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La Lanterna 10 agosto 2022 – IL PONENTE DI GENOVA

Rubrica a cura di Marco Maltesu

 

IL PONENTE DI GENOVA

Vivere nel Ponente genovese vuol dire avere alle spalle una tradizione antichissima nelle attività marittime, marinare agricole ed anche nell’industria.

 Vivere il Ponente vuol dire avere un forte legame locale, passeggiare in strade che hanno saputo mantenere da una parte l’immersione nella città ma dall’altra mantenere quella connotazione locale capace di apportare un valore aggiunto alla qualità della vita. Vivere a Ponente significa vivere abbracciati da quel meraviglioso luogo che si trova fra il Mar Ligure e gli Appennini in un territorio di 110.000 abitanti, come un capoluogo di provincia di medie dimensioni, con un estensione di 8.000 ettari (80km²) pari a quasi al 40% dell’intera superficie del comune di Genova. È fondamentale cogliere ogni singola opportunità esistente per rilanciare un territorio che non può e non vuole essere trattato alla stregua di un quartiere dormitorio, passi necessari per rilanciare lo sviluppo e la salvaguardia del nostro territorio, per creare nuove opportunità per le nostre giovani generazioni e per il nostro vivace mondo associativo.

     Ad esempio è fondamentale modificare i rapporti della città con l’Autorità Portuale. Il porto non può essere un corpo estraneo che opera all’interno del nostro territorio, le istituzioni locali devono avere la possibilità di interazione sul Piano Regolatore Portuale e sulle attività portuali legate al territorio. Le entrate tributarie derivanti dall’attività portuale devono poter restare sul territorio in una forma che possa, non solo permettere gli investimenti necessari per un continuo ammodernamento delle infrastrutture, ma soprattutto una continua integrazione con le attività del territorio che non possono solo subire le ricadute negative delle attività portuali. Inoltre attività potenzialmente molto impattanti devono sempre essere costruite ed indirizzate a partire da un dialogo sociale preventivo e da un profondo rispetto del territorio e dei suoi abitanti.

Nel corso degli anni si è ridotto drasticamente l’insediamento agricolo del nostro entroterra. La prima ricaduta negativa di questa mancanza di presidio è la mancanza di controllo costante del territorio, ovvero l’assenza di prevenzione in un territorio in cui la maggior parte dei corsi d’acqua sono a carattere torrentizio, un grande problema per un territorio a rischio alluvionale.

La zona non urbanizzata copre ben l’80% del territorio. La perdita di attività agricola ha comportato anche una perdita dell’indotto, delle attività affini e dell’occupazione che queste creavano. Infine si sta irrimediabilmente perdendo tutto il patrimonio culturale e sociale connesso al mondo contadino.

Sarebbe fondamentale ad esempio cercare di adottare delle regole che possano facilitare e non rendere impossibile la vita di chi sceglie l’attività agricola.

    Ad esempio facilitando le procedure amministrative per chi vive in zone non urbane e deve ristrutturare edifici già esistenti.

    È necessario dotare le zone dell’entroterra e delle vallate dei servizi di base quali strade, reti essenziali e la banda larga necessaria ormai per qualsiasi attività.

    Favorire l’insediamento di chi svolge un’attività agricola professionale e di presidio del territorio anche attraverso politiche di incentivazione.

    Promuovere l’attività didattica nelle scuole a sostegno di queste attività.
Nella stessa misura è fondamentale adottare delle politiche che possano migliorare la vita dei quartieri collinari del ponente ad iniziare dalla valorizzazione delle realtà esistenti.

    Una riqualificazione diffusa e strutturale coinvolgendo i residenti è lo strumento migliore per procedere. I nostri quartieri collinari sono dei veri e propri forzieri di iniziative, attività associative, peculiarità che al momento non possono trovare la migliore realizzazione.

     È fondamentale che queste realtà vengano dotate dei migliori servizi sia dal punto di vista dei trasporti che di presidio. Una forte riorganizzazione di tutti i servizi necessari allo scopo di migliorare la qualità della vita dei residenti anche attraverso il sostegno strutturale dell’ottimo tessuto associativo esistente.

