiamavano a giocare in acqua.
-Dai Marco vieni a tuffarti con noi!

Lui imperterrito seguitava con la betoniera di plastica, chiesta ed ottenuta per il suo compleanno. “Vedrete alla fine cosa vi combino!” pensava.

-Ma dai lascia perdere, si vedono i pesci sott’acqua con la maschera!

Ma Marchino cominciò a trasportare sabbia e sassi nel bagnasciuga. Mentre gli altri si rincorrevano schizzando acqua, lui pazientemente avanzava, avanzava verso il mare. Tutto era nella sua testa: moli, tunnel, dighe e poi ancora ponti e palazzi. Quella spiaggia doveva essere trasformata. I suoi amichetti potevano pure solazzarsi e giocare, lui era chiamato a cambiare il volto di quel tratto di costa. Lui pensava ai prossimi trenta quarant’anni. Gli portarono un pesce  ed un granchio nel secchiello a vedere. Marco li guardò con indifferenza. Il secchiello deve essere utilizzato per cose utili,  per lo sviluppo ed il lavoro  borbottò secco il piccolo Marco. Quindi qualcuno lo sgomitò….
-Sindaco… sindaco, si è un attimo appisolato- gli disse Piciocchi in un orecchio
Effettivamente stava persino sognando.
Di solito quando parlava l’opposizione non ascoltava proprio, gliene fregava proprio un pescesega, questa volta invece si era lasciato trasportare ai dolci ricordi infantili.
“Non è vero niente!” pronunciò tuonando e alzandosi in piedi nell’aula del Consiglio Comunale….
Tutti siamo stati bambini e qualcuno ancora lo è. Meno Uno.

Gian Paolo Sacco