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La Lanterna 2 settembre 2022 – La campagna elettorale

LA LANTERNA_Rubrica a cura di Marco Maltesu

La campagna elettorale

Indubbiamente la campagna elettorale stimola molto la scrittura, i politici sfoggiano una grandissima fantasia nell’inventare ricette che superano per genialità anche i più grandi comici.

Seguendo le informazioni o i dibattiti politici la cosa che più colpisce è il fatto che non si parla mai degli individui in quanto tali, in quanto portatori di esigenze, di diritti o di doveri, insomma non si entra mai nel merito delle persone e di come vivono la realtà attuale. Quando si parla dei problemi attuali si fa riferimento alle aziende, alle famiglie, alle spese delle famiglie. La realtà invece è molto diversa, è composta di tanti individui che singolarmente affrontano difficoltà individuali. È composta di giovani che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, di persone che hanno perso la propria  occupazione e che non riescono a trovare un nuovo lavoro, di persone sottopagate, di persone che riescono a trovare solo prestazioni occasionali o contratti che solo la nostra mente malata può pensare che possano essere “normali”, di pensionati che prendono pensioni bassissime o che nel corso del tempo hanno visto erodere il potere di acquisto del proprio assegno, di portatori di Handicap che se non avessero delle famiglie alle spalle, non avrebbero i mezzi sufficienti per garantirsi una minima sussistenza e di infinite altre categorie di individui che semplicemente non entrano nel dibattito politico come succede ormai da anni. Un esercito sconfinato di persona a cui la follia delle regole adottate dalla nostra società ha sottratto anche la dignità.

È infatti incredibile pensare al fatto che con l’andar del tempo si è arrivati ad un astensionismo che si avvicina pericolosamente al 50%, senza che nessuno noti che dal dibattito politico sia completamente assente la più grande parte della popolazione italiana.

Occuparsi di economia, ad esempio, significa occuparsi del mondo del lavoro in cui si trovano milioni di persone in attesa di rinnovo di contratti scaduti da anni, sottopagati, con i diritti in caduta libera, (con una brusca accelerazione dall’inizio della pandemia), sfruttati spesso al limite dello schiavismo, basta andare in qualche azienda agricola (spesso ben conosciuta) e trovare i diffusi caporali per eliminare anche quel limite che divide le condizioni umane da quelle disumane.

Ma non c’è bisogno di andare nei campi per trovare lo sfruttamento, basta andare nello studio di qualche professionista, dove le persone sono pagate, non al di sotto del previso, ma davvero pochi spiccioli, o addirittura non pagate per niente con la scusa di qualche stage che spesso rimane tale senza offrire alcuna possibilità di impiego “regolare”.

La realtà è che si è abdicato nella difesa dei diritti dei più deboli da tanto tempo e le persone non si sentono più parte in causa delle scelte di una classe politica impreparata, inadeguata e purtroppo senza cultura politica.

Ad esempio una delle cose più stridenti che ci arrivano dalla politica, è la ricetta miracolosa per cui per aiutare l’economia, si devono aiutare le aziende, nella realtà molti paesi, ad esempio due fra i paesi tecnologicamente ed economicamente più forti come la Germania e la Corea del Nord, hanno fatto delle scelte economiche molto diverse, puntando sul mantenimento di alti stipendi per i lavoratori, per i pensionati e su un sistema di welfare capace di sostenere adeguatamente chi non trova lavoro, chi lo perde e chi comunque viene colpito da crisi sociali o ad esempio da situazioni come la pandemia. Tutto questo crea un’altissima domanda interna che in queste nazioni ha sostenuto l’economia anche nei momenti di crisi che ci sono stati.

Un ulteriore effetto derivante dalla scelta di mantenere una forte domanda interna, è che questa domanda, va a sostenere innanzitutto le aziende nazionali evitando quel depauperamento che invece ha riguardato le aziende italiane.

C’è inoltre da fare una serie di considerazioni.

Innanzitutto una delle cose fondamentali da fare, è la sburocratizzazione dello Stato, da sola varrebbe un risparmio notevole per le aziende e quindi sarebbe già di per sé un modo per aiutare le aziende e tutti i cittadini.

Gli aiuti delle aziende dovrebbero essere legati all’assunzione dei giovani, anche attraverso dei provvedimenti ad hoc per facilitare lo scopo. Questi aiuti devono essere inoltre legati al rispetto delle regole contrattuali ed al mantenimento di condizioni di sicurezza sul posto di lavoro che sono irrinunciabili per una Nazione che si definisce un Paese civile.

È necessario inoltre che tali azioni siano legate al mantenimento della produzione in Italia.

Tutto questo, perché non siano provvedimenti vuoti, annunci senza reali contenuti, devono passare per una strutturazione di un sistema di controllo che al momento non esiste perché nel corso del tempo è stato smantellato o ridotto ai minimi termini.

Le aziende poi non sono solo quelle strutturate, grandi, organizzate, le regole attuali fanno riferimento solo a quelle, massacrando invece con le difficoltà, la vita a tutte quelle più piccole, un tessuto sterminato di piccole realtà che per semplificarsi la vita hanno spesso una sola possibilità, chiudere.

Uno Stato che rende tutto complesso, si parla delle difficoltà delle aziende energivore (che nella produzione consumano tanta energia) e mai ho sentito parlare un politico della necessità di aiutare queste aziende verso una transizione energetica che possa, non solo migliorare la produzione, ma guidarla, attraverso degli aiuti, verso l’utilizzazione di energie rinnovabili.

Ci sono tantissime comunità energetiche pronte a staccarsi dalla rete nazionale per autoprodursi l’energia attraverso l’utilizzazione di energie rinnovabili che necessitano solo di autorizzazioni che invece non arrivano mai.

Come con estrema difficoltà, e comunque, nella migliore delle ipotesi, dopo tanto tempo se arrivano, autorizzazioni all’istallazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici, energia eolica e geotermica, ma siamo proprio convinti che questo paese a parte i proclami voglia diminuire l’uso dei combustibili fossili?