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IN PUNTA DI PENNA-Docce fredde, stadi accesi e venti di guerra

IN PUNTA DI PENNA-Rubrica a cura di Antonello Rivano

Docce fredde, stadi accesi e venti di guerra


Mentre attendiamo gli esisti delle elezioni politiche 2022, con una “vittoria “annunciata, o meglio con una “sconfitta annunciata” perché comunque vada abbiamo già perso tutti, tutto sembra andare verso il disastro.
Come quell’alluvione nelle Marche, quelle vite strappate via dagli elementi di una natura sempre più avversa, una natura che forse vuole solo difendersi dal male che gli abbiamo fatto e che gli stiamo facendo. Ancora vittime dell’l’incuria, del pressapochismo e del profitto a tutti i costi.

E mentre ci si prepara a un inverno di sacrifici, a termosifoni al minimo e forse spenti, mentre ci “consigliano” di fare meno docce e con temperature dell’acqua più basse, intanto che ci dicono di  limitare l’illuminazione, gli stadi restano accesi.

SI continua il rito della partita in notturna, in nome di un dio pagano che distolga noi miseri mortali dai  problemi quotidiani. Perché non è vero che “la legge è uguale per tutti”, non lo è mai stato, non lo sarà mai. Si continua a adorare il “dio pallone”, a pagare cifre enormi a gente che sa solo tirare due calci a una sfera che rimbalza, mentre i “cervelli” fuggono e la scuola perde sempre più posizioni in classifica. E gli stadi resteranno accesi, per la gioia di chi ci guadagna, gli stadi restano accesi, mentre si spengono le speranze. E’ da sempre così “Panem et circenses”, ma è da un pezzo che il “panem” è terminato.

Intanto soffiano venti di guerra, sempre più forti, sempre più vicini anche se a molti sembrano lontani, i molti che non capiscono che quei venti potrebbero con un solo alito, in un solo istante, spazzare via tutta la nostra supponenza, i nostri errori.

E intanto, forse tra un pò, la storia ritornerà a chiederci il conto perché da essa, ancora una volta, nulla avremo imparato.

In Punta di Penna, perché la nostra non è e non sarà mai una informazione urlata. Perché questa rubrica vuole essere come un venticello leggero, un PONENTINO, che vi sfiora appena e rinfresca il vostro senso critico. Senza la pretesa di dare risposte ma con lo scopo di fare riflettere e porre domande