Uno dei tratti caratteristici del Ponente è il suo litorale. Dalla spiaggia libera di Vesima e di Voltri, alla fascia di rispetto, dalla spiaggia di Pegli alla Marina di Sestri, passano moltissime opportunità per il nostro territorio. Negli ultimi anni è cambiato il profilo del litorale e con esso il profilo del Ponente, aprendo nuove prospettive.

     Preservare e migliorare la fruibilità delle spiagge del nostro territorio, attraverso la riqualificazione dell’arenile ed il recupero di una sempre maggiore qualità della balneazione, rappresenta un elemento imprescindibile in ottica futura.

     È necessario continuare a creare il collegamento pedonale continuo da Vesima a Sestri Ponente.

Nel nostro territorio si trova una grande parte dell’intero patrimonio artistico cittadino. Le ville del Ponente sono un’eccellenza che deve essere, sempre di più, messa a disposizione dei cittadini e deve diventare sempre di più un’attrattiva per il territorio. È fondamentale che vengano utilizzati tutti gli strumenti per arrivare alla realizzazione di strutture ricettive in grado di accogliere turisti e visitatori per aumentare la fruibilità delle nostre ville, del nostro entroterra, per partecipare alle numerose manifestazioni sportive, ludiche, culturali e gastronomiche che caratterizzano l’intero arco dell’anno nel Ponente cittadino.

     È fondamentale rilanciare sempre di più le ville storiche, la cui valorizzazione deve essere perseguita anche attraverso il coinvolgimento del tessuto associativo locale, potenziando la riqualificazione di questo stupendo patrimonio esistente. In un’altra nazione già esse, da sole, giustificherebbero un flusso turistico continuo che chiaramente dovrebbe essere supportato adeguatamente con servizi dedicati. Solo questo potrebbe rappresentare per il Ponente una fonte inesauribile dal punto economico, ma è necessario un forte investimento delle istituzioni per renderlo possibile.

Il Ponente è il fulcro delle infrastrutture su cui si fonda lo sviluppo futuro di Genova.

Per quanto riguarda il porto non ha neppure senso parlare di espansione, gli attuali spazi esistenti sono sfruttati in misura non sufficiente, una città come Genova con la sua penuria di spazi non si può permettere modelli produttivi poco efficaci. Resta inoltre necessario il potenziamento delle infrastrutture, a partire dai collegamenti ferroviari e quelli necessari per creare la sinergia con le altre modalità di trasporto, vero valore aggiunto per una città come Genova, Aeroporto, autostrada, ed il resto del porto. 

     Anche la gronda è un’opera utile per affrontare i problemi della viabilità urbana ed extra-urbana nonché per dare un nuovo impulso allo sviluppo economico cittadino bloccato dal traffico costante esistente su una rete completamente insufficiente.

     Il potenziamento del trasporto urbano è un cardine dello sviluppo del ponente. È necessario migliorare la linea ferroviaria litoranea perché diventi sempre di più una linea metropolitana di superficie, integrata dalle linee che necessariamente dovranno coprire la Val Bisagno e la Valpolcevera.

     È fondamentale mantenere e potenziare i collegamenti dei quartieri collinari integrando l’offerta fornita attraverso gli autobus con i servizi a chiamata (Drinbus) ed integrando anche con servizi taxi di supporto.

     Mantenere e consolidare in modo che diventi strutturale il servizio Navebus ampliandolo anche alla fascia di rispetto di Prà ed a Voltri ipotizzando più linee.

     Individuare, nel rispetto e nella tutela dei livelli occupazionali, una collocazione alternativa e sicura per la popolazione e per la città per le aziende Carmagnani e Superba, ormai palesemente incompatibili con il tessuto urbano circostante. Anche utilizzando tecnologie nuove per la delocalizzazione in mare senza riempimenti.

     Allontanamento dal centro abitato delle attività petrolifere anche attraverso l’utilizzazione di nuove tecnologie per la delocalizzazione in mare senza riempimenti.

     Il Ponente, una parte della città con forti peculiarità che necessita di azioni robuste e coerenti per far si che passi dall’essere quel contenitore di problematiche, come spesso considerato, ad una infinita fonte di opportunità come merita.